Nella terra americana a stelle e strisce, terreno di caccia dal “lontano” 2013 del campione del mondo in carica Marc Marquez, una moto giapponese, blu con richiami gialli, si issa al vertice della classifica delle FP2. No, non è quella di Valentino Rossi, ma è la Suzuki di un bravissimo Andrea Iannone, che ferma il cronometro su un interessante 2’04.599. Il pilota di Vasto, sin dalle prime tornate, è parso molto a suo agio in sella alla sua GSX-RR, rimanendo in alta classifica per molto tempo; poi, con l’attacco al tempo degli altri piloti è scivolato ai margini della top10, ma con un giro di pregevole fattura (in particolare nel T4), munito di doppia gomma soft, è riuscito a risalire la classifica e a prendersi la copertina di giornata.
Alle sue spalle Marquez, a soli 56 millesimi. Il pilota Honda ha fatto segnare il tempo con gomma Hard, mostrando un passo gara al momento inarrivabile per gli altri piloti. Nonostante i suoi malumori nei confronti del tracciato, che non gli consentono di esprimersi al meglio e di mostrare il suo reale potenziale, sarebbe da pazzi non credere che Marquez possa vincere anche quest’anno. In terza e quarta posizione ecco le Yamaha, con Vinales davanti a Rossi. Entrambi i piloti paiono soddisfatti della loro moto, sia sul giro secco che sul passo gara, un po’ meno delle condizioni del tracciato, tant’è che al Dottore “sembrava di guidare al Ranch con tutta quella polvere”. Dietro le M1 il leader del mondiale Cal Crutchlow a 0.489, il compagno di squadra di Iannone Alex Rins, 6° a 0.853 e Jorge Lorenzo, 7°, prima delle Ducati a 0.888. Le moto di Borgo Panigale sono sembrate in grossa difficoltà, in particolare sul versante gomme, tant’è che gli altri ducatisti viaggiano in posizioni poco nobili (Dovizioso 8°, Petrucci 11°, Miller 14°). Eroico Dani Pedrosa, 10° nonostante un polso rotto. Indietro Johann Zarco, 13°, mai davvero a suo agio in sella alla sua M1. Male Morbidelli e Bautista (20° e 21°).