Hamilton: 10. La safety car forse gli fa perdere un po’ di quella tranquillità acquisita già al giro di formazione, con Rosberg subito fuori dai giochi, ma Hamilton mostra grande freddezza e, dopo la ripartenza, dà il via ad una serie di giri veloci sulla falsariga di quanto fatto da Vettel dodici mesi prima. Dopo il pit stop il sorpasso su Vettel, la vittoria e la leadership del mondiale, che assapora per la seconda volta in stagione dopo il Gp della Spagna. Ma sa perfettamente che non può più farsela sfuggire: vietato sbagliare.
Vettel: 9. Singapore è la sua pista, e Vettel tira fuori l’orgoglio del campione, disputando una gara pressoché perfetta e cogliendo il miglior risultato di stagione. Bravissimo alla partenza e nel primo stint, dove tiene bene il passo di Hamilton, poi perde terreno e la posizione su Alonso, complice un pit stop anticipato della Ferrari. La safety car gli restituisce ciò che aveva perso ai box, e Seb si tiene stretta la posizione, allungando su Ricciardo nei primi giri dopo la ripartenza e non concedendo occasioni di sorpasso quando l’australiano si rifà sotto.
Ricciardo: 8. Abbastanza opaco alla partenza e nella prima parte di gara, poi gira su tempi simili a quelli di Vettel. Negli ultimi giri chiude il gap, ma Vettel non commette errori e non gli dà mai modo di provare a superarlo. Non giocano a suo favore i cali di potenza della power unit Red Bull, ma rispetto a Monza è stato un po’ meno scintillante.
Alonso: 8. Vicinissimo al podio, autore di una bella gara, però ci saremmo aspettati almeno un tentativo di sorpasso sulle Red Bull nel finale, visto che aveva gomme più fresche di 6-7 giri e che nella prima parte di gara era anche riuscito a prendere di strategia la seconda posizione su Vettel. Invece Alonso rimane incollato agli scarichi di Ricciardo senza mai tentare l’affondo, complice anche la cronica carenza di velocità di punta della vettura. Dopo il Gp della Cina questa è la miglior prestazione della Ferrari in termini di velocità, eppure Alonso a fine gara era tutt’altro che contento. Possibile divorzio da Maranello in arrivo?
Massa: 7+. Guida come una nonnina, sua stessa ammissione, per far durare le gomme e arrivare al traguardo in quinta posizione, ma non poteva fare diversamente. Considerando che per la Williams non era certo la pista ideale, Felipe porta via da Singapore 10 punti importanti e un piazzamento di tutto rispetto. Vince, e non di poco, il confronto con Bottas, cosa che fa sempre morale.
Vergne: 8. Un voto in meno per i due stop & go, perché fare due volte lo stesso errore è da geni/scemi. Al netto di questo, Vergne tira fuori una gara da urlo, che lo vede passare Kvyat in pista nel primo stint e arrembante protagonista negli ultimi giri, con una serie di sorpassi che gli consentono di arrivare sesto, anche considerando i 5 secondi aggiuntivi sul tempo complessivo di gara. Peccato che questa corsa non sia arrivata qualche gran premio fa: ormai le porte della F1 sembrano sbarrate per “JEV”.
Perez: 8. Disperso nei bassifondi della classifica e stritolato da Hulkenberg prima della safety car, provocata proprio da un pezzo della sua ala, cortesia di un contatto con Sutil del quale Perez non ha colpa. Poi il cambio di strategia e l’inizio di una cavalcata irresistibile, che lo porta a prendersi la settima posizione. Un risultato che dà continuità alla bella prova di Monza e che lo aiuta nella negoziazione del rinnovo con la Force India.
Raikkonen: 5,5. Al sabato il problema al motore lo costringe a rinunciare all’ultimo giro del Q3, nel quale era brillante protagonista. Ci si aspettava una grande gara, e invece Kimi è praticamente disperso. Non gli ha certo giovato nè la prima sosta ritardata, nè trovarsi costantemente una Williams davanti, però anche nel primo stint il suo ritmo era insufficiente.
Hulkenberg: 6,5. La Force India diversifica le strategie, e a lui tocca seguire quella di Raikkonen e Bottas, che si rivela troppo conservativa. E’ vero, arrivano solo due punti, ma la sua prestazione è comunque più che sufficiente, e una delle poche emozioni della gara ce la regala lui con uno splendido sorpasso all’esterno, tutto piede e niente DRS.
Magnussen: 6. Mezzo voto in meno per l’insensata manovra nel primo giro su Jenson Button, che costa ad entrambi la posizione su Massa. Per il resto Kevin fa la sua onesta gara, con la safety car che in parte mette in crisi la strategia della McLaren. Con una zampata nel finale entra in zona punti.
Bottas: 6. Gara difficile per lui, alla luce dei problemi al servosterzo, che lo costringono a guidare con molta più energia, sottraendogli forze preziose. Lontano da Massa, nel finale sfumano i punti a causa della foratura di una gomma posteriore. Un weekend da dimenticare per il finlandese.
Maldonado e Grosjean: 7 e 6,5. Provano la stessa strategia di Red Bull e Ferrari e sembra pagare, con Maldonado in zona punti a pochi giri dalla fine. Poi da dietro arrivano Vergne, Perez e Magnussen e fine dei giochi, però i due piloti Lotus hanno corso bene.
Button: 6,5. Ottima partenza e in generale una corsa positiva fino al ritiro per problemi tecnici. Un peccato, visto che poteva tranquillamente finire al sesto posto.
Kvyat: 5. Leone in qualifica, pecora in gara. Si scioglie come neve al sole, complice anche la toccata al muro in qualifica che gli ha tolto un set di super soft da giocarsi in gara. Per lui anche una crisi di disidratazione.
Sutil: 4. Per la manovra stupida nei confronti di Perez. Una chiusura senza senso.
Ericsson 6; Bianchi 6; Chilton 5; Gutierrez sv; Kobayashi sv
Rosberg: sv. Praticamente la sua gara nemmeno è iniziata. Col cambio volante ha provato a cercare la soluzione ai problemi tecnici, ma non l’ha trovata. Ha perso la leadership del mondiale: ora dovrà correre all’attacco.
Extra – Gp di Singapore: 5. Un netto passo indietro rispetto alle bellissime gare precedenti, ma visto il tracciato ci può anche stare.
Giovani e resistenza fisica: 4. Sarà un caso, ma in una gara di due ore ad andare in crisi dal punto di vista fisico sono stati i piloti più giovani. Un fattore che forse dovrebbe far riflettere sulla preparazione necessaria per poter guidare una F1 al meglio per molto tempo e in condizioni climatiche estreme.
Mazzoni: 10. Facciamo un plauso alla professionalità del commentatore Rai, che ha commentato la gara nonostante un grave lutto familiare. A lui e alla famiglia vanno le nostre condoglianze.