Formula 1: le pagelle del Gp d’Italia 2014
08 Settembre 2014 - 19:10
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Hamilton: 9. Una cosa è certa: le corse facili a Lewis non piacciono. Dopo la brillante pole del sabato sembrava profilarsi una gara abbastanza facile. Sembrava, appunto, perché Hamilton è scattato malissimo e si è ritrovato quarto, con Rosberg davanti a tutti. Ma una delle grandi qualità di Lewis è di non darsi mai per vinto, e dopo aver passato Magnussen e Massa, Hamilton si è messo a caccia della preda rosberg hamilton podio monzaRosberg. Il tedesco ha resistito finché ha potuto, poi è andato a lungo alla prima variante e Hamilton si è involato verso la sesta vittoria in campionato.

Rosberg: 7,5. Da un pilota intelligente e in gamba come lui era difficile aspettarsi due volte lo stesso errore alla prima variante. E invece Nico ha commesso due sbagli identici e il secondo gli è costato la posizione su Hamilton e la vittoria. Un segno evidente che anche lui sente la pressione. Peccato, perché alla partenza era partito come un razzo, e nella fase finale del primo stint riusciva a girare su tempi molto simili a quelli stratosferici di Hamilton. Un plauso alla maturità mostrata nel gestire i fischi e nelle interviste post gara.

Massa: 8,5. Finalmente Felipe è riuscito a togliersi una bella soddisfazione, cogliendo il primo podio con la Williams e spezzando un digiuno che durava dal Gp di Spagna 2013. Ottimo alla partenza e nello sbarazzarsi di Magnussen: ha provato a tenere dietro Hamilton, ma dopo qualche giro ha dovuto suo malgrado farsi da felipe massa monzaparte. La sua soddisfazione se l’è tolta lo stesso: tornare sul podio proprio in Italia, patria della Ferrari e dei tanti detrattori che negli scorsi anni hanno chiesto la sua cacciata dalla Rossa dev’essere stato molto gratificante per lui.

Bottas: 7. Ad alcuni potrà sembrare un voto un po’ basso, visto che il finlandese della Williams ha recuperato diverse posizioni e fatto molti sorpassi. Ma a Monza aveva una macchina da podio, e più vicina alla Mercedes che in altre piste. Una grande occasione per fare bene, ma alla partenza ha gettato alle ortiche la possibilità di lottare per il podio con un avvio al rallentatore, che al momento non trova spiegazioni tecniche.

Ricciardo: 8. Purtroppo, ed era già capitato quest’anno, in partenza ha mostrato le titubanze che aveva ai tempi della Toro Rosso. Fino a metà gara sembrava una gara anonima e deludente. Poi lo show, con una bellissima rimonta fino alla quinta posizione, presa nel corpo a corpo col compagno di squadra Vettel. Diversi bei sorpassi, studiati e applicati alla perfezione, e spesso non in zone di DRS. Di certo a ricciardo supera vettelMonza ha messo un mattone pesante sul suo status in Red Bull e anche sulle sue ambizioni future.

Vettel: 6,5. Nemmeno la sua cara Monza gli ha portato fortuna. Bravo in qualifica e allo start, ma il muretto box gli rifila ancora una volta una strategia sbagliata, e nel finale della gara ha dovuto difendersi dagli assalti di Ricciardo. L’australiano, però, lo ha passato quasi subito, anche grazie al vantaggio delle gomme più fresche. La sua gara non è stata malvagia, ma dopo essere partito bene e aver preso più di 10 secondi su Ricciardo, arrivargli dietro è stata una mazzata non da poco dal punto di vista psicologico. E forse domenica abbiamo assistito alla rottura definitiva tra Vettel e la Red Bull.

Perez: 7,5. Due anni fa a Monza diede spettacolo, con una rimonta dalla tredicesima alla seconda posizione. Ieri ha fatto meno “fuochi artificiali”, ma la sua ottima prestazione l’ha fatta, con un settimo posto meritatissimo. Si è anche tolto la soddisfazione di battere nel corpo a corpo Button, suo vecchio compagno di squadra e di ruotate alla McLaren.

Button: 6+. Porta a casa dei punti importanti Jenson Button, ma a differenza del solito è parso più pimpante in qualifica che non in gara. Gli è mancata un po’ di cattiveria nel duello con Perez, sua nemesi storica: giusto essere gentleman, ma a volte bisogna anche saper essere bastardi nelle corse.

