Rosberg: 10. Al termine della qualifica era il più arrabbiato di tutti. Gli rodeva quel giro in meno, dovuto ad un suo lungo. Dopo 100 metri di gran premio, la risata nervosa era già diventata una risata gioiosa, perchè al pronti via è scattato come un missile ed era già davanti a tutti. Poi è stato tutto in discesa: ha spinto quando ha voluto, ha gestito benzina quando doveva, e ha lavorato al meglio con le gomme, nonostante qualche problema di graining. Quarto centro in carriera per Nico, ampiamente meritato e mai in discussione.
Ricciardo: 9. La squalifica per l’eccessivo consumo di carburante è stata una beffa atroce per l’idolo di casa, autore di una gara magistrale, dopo una qualifica altrettanto notevole. Al via perde la posizione su Rosberg, ma sorpassa Hamilton. Il ritmo della Mercedes è superiore, e il sorridente Daniel può solo aspirare al secondo posto, piazzamento che ottiene tenendo a bada Magnussen nell’ultimo stint. Festeggiato come un eroe dal pubblico australiano, ma squalificato dopo la mezzanotte australiana, forse anche per evitare la rabbia dei suoi tifosi.
Magnussen: 10. Un debutto da favola per il giovane pilota danese, che già alla prima gara ha festeggiato meritatamente sul podio. Velocissimo per tutto il weekend, in qualifica non si fa sorprendere dalla pioggia, e in gara tiene un passo costante e rapido. L’unico brivido è alla partenza, quando la macchina rischia di scappargli via, ma è abilissimo nel riprenderla. Ron Dennis, giustamente, se la rideva guardando le prestazioni di Kevin dai box: la McLaren potrebbe aver ritrovato un giovane fenomeno.
Button: 7,5. Come al solito, è tra i migliori a leggere la gara. Bravo e fortunato a rientrare un giro prima degli avversari quando c’era in pista la safety car: molto sveglio nell’anticipare il secondo pit stop che gli permette di scavalcare Alonso e Hulkenberg. Peccato per quella bandiera gialla che gli ha rovinato la qualifica: sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbe potuto fare partendo più avanti. Con la squalifica di Ricciardo, viene classificato sul podio, che non vede materialmente dal Gp del Brasile 2012.
Alonso: 7. Ai giornalisti dichiara di essere tutto sommato contento per aver guadagnato punti su Vettel e Hamilton, ma la sua faccia diceva il contrario. Fernando ha fatto ciò che ha potuto, con una macchina non all’altezza di Mercedes e McLaren. Non perfetto in qualifica e alla partenza, ma nella seconda parte di gara ha tirato come un forsennato, ed era più lento solamente di Rosberg. Proprio il distacco dal tedesco è la grande preoccupazione di Alonso, che non vuole perdere un’altra chance iridata senza poter lottare.
Bottas: 7. Un voto in meno per quella toccata al muro che forse gli è costata anche il podio. Il finlandese è stato lo showman della gara, quello che ha dato più spettacolo, tentando di infilare i suoi avversari (quasi sempre con successo) appena si presentava l’occasione, ma il rimpianto per quell’errore c’è. Anyway, un quinto posto, per uno che l’anno scorso poteva aspirare a poco o nulla a causa della mediocrità del suo mezzo meccanico, è già tanta roba.
Hulkenberg: 6,5. Quando c’è da lottare Hulk non si tira mai indietro, e anche al Gp d’Australia lo ha confermato. Sovrasta Perez per tutto il weekend, ma per come si era messa la gara all’inizio, forse poteva aspettarsi anche qualcosina in più. Bravo al via e a tenere dietro Alonso per metà gran premio, ma poi un pit stop non impeccabile gli fa perdere la posizione. Il consumo eccessivo delle gomme gli fa perdere terreno nel finale, tuttavia, per una volta può andarsene dall’Australia più che soddisfatto.
Raikkonen: 5+. Una delle grandi delusioni del Gp d’Australia. Sarà stato lo scarso feeling con la F14T, saranno stati i pochi km percorsi in inverno, ma Iceman è stato la pallida copia del pilota che l’anno scorso aveva dominato il Gp d’Australia. Diversi errori in frenata e spesso fuori ritmo: in qualifica va a sbattere alla curva 4. L’unica nota positiva di giornata è lo scatto alla partenza, nettamente migliore di quello di Alonso, ma la sua gara rimane non sufficiente.
