INTERLAGOS – Dopo uno scambio di informazioni in teleconferenza, i giudici di gara del GP del Messico hanno deciso di confermare la penalità di dieci secondi inflitta a Sebastian Vettel per aver ostacolato in modo scorretto Ricciardo in una manovra di sorpasso. I commissari hanno quindi respinto il ricorso contro la penalizzazione presentato dalla Ferrari in seguito alla conferenza stampa del Brasile, nel corso della quale aveva parlato dell’episodio anche il direttore di corsa Charlie Whiting.
Secondo i giudici di gara, i nuovi elementi portati dalla Ferrari non sono riusciti a dimostrare la correttezza della condotta di Vettel, considerato colpevole di essersi spostato in modo pericoloso a frenata già iniziata. La scuderia di Maranello ha presentato i dati del GPS per dimostrare che Vettel non aveva compiuto una manovra pericolosa, ma i commissari hanno ritenuto che il GPS confermasse la bontà della decisione presa in Messico.
Rigettata inoltre la rimostranza della Ferrari in merito al comportamento di Charlie Whiting, che a detta della squadra italiana avrebbe dovuto chiedere a Verstappen di cedere la posizione a Vettel, col pilota della Red Bull che di fatto, non facendosi passare dalla Ferrari dopo aver tagliato una chicane, ha bloccato Vettel creando poi il contesto per l’attacco di Ricciardo e la difesa del ferrarista giudicata scorretta. “Il fatto che il direttore di gara abbia l’autorità assoluta nel chiedere a un pilota di cedere la posizione non implica che sia costretto a farlo,” recita il comunicato FIA. “Il fatto che il direttore di gara non abbia esercitato questo suo diritto non è rilevante ai fini della penalità a Vettel.”
La Ferrari non ha però intenzione di accettare questo verdetto, ed è pronta ad appellarsi contro questa decisione, come rivelato da Autosport e da La Gazzetta dello Sport.