“Giornalisti” che.. fanno necrologi ancora prima del tempo
31 Dicembre 2013 - 17:05
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Michael_Schumacher_pole_lap_monaco_2012Diciamocelo, ne abbiamo lette e viste di tutti i colori in questi due giorni. Di “coccodrilli” (gergo giornalistico, sono i necrologi fatti in anticipo per intenderci) se ne sono visti a bizzeffe sul web e sui principali social network. Il guaio è che il brutto, maledetto e incredibile vizio di dare per spacciata una persona famosa ancora prima del tempo, ricordandola con foto, tributi, le grandi gesta, eccetera, eccetera, eccetera, senza un apparente motivo, mi sdegna.

Il principale motivo, neanche a dirlo, è quello di ottenere più visite possibili, o come siamo più abituati a dire negli ultimi tempi, qualche “mi piace” in più sulla propria paginetta Facebook. Potrei accettarlo (senza esagerare però) se fosse qualche blog, qualche tifoso a fare una roba del genere, perché preso dalla tristezza, ma da giornalisti e da grosse testate giornalistiche e aziende televisive (Non faccio nomi, ma ieri qualcuno vestito di rosa già faceva la foto-storia di Michael Schumacher, venendo preso d’assalto e di insulti dai fans del tedesco) è inaccettabile.

CatturaPer non parlare della dinamica dell’incidente: già avevano dato a Schumacher la classica definizione di “spericolato”, o addirittura del pazzo, perché a quasi 45 anni dovrebbe solo dedicarsi alla famiglia, invece di mettere a rischio la vita di Mick, andando a sciare in zone “pericolosissime” per un ragazzo di 14 anni. Poi stamattina la dinamica dell’incidente, prima di Antonio Boselli (Sky) e poi dall’entourage del tedesco: “Ha aiutato uno sciatore a rialzarsi, poi è ripartito, e curvando ha urtato un masso nascosto nella neve, facendolo sbattere contro la fatidica roccia”.

Ma non si parlava di discesa velocissima e pericolosissima a oltre 100 km/h? Di spericolatezza del pilota? Di servizi mastodontici in tv, come a dire “Come fai a togliere l’adrenalina ad un ex pilota di Formula 1?”. Per non parlare del giornalista (str***o forse è il termine più appropriato, ma mi limito a dire IMBECILLE) vestito da prete che ha tentato di intrufolarsi all’interno dell’ospedale nella giornata di ieri.

2006-SchumacherUna cosa sola è certa: Schumi lotta, ed accanto ha la famiglia, i medici, il suo entourage e milioni di persone che lo attendono con ansia, e che davvero gli vogliono bene. Le foto-storie o i racconti da bar o da edicola, lasciateli agli altri. Invece di provare a riempire dieci minuti di un telegiornale o due pagine di un quotidiano con cazzate, fate silenzio, e parlate solo quando avete notizie CERTE!

#ForzaSchumi, ti aspettiamo con ansia.