Magnussen: 6,5. Villeneuve e Gené lo hanno linciato mediaticamente nel dopo bottas magnussengara di Sky, dandogli dello sprovveduto e del senza cervello per il suo modo di correre. A noi invece la manovra su Bottas non è sembrata da “codice penale”, e pure lo stesso Bottas ha giudicato la penalità a Magnussen troppo severa. Del pilota danese piace la grinta e la velocità sul giro secco: anche a Monza, però, la troppa voglia di difendersi lo ha portato a finire le sue gomme prima del previsto.

Alonso e Raikkonen: 6 di stima. Come ha detto Marchionne, è assurdo avere due campioni del mondo e non essere in grado di metterli nelle condizioni di raggiungere dei risultati commisurati al loro talento. A Monza Alonso e Raikkonen hanno viaggiato su un ritmo simile, aggrappati alla zona punti di pochissimo. Raikkonen, complice anche la penalità di Magnussen, ne ha presi due, mentre Alonso si è ritirato col motore KO. Proprio sulla pista di casa, proprio nell’amata Monza, la Ferrari tocca il punto più basso degli ultimi 20 anni.

Kvyat: 8. Avrebbe meritato un punto per come ha corso. In qualifica sfiora la Q3, kvyat monzain gara ha dovuto rimontare dalla penultima posizione a causa della sostituzione del quinto motore, ma non si è dato per vinto e ha recuperato posizioni, fino ad agganciare il trenino di Magnussen. Nel finale ha rischiato di tamponare Raikkonen, ma per un problema ai freni, non per colpa sua. La sua gara è da incorniciare.

Hulkenberg: 5. Ma come: io scrivo un editoriale per dare lustro alle tue prestazioni e tu mi fai una gara incolore a Monza? Weekend piuttosto infelice, anche perché Perez ha lottato come un leone e ha portato a casa dei punti preziosi in chiave costruttori.

Vergne: 5,5. I punti non erano poi così distanti, però di fatto le ha prese da Kvyat sia in qualifica che in gara, e considerando che Kvyat partiva penultimo non è una bella cosa. Sta patendo il mancato rinnovo di contratto.

Maldonado: 6. Più del quattordicesimo posto era impossibile fare.

Sutil: 6. In qualifica è davanti a Gutierrez, e in gara si tiene lontano dai guai, portando la macchina al traguardo in quindicesima posizione.

Grosjean: 5. Perché è arrivato dietro a Maldonado.

Kobayashi: 7. Al ritorno è il primo della “Serie C” sia in qualifica che in gara. Piccola soddisfazione.

Gutierrez: 5. Per la manovra su Grosjean

Bianchi 6; Ericsson 5; Chilton 4.

Extra – Gp d’Italia: 7,5. Gara godibile e tutto sommato divertente, con diversi sorpassi e duelli veri, non solo da DRS.

Il trio Vanzini-Chinchero-Filippi al commento della GP2: 9. Dispiace per i 10612821_700982643282894_5964367349770883609_nproblemi personali di Lucio Rizzica, ma è giusto sottolineare che Vanzini, Chinchero e Filippi hanno svolto un lavoro egregio al commento della GP2. Un commento coinvolgente e competente.

Il tizio con la bandierona sotto il podio che chiede l’autografo dei piloti: 10. Un genio.

Villeneuve e il processo a Magnussen: 2. Semplicemente vergognoso utilizzare un’ora di post gara per ribadire che Magnussen corre senza cervello. Ah no, scusate: ha anche detto che Raikkonen ha fatto la sua solita gara orrenda. E ti pareva.

La civiltà di una discreta parte del pubblico: 4. Il finestrino rotto dell’auto di Grosjean, i cori “Scemo, scemo” a Chilton, i fischi a Rosberg, gli annunci su Facebook che è giusto entrare scavalcando le reti perché “i prezzi di questi biglietti sono un furto”. Come sempre, in Italia, alcuni non sanno nemmeno cosa siano la sportività e la legalità.

Menzione d’onore. C’è una certa pagina su Facebook che domenica ha dato il meglio di sè dopo il ritiro di Alonso. Una pagina gestita da una persona che si vanta di distruggere “i ferraridicoli” tramite “prove storiche evidenti”, che il più delle volte sono insulti, scombiccherate teorie di complotti inesistenti e accuse ad Alonso e Santander, che tra un po’ saranno anche colpevoli della situazione tra Russia e Ucraina. Il meglio di sè suddetta pagina e suddetto personaggio lo hanno dato insinuando che Alonso si sia ritirato volontariamente e si sia fermato proprio nel punto più visibile a tutti. A lui dedichiamo questa foto. Pardon: questa “inconfutabile prova storica”.

alonso motore