MARINA BAY – Il weekend del GP di Singapore sta continuando a regalare spunti di interesse su ogni fronte riguardante il Circus. Prima a far parlare è stato il mercato motori, con la McLaren che ha annunciato la fine del rapporto con la Honda al termine di questa stagione e l’inizio dal 2018 di una nuova partnership con la Renault. La mossa contraria verrà fatta dalla Toro Rosso, nuovo team di riferimento della Honda.
Poi a regalare motivi di riflessione ci ha pensato il mercato piloti, con Sainz jr. che ha firmato un contratto annuale con la Renault, team col quale correrà la stagione 2018. Non solo: Nico Rosberg ha annunciato di essere diventato il nuovo manager dell’amico Robert Kubica, e il campione del mondo 2016 si adopererà in tutti i modi per riportare l’ex pilota della BMW in Formula 1.
Ora a regalare nuove notizie agli addetti ai lavori sono le possibili novità al Regolamento Tecnico del 2018. Stando a quanto abbiamo appreso nelle ultime ore, nella prossima stagione non verrà messa al bando la shark fin, la pinna a squalo presente su tutte le monoposto di F1. A differenza di quanto ipotizzato a inizio campionato, le vetture 2018 dovrebbero ancora montare questa soluzione distintiva, che si sta rivelando utile ai team per mettere in mostra alcuni sponsor e per meglio bilanciare l’assetto delle monoposto.
Ma per un particolare tecnico che sopravvive, ce ne sono due destinati a sparire. L’addio alle T-Wing era noto, mentre invece desta sorpresa la quasi certa messa al bando dei monkey seats a partire dal prossimo mondiale. La FIA ha optato per questa scelta a causa dei continui investimenti dei team nello sviluppo di questo piccolo profilo posto dietro allo scarico delle macchine. Più che per dare stabilità alle vetture, il monkey seat viene utilizzato per sfruttare in maniera sempre più efficiente i gas provenienti dallo scarico, un po’ come avveniva soprattutto nel 2011, nell’era degli “scarichi soffianti”.
“Penso che la FIA si sia preoccupata perché alcuni team usano le mappature del motore per dare energia all’ala posteriore – ha spiegato Andy Green, direttore tecnico della Force India – La FIA da un bel po’ di tempo ha una posizione fermamente contraria sotto questo aspetto. Volevano assicurarsi che la questione fosse chiusa, e tutti si sono mostrati d’accordo. C’è stato un accordo unanime. Nessuna squadra vuole che la FIA si rimetta a controllare tutte le mappature del motore. Preferiamo fare a meno di questo”.