Nel 2018 la Haas disputerà la sua terza stagione in Formula 1. La compagine americana ha esordito in Formula 1 fra lo scetticismo generale, alla luce dei fallimenti sportivi delle ultime new entry quali HRT, Caterham e Virgin. E la scuderia di Gene Haas ha anche suscitato da subito molte dicerie, a causa dello stretto rapporto di partnership tecnica con la Ferrari, fornitore di motori, ingegneri e consulenze agli statunitensi. Fin dal Gran Premio d’Australia 2016, col sesto posto conquistato da Grosjean, la Haas ha dimostrato di non voler essere la Cenerentola della F1, e i primi due anni nella categoria hanno dimostrato la serietà e l’impegno della scuderia americana, che ha sempre lottato con dignità per le posizioni di centro gruppo e i punti.
Nelle ultime settimane il team americano ha valutato la prospettiva di espandere il suo programma in F1, potenziando le strutture del team e assumendo nuovo personale utile nella fase di progettazione e sviluppo della monoposto. Tuttavia negli ultimi giorni la Haas Racing ha messo da parte le ambizioni di crescita, posticipando ogni discorso in attesa di prese di posizioni ufficiali e scritte di Liberty Media e FIA in merito all’introduzione in F1 del budget cap.
“Non mi aspettavo che fossimo così solidi in tutti le aree del team – ha affermato con orgoglio Guenther Steiner, team principal della Haas – Solo dopo il primo anno una squadra è consapevole del livello di competenza richiesto per mettere assieme tutto ciò che è richiesto per far funzionare bene un team, ma noi siamo riusciti a centrare i nostri obiettivi e le previsioni formulate prima dell’avvio del nostro programma. Prima di continuare la nostra crescita, abbiamo bisogno di sapere di più sul budget cap, e in particolare quale sarà l’ammontare di spesa massimo stabilito. Dal nostro punto di vista, non ha senso aumentare adesso l’organigramma del team se poi siamo costretti a ridurre lo staff dal 2021″.