Vergne: 7. Il suo punto debole è sempre stato il giro secco, e JEV stupisce tutti con un brillante sesto posto in qualifica. La sua gara è più che buona, dato che tiene il passo delle Ferrari per una quarantina di giri. Perde l’ottava posizione su Raikkonen per un lungo, ma la squalifica di Ricciardo gliela restituisce.
Kvyat: 7-. Non poteva desiderare un debutto migliore il russo di Roma. Due punti e l’entrata nella Q3 rappresentano due traguardi di tutto rispetto per un ragazzo di nemmeno vent’anni che in inverno aveva percorso pochi chilometri a causa dei problemi del motore Renault della sua Toro Rosso. Cala un po’ nel finale, ma ci può stare.
Perez: 5. La squalifica di Ricciardo gli consente di cogliere un punto, ma il suo weekend resta comunque negativo. Mentre Hulkenberg lottava per le posizioni di vertice, Checo remava nelle retrovie.
Sutil: 5,5. Arriva al traguardo in undicesima posizione, davanti al compagno di squadra. Il potenziale della vettura non sembrava eccezionale, ma Adrian è parso colpito da fatalismo passivo già il venerdì, quando si è lamentato delle Pirelli eccessivamente dure.
Hamilton: sv. Durante la conferenza stampa dei piloti aveva voglia di fare strage di giornalisti e colleghi, visto che tutti lo davano come il favorito per la vittoria del gran premio e del mondiale. Alla luce del problema al motore che lo ha messo subito ko, immaginiamo quanto gli staranno girando.
Vettel: sv. In qualifica lamentava un problema al motore, mentre i suoi iper critici lo sfottevano per il distacco da Ricciardo. I pochi giri percorsi, hanno dimostrato che c’era veramente qualcosa che non funzionava sulla sua Red Bull. Non giudicabile per questo weekend.
Grosjean: sv. Lui prova l’impossibile per tirare fuori il massimo da una vettura francamente inguidabile, ma nulla può. Paga la situazione imbarazzante della Lotus.
Massa: sv. Paperino come al solito. Allo start Felipe viene preso in pieno da Kobayashi, e la sua gara finisce nella ghiaia della prima curva. Peccato, perchè la macchina andava bene, e il brasiliano poteva togliersi qualche soddisfazione.
Kobayashi: sv. Sembrava che alla partenza avesse clamorosamente mancato il punto di frenata e tamponato Massa per un suo errore, invece lo ha fregato la rottura del brake-by-wire. Visto il ritmo della Caterham, la corsa non sarebbe stata un granché, ma almeno può andarsene da Melbourne forte di un accesso alla Q2.
Maldonado: 4. Per il suo scarso impegno e le sue dichiarazioni del weekend. Dopo le qualifiche dice che in gara sarebbe andata meglio, perchè il passo era buono. Dopo il ritiro, dice che non si aspettava di fare così tanti giri. Un po’ di sincerità Pastor!
Gutierrez 5; Chilton 6; Ericsson 6; Bianchi sv.
Extra. Gp d’Australia: 5. Ci si aspettava più spettacolo dal primo gran premio del mondiale 2014. Di emozioni ne abbiamo vissute poche, complici anche i timori sul consumo di carburante.
Gli inglesi di Sky e la pronuncia di Ricciardo: 4. Capita che la gara diventi una palestra dell’Accademia della Crusca sul canale inglese Sky Sports F1. I commentatori hanno infatti discusso sulla pronuncia di Ricciardo, dicendo che solo noi italiani non lo chiamiamo Riccardo, come invece andrebbe giustamente pronunciato. Cari inglesi: siete voi che sbagliate! Fatevene una ragione.
La rivolta di Spartaco: 9. E chi se lo sarebbe mai aspettato un podio con Rosberg, Ricciardo e Magnussen, da quasi tutti considerati i numeri due all’interno dei loro team?
Lotus: 1. L’anno scorso, a Melbourne, vincevano con una sosta in meno rispetto agli avversari. Quest’anno non hanno praticamente corso. Ah: ma saltare i test era un vantaggio!!!