Sono rari i duo che funzionano alla perfezione nel motociclismo: il più eclatante Rossi-Yamaha, per i più nostalgici Schwantz-Suzuki, per i millenials Marquez-Honda. Ma ce n’è uno, che molte volte passa sottotono, quasi inosservato, scambiato per un dominio solitario, noioso, senza emozioni. Gravissimo errore. Quel duo è Jonathan Rea-Kawasaki. Un duo delle meraviglie, perfetto, impeccabile, maniacale, che ha portato la “verdona” a conquistare quattro titoli piloti in quattro anni. Per tessere le lodi di questo encomiabile duo, però, ci sarà tempo e spazio.
Quindi occhio puntato sulla gara francese, dove Rea parte secondo ed arriva primo in un cavalcata “silenziosamente rumorosa”. Netta la superiorità Kawasaki, che infligge distacchi astronomici alle rivali, ma netta anche la precisione e la velocità di Rea, che ancora una volta soppianta e disintegra Sykes, seppur autore della pole al mattino. Per gli altri solo briciole, con un Fores che, in forte bilico per il 2019, spreme al limite la sua Panigale e si classifica terzo, primo pilota Ducati. Si deve accontentare di un comunque onorevolissimo quarto posto Savadori, sempre incollato al posteriore dello spagnolo ma mai in grado di poterlo impensierire concretamente. Quinto Davies, ancora acciaccato, davanti a Melandri, concreto sul passo solo nelle ultime tornate, VD Mark, Razgatlioglu, particolarmente arrembante e aggressivo, Laverty e Baz, i quali, ad esclusione del nordirlandese, hanno inscenato una stuzzicante battaglia a metà gara. Sulla bandiera a scacchi, Rea conquista il suo quarto titolo mondiale in SBK.