Il ranocchio è diventato principe: Danilo Petrucci 1° al Mugello!
02 Giugno 2019 - 15:50
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GP Italia
Il ternano conquista la sua prima vittoria in top class sul circuito più iconico del Mondiale. Sul podio Marquez e Dovizioso. Caduto Valentino Rossi

Il Mugello regala sempre emozioni. E’ una costante che è più costante di quelle appartenenti al mondo della fisica, della chimica e di tutte le materie scientifiche. All’ultimo giro, a metà gara, per tutta la gara: in qualche modo, il cuore dei tifosi palpiterà sempre più del normale, e quello dei piloti andrà sempre oltre l’ostacolo. Oggi i piloti hanno fatto un altro capolavoro. Non tanto per l’immane quantità di sorpassi: più che altro, per le emozioni che hanno saputo trasmettere, e per il talento che hanno messo in pista.

Oggi Danilo Petrucci ce l’ha fatta. Ha coronato uno dei suoi sogni più importanti: quello di vincere una gara in MotoGP. E l’ha fatto nel circuito più iconico del Mondiale: il Mugello. A pensarci, a priori, Danilo ci avrebbe messo non una, ma tre-quattro firme. Perché questa vittoria è stracolma di significati, che oggi però non è utile sviscerare: quello che conta è l’emozione, la gioia, la soddisfazione di aver battagliato con mostri sacri della MotoGP, aver compiuto sorpassi da cineteca, e aver sfruttato gli unici centimetri disponibili per conquistare la suddetta vittoria. Oggi Danilo, da ranocchio, è diventato principe. E l’ha fatto nella più speciale delle occasioni.

Quello che è mancato a Marc Marquez, invece, è stato proprio Marquez. La grinta dell’ultimo giro, il colpo a sorpresa che ti scombussola le carte, l’attacco felino pronto a farti rivalutare ogni certezza. Ce l’ha messa tutta il #93, spanciando la sua Honda per tutta la gara, scazzottando con tutti là davanti, rischiando di cadere svariate volte. 43 millesimi, il ritardo. Onore a lui, battuto solo dal grande cuore di quel ternano lassù. Il deluso di giornata, invece, è Andrea Dovizioso. Arrivato al Mugello con l’obiettivo di far più punti di Marquez, ne esce con 4 in meno. Gara ineccepibile, c’è da dire: è mancato, però, il piglio. Strategica, per Danilo, la sua posizione nel sorpasso decisivo.

In 4° troviamo Alex Rins, sempre più mina vagante del Mondiale. Partenza fulminea la sua, dal 13° fino alle posizioni da podio. Da lì una quantità sconsiderata di sorpassi, a dimostrazione di un grande feeling, ahimè solo in gara, fra il #42 e la moto giapponese. E’ mancato il motore. Risultato, comunque, da togliersi il cappello. Come quello di Takaaki Nakagami, 5° e prima Honda dopo Marquez. Il giapponese si conferma sempre più una sorpresa, capace di staccare di tre posizioni e 7 secondi nientepopodimeno che Cal Crutchlow: chapeau. In 6° la prima delle Yamaha, quella di Maverick Vinales, velocissimo nella seconda metà, bravo a mettere una pezza alla situazione disastrosa della casa dei Tre Diapason.

L’orgoglio italiano si completa con Michele Pirro, il super collaudatore, che chiude 7° e si conferma, nonostante il poco allenamento in gare ufficiali, come un pilota perfettamente alla pari con gli altri, se non di più. Dietro Crutchlow posto in top 10 per Pol Espargaro e Fabio Quartararo, crollato dalla seconda posizione in griglia. Che dire, poi dei caduti, illustri: Jack Miller giù dalla quarta mentre era perfettamente in lotta per il podio; Pecco Bagnaia giù alla Bucine mentre era in lotta con Nakagami; Franco Morbidelli giù ai margini della top 10; e poi quella più illustre, quella di Valentino Rossi. Dopo un lungo nel primo settore, succeduto ad una incomprensione con Joan Mir, per il Dottore è arrivato il danno oltre alla beffa. Una caduta, insolita, alla Arrabbiata 2, mentre occupava l’ultima posizione. Un weekend disastroso, da archiviare e catalogare.

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