KUALA LUMPUR – Suona come una beffa la motivazione che ha costretto Sebastian Vettel ad arrendersi senza segnare un tempo nel Q1, col tedesco costretto per questo motivo a prendere il via dall’ultima posizione nel GP della Malesia che si correrà domani.
Il pilota della Ferrari, uscito dai box a inizio sessione per segnare un giro veloce, è rientrato precipitosamente ai box dopo aver accusato un calo di potenza del motore. Subito Vettel ha avvisato il muretto, spiegando di aver avuto la sensazione di un problema al turbocompressore. I meccanici, che avevano compiuto un miracolo assemblando una power unit nell’arco di due ore dopo i problemi avuti da Vettel nelle FP3, hanno provato a risolvere la situazione nei dodici minuti a disposizione, ma non sono riusciti a rimandare in pista il pilota tedesco, che ha così subito un’altra mazzata in chiave mondiale dopo il ritiro nel GP di Singapore.
Dopo le qualifiche si è scoperto che sulla monoposto di Vettel in realtà non c’è stato una mancanza di affidabilità al turbo, e i problemi accusati dal quattro volte campione del mondo vanno ricondotti a un errato fissaggio della power unit, che ha determinato una mancanza di aria nella zona del turbocompressore.