Hamilton: 9,5. Quarta vittoria di fila e leadership del mondiale agguantata. Tuttavia non è stato un trionfo facile per Hamilton: Lewis, infatti, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio su Nico Rosberg, il quale gli è arrivato a soli sei decimi. Ora il campione del mondo 2008 si trova in testa alla classifica piloti e in una posizione di forza dal punto di vista psicologico.
Rosberg: 9. Le ha provate tutte per cercare di avere la meglio su Hamilton: pit stop sfalsati, la scelta delle hard nel secondo stint e delle medium nell’ultima parte di gara, una strategia più aggressiva col carburante, ma così come in Bahrain non ce l’ha fatta a vincere. A fine gara palesa un po’ di insofferenza per aver perso la leadership mondiale a favore del compagno di squadra, ma arrivare a 6 decimi da un Hamilton in forma smagliante non è certo un’umiliazione.
Ricciardo: 8. Il suo obiettivo minimo era il terzo posto, e terzo posto è stato. Si è un po’ complicato la vita allo start, dove è stato superato da Bottas, e così ha perso più terreno del previsto dalle Mercedes, comunque irraggiungibili. Il pit stop anticipato gli permette di riprendersi il gradino più basso del podio, che poi deve solo amministrare. Rivede il podio dopo l’Australia, sperando che questa volta glielo lascino.
Vettel: 9. Tutti lo aspettavano al varco, per vedere se in una situazione di difficoltà sarebbe riuscito a rimontare, a dimostrarsi un vero campione. Partito quindicesimo per via dei problemi in qualifica e della sostituzione del cambio, il campione del mondo in carica ha chiuso al quarto posto, con una corsa quasi tutta d’attacco, una rimonta da applausi e sette nitidi sorpassi, nonostante una vettura con una velocità di punta molto bassa. Una prova scaccia crisi.
Bottas: 7,5. Miglior piazzamento in carriera per il finlandese della Williams, costruito con una qualifica da incorniciare, una partenza altrettanto notevole e una gestione delle gomme molto accorta, fattore che in altre circostanze aveva messo a dura prova la Williams. Bottas ha anche contenuto gli attacchi di Ricciardo nel primo stint, ma la Red Bull era troppo più veloce. Nel finale sfuma il quarto posto, cortesia di Vettel, ma questo non sminuisce la prestazione di Bottas.
Alonso: 6,5. E’ il suo peggior risultato a Barcellona da quando guida per un top team, ma poco poteva visto la vettura che guida. La gara scorre senza particolari acuti, con una partenza onesta e un ritmo che rispecchia la posizione ottenuta in qualifica. Vince il confronto diretto con Raikkonen, anche grazie alla strategia migliore decisa dalla Ferrari, ma è una magrissima consolazione visto che ha finito quasi doppiato dalla Mercedes, quando l’anno scorso fu lui a doppiare Hamilton.
Raikkonen: 6,5. Un netto passo avanti rispetto ai primi gran premi, sia al sabato che alla domenica. Non arriva davanti ad Alonso, complice una strategia molto discutibile, ma il suo lo ha fatto tra qualifiche e gara, considerando il mezzo a disposizione in questo momento. A fine gara mostra la sua frustrazione per le decisioni del muretto box, svestendo i panni dell’Iceman.
Grosjean: 7,5. Per la prima volta ha avuto tra le mani una macchina da punti in questa stagione, e infatti il risultato è arrivato. Un grande quinto posto in qualifica, poi in gara ovviamente ha faticato a causa dei pochissimi giri fatti dalla Lotus nei test e nelle prime gare stagionali. Maldonado di lui ha detto: “Saluta e non sporca.” E non va a muro in qualifica.
Perez: 6+. La Force India ha giocato in difesa a Barcellona, quindi i due punti marcati da Checo non sono un bottino da buttar via. Bravo nel rispettare la strategia pianificata e nel prendersi la posizione su Hulkenberg in pista.
Hulkenberg: 6. Gara onesta per il pilota tedesco, che coglie un punticino in un circuito che gli è spesso stato ostico. Non aveva una gran monoposto questa volta, però non è da lui farsi passare e staccare dal compagno di squadra.
Button: 5,5. Compromette le possibilità di andare a punti con una partenza terrificante. Gestisce bene le gomme, ma non basta per arrivare davanti alle Force India e muovere il suo punteggio nella classifica piloti.
Magnussen: 5,5. Fa quello che può con una McLaren francamente inguidabile, ma al primo giro ha rischiato troppo in quell’attacco a Button e nella strenua difesa su Vettel.
Massa: 4,5. In qualifica sbaglia proprio nel Q3 e manda all’aria una potenziale seconda fila. In gara fa una fatica del diavolo con le gomme posteriori, puntualmente distrutte dopo pochi giri dall’inizio dei suoi stint. Semplicemente imbarazzante il confronto con Bottas.
Kvyat: 5,5. Weekend un po’ sottotono per il giovane pilota russo, non brillantissimo in qualifica e in difficoltà col consumo delle gomme in gara. Almeno vede la bandiera a scacchi, a differenza di Vergne.
Maldonado: 4. Il potenziale per una buona prestazione c’era, ma la vaccata del sabato pomeriggio lo ha tolto dalla lotta per i punti.
Gutierrez: 6. Per l’ottima partenza. Poi cala alla distanza, complice una Sauber troppo lenta.
Sutil: 5,5. Fuori nel Q1 e dietro al compagno di squadra.
Bianchi 6; Chilton 5,5; Ericsson 5; Kobayashi 6; Vergne sv
Extra. Gp della Spagna: 6. Voto controcorrente rispetto ai tanti commenti piovuti sul web. E’ vero che vedere le Mercedes dominare non è bello per lo spettacolo, ma è altrettanto corretto ricordare che tutti hanno reputato bella la gara dello scorso anno, col vincitore (Alonso) già deciso al dodicesimo passaggio. Quest’anno abbiamo dovuto aspettare fino alla fine per vedere chi avrebbe tagliato per primo il traguardo. Nel mezzo si sono visti dei sorpassi, e Vettel un po’ di azione ce l’ha regalata.
Due piloti e un condizionatore: 9. Maldonado e Grosjean. Un motorhome, due stanze adiacenti, un condizionatore solo. Ma uno dei due ha caldo, mentre l’altro ha freddo. Era la situazione di questo weekend in casa Lotus, ma potrebbe tranquillamente essere la trama di un film horror, visti i due protagonisti.
Jean Todt e la dieta dei piloti: 4. Il “sosia di Alvaro Vitali” (cit. Leo Turrini) ha detto che non esiste alcun problema sulle regole del peso minimo, e che i piloti non sono costretti a fare diete ferree. Certo: ed Elvis è ancora vivo.