BUDAPEST – “Penso che siamo giunti ad un punto tale che non si possa più parlare di sfortuna. E’ qualcos’altro.” Così Lewis Hamilton ha esordito nelle interviste ai giornalisti durante le qualifiche del Gp d’Ungheria, per lui terminate dopo pochi minuti a causa di un incendio sulla sua Mercedes. Un modo per dare adito alle voci di complotto contro di lui, o per dire semplicemente che la sua crew lavora peggio di quella di Rosberg?
Il campione del mondo 2008 ha poi aggiunto: “Dobbiamo lavorare meglio. Io avevo abortito il mio primo tentativo, mi sono lanciato per un secondo giro e stavo andando bene, e poi è successo qualcosa ai miei freni. Qualcosa ha ceduto nell’impianto frenante: ho dovuto smanettare col sistema per cercare di mettere tutto a posto, ma poi il motore si è rotto. Ero vicino ai box, quindi ho provato a rientrare, ma poi ho realizzato che la mia macchina stava andando in fiamme.”
Hamilton, molto deluso per non aver potuto disputare la qualifica per la seconda volta consecutiva senza colpa, ha poi lasciato il circuito senza andare al briefing coi suoi ingegneri. Il team ha comunque minimizzato l’accaduto. “Ha chiesto se poteva andarsene, e noi gli abbiamo detto di sì,” ha detto Toto Wolff. “Non ha fatto il briefing, ma in qualifica non è che abbia potuto girare molto. Probabilmente domani (oggi, ndr) gli diranno cosa è successo e si siederanno a parlare con lui.”