Hamilton: 10 e lode. Weekend pressochè perfetto per il campione del mondo 2008. Si prende di forza la pole e in gara non ha la benchè minima esitazione. Quando, dopo i pit stop, si ritrova davanti avversari più lenti li passa subito e anche in modo spettacolare (vedi secondo sorpasso a Webber alla curva 3), mentre gli altri (Vettel, Grosjean, Raikkonen, Webber) ci mettono un eternità ed è soprattutto questo che gli permette di involarsi a vincere. Avrà pure rotto con Nicole Scherzinger, ma intanto ha ritrovato le sue migliori qualità e ha finalmente capito come guidare al meglio la Mercedes.
Raikkonen: 8. “Continuo a complicarmi la vita al sabato.” Le parole di Iceman rendono perfettamente l’idea del perchè non sia riuscito a vincere in Ungheria. Partire dal sesto posto e restare tappato per diverse tornate dietro a Massa gli costa una possibile vittoria, che, con una seconda fila, non era assolutamente preclusa. Al solito è un mastino sul ritmo e nel difendersi dall’avversario di turno (Vettel). Villeneuve lo critica per il suo atteggiamento e dice che non gli piace perchè non va mai al limite: intanto Kimi infila la ventisettesima gara consecutiva a punti.
Vettel: 7,5. Paga a caro prezzo il giro troppo tranquillo del sabato che gli costa la pole. Hamilton fa la lepre, mentre lui rimane dietro a Button contro il quale va a sbattere il muso e mentre rimane ad osservare gli scarichi della McLaren, Hamilton saluta la compagnia. La Red Bull non era la miglior macchina e quindi il terzo posto può anche andare bene, tant’è che può correre il rischio di rimanere fuori con le medie usate e non lo fa, preferendo evitare un replay di Montreal 2012. L’obiettivo è la grande guerra, non la singola battaglia.
Webber: 8,5. Gli schifosi problemi tecnici del sabato si rivelano una manna dal cielo per la domenica, dato che gli permettono di partire con le gomme medie. Tuttavia gran parte dei meriti per l’ottima prestazione vanno attribuiti allo stesso Mark, che nel primo stint ha un passo veloce e regolare, che gli permette di recuperare svariate posizioni. Un po’ sottotono nell’ultima parte di gara con le soft, ma è un piccolo neo in una grande gara.
Alonso 6,5. In Ferrari volevano il caldo e l’hanno avuto, ma il problema è che la macchina non è più quella di Barcellona. Alonso pare subire molto a livello mentale questa inferiorità tecnica, ma in pista fa quello che può, superando Rosberg alla partenza, tenendosi dietro per diversi giri Webber con le gomme fresche e non dando mai modo a Grosjean di attaccarlo per la quinta posizione. Le dichiarazioni di fine gara non sono il massimo, ma la sua frustrazione è più che comprensibile.
Grosejan: 7. Paga oltremodo la penalità inflittagli dalla direzione corsa per il sorpasso su Massa all’esterno della curva 4, giudicata ridicola dallo stesso Felipe. Senza quel drive thru Romain poteva giocarsela senza problemi per il podio e invece si deve accontentare del sesto posto e dell’impossibilità di superare Alonso a causa dell’insufficiente velocità di punta della sua Lotus. Un po’ troppo aggressivo con Button.
Button: 7-. Si fa subito perdonare la qualifica deludente con una partenza fulminante. In un gp basato sulla gestione delle gomme, il suo talento emerge e vive più di un momento di gloria. Finchè le medie reggono riesce a tenersi dietro senza problemi Vettel, poi il crollo delle coperture lo penalizza. Ha pagato la manovra di Grosjean perdendo quei due secondi necessari per stare davanti a lui e ad Alonso dopo il loro secondo pit stop, ma la McLaren 2013 non è una gran macchina e il settimo posto è un risultato discreto.
Massa: 4,5. Gara incolore. Nel primo stint tiene bene o male il ritmo di Alonso, ma più passano i giri e più il suo passo diventa meno competitivo. Oltre a questo, ce la mette tutta per rovinare la gara degli avversari e ci riesce con Rosberg e Sutil. Non solo: nel toccare Rosberg distrugge un pezzo del suo alettone e compromette il carico aerodinamico della sua Ferrari. Un genio.
Perez: 6. Si complica la vita con una partenza infelice. Nella prima parte di gara sembra imbambolato, ma la costanza del suo passo gara paga alla distanza e gli permette di andarsene da Budapest con due punti. Certo che il potenziale espresso nelle libere sembrava di gran lunga superiore.
Maldonado: 7. Sarà che le gomme in kevlar si addicono di più alla Williams. Sarà che gli aggiornamenti hanno finalmente funzionato, però abbiamo rivisto il Maldonado consistente delle qualifiche dell’anno scorso. Negli stint centrali ha fatto più fatica del previsto, ma il primo punticino della stagione è tanta roba in questo momento.
Hulkenberg: 6. E’ la prima vittima dei nuovi limiti di velocità in corsia box. Un peccato, perchè Nico stava disputando una gara solida e non viaggiava molto lontano dalla Ferrari di Massa, vettura infinitamente più veloce della Sauber.
Vergne e Ricciardo: 5. Stanno sentendo la pressione in questo momento e si vede. Ricciardo sul giro secco si dimostra ancora in palla, ma in gara sparisce subito: Vergne invece è più regolare, ma il dodicesimo posto è un risultato al di sotto delle potenzialità della Toro Rosso.
Di Resta: 5. Subisce il calo della Force India, ma almeno Sutil sfiora la Q3 e in gara combina qualcosa di buono: Paul, al contrario, viene eliminato nel Q1 e in corsa resta sempre lontano dalla zona punti.
Rosberg: 5. In Ungheria le prende nettamente da Hamilton. Ottimo lo spunto alla partenza, ma rimane chiuso nella lotta Vettel-Grosjean e per questo viene superato da Alonso. Poi ci pensa Massa a complicargli ancora di più le cose, spedendolo fuori pista alla curva 5. A metà primo giro è tredicesimo. Recupera dopo la prima sosta quattro posizioni e il suo ritmo è buono, ma poi si pianta dietro a Massa senza provare mai a passarlo, fino al terzo ritiro del 2013.
Van der Garde 6+; Pic 6; Bianchi 5,5; Chilton 5; Bottas 6; Gutierrez 5; Sutil sv
Extra: Gp d’Ungheria 6,5. Qualche emozione l’abbiamo vissuta, soprattutto grazie a Grosejan e ad Hamilton. Gran premio più che sufficiente, considerando che l’Ungheria, con il caldo, ha riservato spesso pochi sussulti.
Lotta e risposta tra Raikkonen e Vettel: 9. In pista hanno duellato senza esclusione di colpi, con Vettel che si è lamentato via radio del poco spazio concesso da Kimi. Sul podio si sono chiariti ridendo, con Seb che ha ammesso di aver esagerato nel lamentarsi. Un po’ come negli anni ’70-’80, quando ci si sportellava in pista e poi ci si andava a fare una birra assieme: old style.
Hamilton versione Kimi: 5. La rottura con Nicole ha proprio messo il morale a terra ad Hamilton. Alla radio non ha un minimo cenno di esultanza dopo la vittoria. Sul podio qualche sorriso di circostanza e niente più. Nel mezzo un team radio in cui sgrida il suo ingegnere per avergli parlato mentre è in curva. La Raikkonizzazione di Hamilton.