Brendon Hartley ha lasciato la Formula 1 dopo poco più di una stagione corsa con i colori della Toro Rosso. Nel corso del mondiale 2018 l’ex iridato WEC non è riuscito a convincere i suoi capi di valere la riconferma; qualche incidente di troppo e prestazioni non all’altezza di quelle del compagno di squadra Pierre Gasly hanno fatto perdere velocemente quotazioni ad Hartley, che nelle ore successive al GP di Abu Dhabi è stato ufficialmente scaricato dalla sua squadra per far posto ad Alexander Albon.
L’epilogo dell’avventura in Formula 1 non è stato certamente positivo, e nella sua rubrica personale pubblicata su The Player’s Tribune, Hartley si è tolto un po’ di sassolini dalle scarpe e ha spiegato che, a parer suo, la Toro Rosso aveva già maturato la decisione di non rinnovargli il contratto già nel weekend del GP di Monaco. Una situazione che ha contribuito a turbare lo stato d’animo dell’ex pilota della Porsche.
“Sono arrivato ad Abu Dhabi in una situazione un po’ strana, perché non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro – ha sostenuto il pilota neozelandese – Tutti camminano un po’ sulle uova, e non c’è sempre chiarezza. Un’ora dopo la gara sono stato convocato a un meeting e mi è stato detto che ero fuori dal team. Non sarei più stato un pilota di F1. Ai miei occhi era chiaro che c’era in atto un piano per farmi fuori sin dal GP di Monaco. C’erano dei rumors sulla mia possibile sostituzione il mercoledì a Montecarlo, e la parte peggiore per me è stata scoprire che c’era del vero in quello che sosteneva la stampa. Già dopo qualche gara mi sembrava che qualcuno nel team non mi volesse più. Il mercoledì sera, a Monaco, sono tornato nel nostro appartamento guardando i muretti, e dicendomi che se li avessi sfiorati o se ci fossi finito contro, la mia carriera in F1 sarebbe terminata lì. Ogni sessione di prova comportava sempre più pressione. Qualunque tempo sul giro o risultato poteva essere usato come un’arma contro di me per togliermi il sedile”.