MELBOURNE – Nelle ultime settimane gli uomini di vertice della Mercedes hanno più volte dichiarato alla stampa di ritenersi più indietro rispetto alla Ferrari, alla luce di quanto emerso negli otto giorni di test invernali a Barcellona. Sia Toto Wolff che Lewis Hamilton hanno spiegato che c’è un gap da colmare e di essere convinti di potercela fare, date le qualità dello staff della scuderia con sede a Brackley.
A Melbourne le Frecce d’Argento non sono parse per nulla inferiori alla concorrenza, e nella seconda sessione di prove libere Hamilton e Bottas si sono issati in cima alla classifica senza particolari difficoltà. I due piloti della Mercedes hanno rifilato otto decimi ai loro diretti inseguitori, le Red Bull di Verstappen e Gasly e la Ferrari di Vettel. Anche nelle simulazioni di passo gara le W10 EQ Power+ si sono espresse su ottimi livelli, con Hamilton sugli scudi, a dimostrare che forse lo stato di forma della Mercedes non è poi così deficitario.
“Ho avuto una sensazione positiva nel guidare la macchina oggi, ed è proprio quello che mi piace del mio lavoro – ha detto Hamilton alla stampa dopo le FP2 – La macchina sembra essere su un livello simile a quello di Barcellona, ed è una cosa positiva dato che Melbourne è una pista completamente diversa. Abbiamo svolto il nostro programma in modo ottimale; non ci sono stati problemi. C’è ancora molto da migliorare, ma non è stato un brutto inizio. Ora dobbiamo studiare e analizzare tutti i dati che abbiamo raccolto oggi, come facciamo ogni venerdì. Comunque è importantissimo avere entrambe le macchine lì in alto, dopo due turni di prove che sono andati bene e senza problemi ed errori”.
Anche Bottas è sembrato soddisfatto per quanto messo in mostra dalle Mercedes nelle prove libere del GP d’Australia. “Mi sono divertito – ha dichiarato il pilota finlandese – La macchina va meglio rispetto ai test: abbiamo fatto dei passi in avanti. Non abbiamo portato tanti pezzi nuovi, ma siamo riusciti a sfruttare al massimo quello che avevamo a disposizione. Come primo giorno di lavoro non c’è male, ma i tempi non contano molto. Abbiamo un’idea sui nostri margini di miglioramento, ma non conosciamo la tipologia di lavoro seguita dai nostri avversari e quanto possano progredire”.