Button: 6,5. Stagione negativa in termini di risultati, ma il campione 2009 non ha colpe: la McLaren, sin dai test invernali, gli ha messo a disposizione una vettura carente, incapace di mettere JB nelle condizioni di esprimere il suo talento e la sua intelligenza tattica. In alcuni gran premi si è complicato la vita da solo, prima con qualifiche negative e poi con continui contatti al via, ma quando ha avuto l’occasione ha dimostrato di essere ancora un gran pilota (vedi Malesia, Cina, Germania, Belgio, e la splendida rimonta in Brasile). Nel complesso, le sue prestazioni sono quasi sempre state positive, e se la McLaren nel 2014 si rialzerà da terra, sarà di certo per merito suo.
Perez: 5+. La solenne bocciatura da parte della McLaren evidenzia che il 2013 di “Checo” è stato non sufficiente. Nella prima parte di campionato ha avuto diverbi con metà schieramento, brillando soltanto in Bahrain. Solamente a fine campionato, quando ormai il suo destino a Woking era segnato, ha cominciato a spingere e a far vedere il meglio del suo repertorio. Attenzione però: il talento c’è, e nel 2014 può rifarsi.
Hulkenberg: 7,5. Quando la Sauber ha iniziato ad andare, Nico ha iniziato a duellare (e spesso con successo) contro i migliori piloti della Formula 1. Già nella prima parte di campionato aveva confermato la sua fama di pilota duro da superare (vedi lotta con Raikkonen a Sepang e con Hamilton al Nurburgring) e la seconda parte di 2013, con le bellissime gare di Monza, Yeongam, Suzuka e Austin, ha confermato che il ragazzone tedesco ha la stoffa del campione. Nel 2014 non correrà con un top team, ma sarà pagato profumatamente dalla Force India: in questo tempo di crisi, non è una cosa da poco.
Gutierrez: 5. La gara gagliarda di Suzuka non basta a rendere la sua stagione positiva. Ha pagato a caro prezzo l’inesperienza, ma oggettivamente, il confronto con Hulkenberg è stato a dir poco imbarazzante per lunghi tratti. Da rimarcare che ha faticato anche nelle giornate più caotiche, come nelle qualifiche di Spa e Interlagos. Nonostante ciò, la Sauber ha deciso di concedergli un’altra occasione: Guti non la sprechi.
Di Resta: 7. Ha avuto un periodo di appannamento nella parte centrale della stagione, dove ha anche avuto qualche incidente di troppo: tuttavia il 2013 dello scozzese è stato di buon livello. A inizio campionato era una presenza stabile in zona punti, e ha anche disputato gare fantastiche, come nel deserto del Bahrain o in Canada, dove ha fatto quasi tutta la gara con lo stesso set di gomme medie. Nella seconda parte di campionato ha patito il declino tecnico della Force India, ma quando la vettura gliel’ha permesso (vedi India e Abu Dhabi) è tornato a lottare nelle zone nobili della classifica. Purtroppo, in una F1 dove i piloti paganti ormai proliferano, per Di Resta non c’è più spazio: speriamo che il suo, sia solo un arrivederci.
Sutil: 6+. Otto piazzamenti a punti, considerando le diverse sfortune avute nel corso dell’anno, non sono affatto male per il tedesco, che tornava in Formula 1 dopo un 2012 in panchina più per problemi giudiziari che per demeriti sportivi. In questa stagione Sutil ha mostrato qualche pecca sul giro secco, ma sul passo gara è stato spesso un buon manico, capace di emergere alla distanza. Da incorniciare le gare di Melbourne e Monaco, da dimenticare quelle di Corea e Giappone.
Ricciardo: 6+. Il simpatico pilota australiano ha centrato in pieno l’obiettivo che si era prefissato a inizio stagione, ovvero convincere la Red Bull a puntare su di lui per il dopo Webber. In qualifica il suo rendimento è stato ottimo, e in estate, quando la Toro Rosso era “al top della forma”, non aveva alcun problema ad entrare nel Q3: sulla costanza nel ritmo gara e sulla gestione delle gomme, invece, c’è ancora da lavorare.
Vergne: 5. Una delle delusioni del 2013. Se nella prima parte di stagione aveva palesato qualche limite in qualifica, ma in gara si era fatto valere in più di un’occasione (basti ricordare il sesto posto del Canada), nella seconda parte del campionato è praticamente sparito dalla circolazione, salvo farsi notare ad Abu Dhabi per essere stato il pilota che era di fianco ad Alonso quando questi usciva dai box e si prendeva un bel rischio pur di tenere la posizione. Nel prossimo campionato si deciderà il suo futuro in Formula 1.
Maldonado: 4. Aveva iniziato il 2013 con un ritiro a Melbourne dopo un fuoripista: lo ha concluso, di fatto, ad Austin, quando ha lamentato un presunto complotto ai suoi danni da parte del suo stesso team. In questo campionato, non si è mai visto nulla del pilota veloce ammirato nel 2012, quando sì commetteva degli errori, ma nelle qualifiche era sempre velocissimo. Difficile che possa fare di peggio.
Bottas: 6. Merita la sufficienza, perchè nelle uniche due situazioni in cui ha avuto a disposizione una macchina all’altezza (qualifiche del Canada e Austin), ha raccolto il risultato. Il confronto con Maldonado lo ha visto vincitore, e il suo approccio al lavoro è sempre stato costruttivo: ecco spiegati i motivi della sua giusta riconferma in Williams.
Bianchi: 6,5. La sua stagione d’esordio è stata ampiamente sufficiente. Ha asfaltato il compagno di squadra, si è quasi sempre tenuto lontano dai guai e il suo tredicesimo posto a Sepang ha permesso alla Marussia di battere la Caterham nel mondiale costruttori.
Chilton: 4,5. L’unica cosa buona della sua stagione è che l’inglese è riuscito a terminare tutte le gare, dando una dimostrazione pratica del proverbio che dice: “Chi va piano, va sano e va lontano”. Lui ha detto di meritarsi un 8 per la sua stagione: se lo dice lui…
Pic: 5. Ok: la Caterham non è certo una gran vettura, ma spesso Pic non è che sia stato all’altezza della situazione. Da segnalare che ha avuto più di un diverbio con la direzione corsa per aver ostacolato altri piloti nelle prove libere (vedi Vettel a Spa) o nei doppiaggi (vedi Button al Nurburgring).
Van der Garde: 5,5. Merita mezzo voto più di Pic, perchè in condizioni climatiche mutevoli ha saputo osare e ottenere per due volte l’accesso alla Q2, mentre Pic si è fermato a quota 1. Per il resto, ha avuto un paio di incidenti di troppo nelle fasi iniziali dei gran premi, ma va anche rimarcato un costante mglioramento delle sue prestazioni nel corso della stagione. Tra i due della Caterham, è quello che meriterebbe di più di restare in F1.