PHOENIX – Nei mesi invernali la Honda, grazie a una deroga concessa dall’estabilishment della Indycar, aveva potuto lavorare sugli aerokit per cercare di colmare il gap sulla Chevrolet. Tuttavia le prime qualifiche su ovale sono state un clamoroso massacro per la Honda, con la Chevrolet che ha piazzato dieci monoposto nelle prime dieci posizioni, e il solo Bourdais finito dietro ad alcuni piloti motorizzati Honda, ma con tutte le scusanti del caso.
“Basta guardare la griglia di partenza per capire se la Chevrolet abbia un vantaggio sulla Honda; guardate le prime dieci posizioni delle griglia e poi ditemi cosa pensate,” ha dichiarato con molta onestà Tony Kanaan, pilota del team Ganassi (squadra con motore e aerokit Chevy, ndr), che al Phoenix International Raceway è riuscito a strappare la seconda posizione in qualifica.
In casa Honda c’è molta agitazione per le pessime prestazioni di Phoenix, e quel che è peggio è che i giapponesi non sanno quale possa essere la causa delle difficoltà delle monoposto equipaggiate dai propri motori e aerokit. “I nostri rivali avevano un ritmo incredibile in qualifica,” ha affermato Gil De Ferran, due volte campione CART e consulente dell’Honda Performance Development, ramo della Honda che si focalizza sul progetto Indycar. “Dobbiamo capire come mai sia successo questo e se la situazione possa ripetersi anche in gara; può darsi anche che durante la corsa lo scenario possa essere diverso. Non so come andrà la gara, ma dobbiamo capire cosa è andato storto, perché di certo ci ritroviamo con una griglia di partenza diversa da quella che volevamo. Finché non vedremo come andrà la gara non potrò però dirvi le cause di queste pessime prestazioni. Dobbiamo fare delle analisi specifiche e lavorare duramente sulla base dei dati ricavati dalle nostre vetture.”