Honda chiede nuove regole sullo sviluppo dei futuri motori IndyCar
31 Marzo 2018 - 18:33
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Il costruttore giapponese auspica a un ripensamento della strategia della serie nel momento in cui andranno in pensione gli attuali V6 turbo

La Verizon IndyCar Series è sempre alla ricerca di un terzo costruttore da affiancare a Honda Chevrolet. I vertici della categoria a stelle e strisce lavorano sottotraccia, tenendo contatti con tutti senza far filtrare alla stampa particolari indiscrezioni, a parte quella di voler rendere sempre più competitivo il campionato portando un nuovo e importante motorista.

Nel futuro prossimo della serie, oltre alla possibilità di nuovi competitiors, c’è il quasi certo arrivo di motori nuovi e molto più potenti rispetto agli attuali V6 turbo da 2.2 litri utilizzati dalla IndyCar a partire dal 2012. L’architettura dei propulsori di nuova generazione non dovrebbe differenziarsi molto da quella attuale, stante il categorico rifiuto della Honda di abbracciare la filosofia dell’ibrido. Tuttavia grandi novità arriveranno sul fronte della potenza; gli attuali motori da 550 cavalli dovrebbero far posto a delle power unit da 680-700 cavalli.

 

 

Parlando delle prospettive sul nuovo regolamento in materia di motori, il capo dell’Honda Performance Developments St.Cyr ha detto: “Tutto dipende da ciò che vuole fare la serie. Intende avere macchine più veloci o più lente? Con Chevrolet stiamo lavorando per determinare quali siano le soluzioni più sensate sulla base della volontà della IndyCar. Ora come ora, non mi aspetto grossi cambiamenti. Non credo proprio che avremo dei V12 ibridi con un sistema di recupero dell’energia. Penso che il pacchetto rimanga simile all’attuale”.

St.Cyr ha poi aggiunto le sue riflessioni in merito alle strategie future della IndyCar: “Vogliamo fare dei cambiamenti, che chiederanno un ripensamento della linea in merito allo sviluppo dei motori. Questo è il settimo anno dei motori V6 turbo, ma quando si introduce in un campionato un propulsore nuove, le potenzialità di sviluppo diventano enormi. C’è la possibilità di fare del lavoro. Anno dopo anno si riduce lo spazio per fare degli aggiornamenti. Quando abbiamo sviluppato questo motore, inizialmente eravamo l’unico fornitore, perciò non pensavamo di dover cercare la potenza massima. Ora abbiamo un avversario, e cerchiamo sempre di ricavare qualche cavallo in più, e per questa ragione siamo arrivati quasi al limite dell’affidabilità. Sappiamo che c’è competizione e che la situazione sarà questa, perciò vogliamo un’occasione per ripensare a come sviluppare il motore fin dalla sua introduzione in IndyCar. Come ci prepariamo all’era dell’aumento della potenza dei motori? Per quanto concerne le specifiche, queste cose devono ancora essere risolte”.