Vettel: 10. Il solito (con donuts).
Grosjean: 9. Un’altra grande gara per il francese, l’ennesima nella seconda parte di stagione. Aveva il compito di portare a casa più punti possibili per recuperare sulla Ferrari nel mondiale costruttori, e riesce a tenersi dietro anche una delle Red Bull dopo averla passata in partenza. Di più proprio non poteva fare.
Webber: 8. Stavolta sono i freni a creargli qualche patema d’animo (e del resto mancavano alla lista da Singapore 2009) e Mark deve tirare a giri alterni per non sforzarli troppo. Stavolta scatta bene, ma nella prima curva è al posto sbagliato al momento sbagliato, e si ritrova quarto. Molto bello il sorpasso ad Hamilton all’esterno, ma resta il rimpianto per quell’attacco mai tentato a Grosjean.
Hamilton: 7+. Non bellissimo il tono con cui si è rivolto alla squadra per tutta la corsa, ma è anche il sintomo del campione che vuole vincere e che non ha la macchina per farlo. Ad Austin Hamilton deve combattere con una vettura poco performante, e per diversi giri è in zona podio, poi Webber lo passa e il podio sfuma. Se nelle scorse gare la Mercedes si è retta grazie a Rosberg, stavolta a Stoccarda devono ringraziare Lewis per i punti guadagnati sulla Ferrari.
Alonso: 7,5. Stranamente più a suo agio con le dure che con le medie. Nella prima parte di gara non dà grande spettacolo, faticando non poco a tenere il ritmo di Perez, ma dopo il ventesimo giro si sblocca e inizia a girare con un ottimo passo, passando Perez grazie al pit stop e Gutierrez e Hulkenberg con due bellissime manovre. Mastino nel finale a resistere ad Hulkenberg di astuzia.
Hulkenberg: 7. Mezzo voto in meno per essersi fatto fregare da Alonso per due volte nella stessa maniera, ma per il resto Hulkenberg ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di valere un top team, lottando coi grandi ad armi pari. Bravo a provare a prendersi la quinta posizione fino alla fine: altri avrebbero potuto mollare e accontentarsi.
Perez 6,5. Voleva dimostrare lo sbaglio fatto dalla McLaren nel non rinnovargli il contratto, e la sua bella figura Perez è riuscito a farla. Allo start salta Alonso, e fino al primo pit stop tiene saldamente la sesta posizione. Dopo il cambio gomme si ritrova dietro all’asturiano, e deve solo mantenere il settimo posto. Per la terza volta consecutiva dà la paga a Button.
Bottas: 8. Con una macchina finalmente competitiva, dimostra di essere un pilota di tutto rispetto. Bravo in qualifica ad entrare nel Q3 mentre Maldonado esce nel Q1, in gara tallona per diverse tornate Alonso, prima di perdere terreno dopo la sosta ai box. Ha avuto l’occasione giusta e l’ha sfruttata: non tutti i suoi colleghi possono dire altrettanto.
Rosberg: 5,5. Un paio di bei sorpassi e nulla più. Nel mistero delle temperature di Austin lui è uno dei piloti che sprofonda in qualifica. Discreto in partenza, ma ci mette molto a passare Ricciardo e Di Resta, pregiudicando così il suo ritmo gara. Un netto passo indietro dopo i due podi consecutivi.
Button: 6. Da un pilota esperto come lui non ci si poteva aspettare un errore gigantesco come quello del venerdì, quando ha superato un pilota in regime di bandiera rossa. In gara patisce la mancanza di downforce per l’ennesimo contatto al via che gli danneggia l’ala anteriore, ma con grinta e cattiveria strappa un punto.
Ricciardo e Vergne: 5,5 e 4,5. L’australiano, dopo una brutta partenza, perde in extremis la zona punti nel duello con Button. Ancora una volta orrenda la gara di Vergne, e ancora una volta lentissimo in qualifica nel confronto con Ricciardo.
Di Resta: 5,5. Le temperature più alte mandano in crisi la Force India, e impediscono allo scozzese di lottare fino alla fine per la zona punti. Peccato, perchè nella prima parte di gara stava correndo dignitosamente, poi con le gomme dure non andava proprio avanti.
Massa: 4. Dicono che abbia incrociato Gordon Ramsay per la pit lane. Chissà se il grande Gordon lo ha apostrofato come è solito fare con i partecipanti dei suoi programmi culinari: di certo lo avrebbero fatto volentieri quasi tutti i ferraristi del mondo.
Gutierrez: 5. Sarà stata la pressione della gara “vicina” a casa, ma il messicano della Sauber ha cercato di emulare Maldonado creando pericoli sin dalle qualifiche, quando ha gironzolando della pista, rischiando di venire centrato proprio da Maldonado. In gara si mette in luce provando a differenziare la strategia, ma non funziona. Ancora fuori dai punti, mentre Hulkenberg con la stessa macchina vola.
Kovalainen: 5. Vanifica una qualifica più che buona con una partenza terribile e una prima curva in cui si pianta per la paura di prendere dentro a qualcuno. Anticipa la sosta per tornare in zona punti, ma torna nuovamente ai box perchè non ha più grip, eppure l’ala anteriore non aveva alcun danno. Secondo la Lotus era meglio lui di Valsecchi perchè lui poteva portarla a punti la macchina, e invece sembra ricordare le performance di Villeneuve con la Renault 2004.
Maldonado: 2. Oltre a prenderle da Bottas, cosa poteva fare di peggio? Molto semplice: fare il Maldonado, cioè prendere dentro a chiunque in partenza. A farne le spese stavolta è stato il povero Sutil. Probabilmente quest’impresa non gli precluderà l’arrivo in Lotus, ma una volta giunto ad Enstone dovrebbe guardare e imparare da Grosjean su come si fa a maturare.
Sutil sv, Bianchi 7, Van der Garde e Pic 5,5, Chilton 4.
Extra: Gp degli Stati Uniti: 4,5. L’anno scorso ci eravamo tanto divertiti: quest’anno di sussulti ne abbiamo avuti proprio pochi.
Luca Filippi: 9. Torna in cabina di commento per le libere, e la scelta paga. Il pilota italiano è sempre bravissimo al commento e come inviato: insomma, se non dovesse sfondare in Indycar, quantomeno ha un futuro garantito.
Post gara sulla Rai: 3. Sarà il protagonista della prossima puntata di Chi l’ha visto