Hamilton: 10. Sta vivendo il miglior momento della sua carriera. E’ probabilmente il pilota più veloce del Circus, quello più in gamba sul bagnato, e in questo momento ha tra le mani la macchina migliore: quasi impossibile batterlo. In Cina gli è sfuggito solo il giro veloce, ma la sua prestazione è da incorniciare, anche perchè ha palesato grandi miglioramenti pure nella gestione delle gomme, in passato tallone d’Achille del campione del mondo 2008. E’ alla terza vittoria consecutiva, e per Barcellona ha lanciato un hashtag: #Nicostaisereno.
Rosberg: 8. Il secondo posto rappresenta il minimo sindacale per la vettura che si ritrova. Visto anche come è maturata questa piazza d’onore, il voto potrebbe sembrare fin troppo generoso. Invece no: perché in altre occasioni, come accaduto in passato, Nico avrebbe patito il momento e non sarebbe riuscito ad arrivare secondo. Ieri, dopo la partenza con ruotata con Bottas, ha dovuto recuperare in pista, correndo senza telemetria, gestendo da solo il consumo e informando la squadra ogni volta in curva 1, non il punto più semplice in cui chiacchierare. Il confronto con Hamilton lo vede sotto per 3-1, ma i 18 secondi di questa volta non sono pesanti quanto quelli di Sepang.
Alonso: 8,5. Ha avuto tra le mani una buona macchina ed è arrivato a podio. Probabilmente quella di Shanghai era una delle piste più favorevoli alla F14T, e Alonso ha sfruttato l’occasione prendendosi il primo podio di stagione. Molto bravo nello scatto al via, col brivido per il contatto con Massa, e nella gestione delle gomme, che sulla Ferrari si deterioravano più in fretta che su altre monoposto. A fine gara non è soddisfatto per i 25 secondi presi da Hamilton, e ha ragione.
Ricciardo: 8. Dice di non essere pienamente soddisfatto perché voleva il podio, a dimostrare l’ambizione di Ricciardo. L’australiano della Red Bull si è comunque fatto valere alla grande, e rifilare 20 secondi al compagno di squadra, un certo Sebastian Vettel, non è cosa da tutti i giorni. Peccato per la partenza così così, che gli è costata il terzo posto.
Vettel: 5,5. Non è la Red Bull degli anni passati e questo è sicuro, ma in Cina Vettel non ha reso al massimo delle sue grandi potenzialità. I 20 secondi presi da Ricciardo non sono accettabili per un quattro volte campione del mondo, ed è lo stesso Vettel a riconoscerlo. La sua gara è stato un lento passo del gambero, dopo un’ottima partenza, coadiuvato da una strategia abbastanza incomprensibile, visto che lo hanno tenuto fuori per diversi giri con le gomme finite.
Hulkenberg: 7,5. Non viene quasi mai inquadrato dalle telecamere, e quindi passa sotto silenzio la sua ennesima gara importante. Al sabato accede alla Q3 mentre Perez naviga nelle retrovie: in gara giunge sesto, davanti alla Williams di Bottas, primo dei “clienti” Mercedes.
Bottas: 6,5. Parte settimo e lì arriva, grazie anche ai guai del compagno di squadra Felipe Massa. Dà continuità alle gare fatte in Malesia e Bahrain.
Raikkonen: 5+. E’ vero che ha saltato le FP1, è vero che in gara ha avuto problemi di motore, ma il weekend di Iceman è da dimenticare. L’unica nota positiva è la partenza, dove guadagna due posizioni. Ammette la fatica ad adattarsi alla F14T e il difficile momento, ma ha il talento per venire fuori da questa situazione complicata.
Perez: 6,5. Il podio del Bahrain è un lontano ricordo, ma anche l’orrenda gara dell’Australia. “Checo” riscatta parzialmente la qualifica incolore cogliendo un paio di punticini e recuperando qualche posizione alla partenza.
Kvyat: 6,5. Non smette di stupire il giovane russo. Altra gara solida e un altro piazzamento in zona punti. Notevole, visto che la Toro Rosso non è esattamente la vettura più veloce del lotto.
Button: 5,5. La McLaren non era certo quella di Melbourne, ma nemmeno in condizioni di bagnato JB riesce a far valere la sua classe. Unico bel momento del weekend un sorpasso a una Toro Rosso alla curva 2.
Vergne: 5,5. Per lui questa è la stagione della verità, e ancora una volta le ha prese da Kvyat. Non ci siamo.
Magnussen: 5. Poco più di un mese fa era a podio, in Australia: domenica è tredicesimo. La macchina non c’era, ma Magnussen le ha prese nel confronto con Button.
Maldonado: 6. Non aveva gli aggiornamenti di Grosjean e non ha potuto fare le qualifiche, ma almeno arriva in fondo, non combina guai e mostra un passo decente. Qualche timido miglioramento si intravede.
Massa: sv. Come sempre capitano tutte a lui. Avrebbe potuto fare una gara importante, dopo un sesto posto in qualifica e un’altra ottima partenza, ma la sosta ai box lentissima lo ha tolto dai giochi.
Grosjean: 7. Per essere entrato nel Q3 e per aver navigato in zona punti fino al ritiro per problemi al cambio.
Gutierrez: 5. La Sauber di questo inizio stagione è un lontano ricordo dell’ottima vettura di fine 2013, ma anche Gutierrez sembra aver fatto passi indietro rispetto alla seconda parte dello scorso campionato.
Bianchi 6,5; Kobayashi 6,5; Chilton 5,5; Ericsson 5; Sutil sv.
Extra. Gp Cina: 6,5. Un passo indietro rispetto allo spettacolo del Bahrain, ma tutto sommato è stata una corsa godibile.
La bandiera a scacchi anticipata: 3. Nell’attuale era dove la tecnologia domina, la direzione corsa dà per sbaglio la bandiera a scacchi due giri prima della fine. A rimetterci è Kobayashi, che perde una posizione su Bianchi. Si potrebbe obiettare che anche la direzione corsa e Charlie Whiting hanno perso la faccia, ma in realtà Charlie l’ha persa tanto tempo fa.
La sincerità di Rosberg: 9. A Mara Sangiorgio, che gli chiedeva cosa fosse in qualifica, Rosberg ha risposto schiettamente: “Il pilota ha voluto troppo.” Onesto.
I siparietti tra Lauda e Boselli: 8. Ormai sono diventati uno show i duetti tra il tre volte campione del mondo e l’inviato di Sky Sport F1.