In un’intervista rilasciata al sito F1 arriva la prima tirata d’orecchio di Bernie Ecclestone nei confronti degli organizzatori delle gare gare europee. Dopo aver toccato il punto sul ritorno di Schumacher non è mancata anche la stoccata al sistema di gare in Europa. I piani attuali della Fom prevedono per il 2013 otto Gp in Europa, pari al 40% delle gare in programma nel calendario mondiale. A questi appuntamenti potrebbe esserne aggiunto un’ulteriore che andrebbe a colmare l’assenza del New Jersey posticipato al 2014. Come accennato in alcuni articoli precedenti, la gara al posto lasciato vacante sembra essersi ristretta alla Turchia e a un clamoroso ritorno dell’Austria nel circus. Le macchine tornerebbero a sfrecciare nel mitico circuito di Zeltweg, adesso ribattezzato Red Bull Ring. Mentre sembra a un passo l’annuncio della Russia.
“Credo che il prossimo grande passo sarà la Russia, poi dobbiamo riprendere il discorso con New York. Insomma, tanto lavoro da fare, non c’é tempo da perdere per pensare al pensionamento! La gara di Austin é stata fenomenale e ha messo tutti d’accordo sul ritorno della Formula 1 negli Stati Uniti. Magari servirà agli europei per svegliarsi invece di pensare che le gare siano un dono di Dio. Quando gli europei fanno il loro lavoro siamo felici di rimanere nei loro circuiti“.
Un Bernie Ecclestone senza sconti, la stoccata è chiara ed è rivolta all’Europa. Bisogna svegliarsi perchè così non va bene. Negli ultimi anni la Formula Uno ha spostato i propri interessi nei paesi medio-orientali e orientali dato che sono entrati nel grande circus stati come la Korea, l’India, gli Emirati Arabi con Abu Dhabi, il Bahrein e Singapore. Inoltre con il Gp ad Austin si registra anche un ritorno di fiamma per il territorio americano che secondo il programma dovrebbe presentare un’ulteriore Gp proprio nel New Jersey nel 2014. Ovviamente tutte queste new entry tolgono posti importanti all’Europa dato che si registrano degli adii importanti (uno su tutti quello del Nurburgring). Una Formula Uno globale che sente meno il bisogno del sostengo del caloroso tifo europeo, da sempre molto legato al circus.
“Non cambierei nulla di questo sport. Dobbiamo capire che siamo nel mondo dell’intrattenimento e quest’anno abbiamo dato spettacolo. Tutti gli sport oggi sono spettacolo e diventa pericoloso quando la gente comincia a dimenticarsi di questo“.
L’Europa è avvisata: così non va bene e bisogna darsi una svegliata. Il rischio di vedere una F1 lontana dall’Europa è più alto che mai.