SAN PAOLO – Il mercato di Formula 1 non è ancora chiuso, e il sedile da secondo pilota della Williams è ancora libero. Lance Stroll nella prossima stagione lascerà la scuderia di Grove per andare a correre alla Racing Point Force India, team di proprietà del padre. L’ex campione di Formula 3 verrà sostituito da Russell. Sirotkin invece sta provando a mantenere il posto, ma le sue quotazioni sono in ribasso.
In Messico era circolata con grande insistenza la candidatura di Esteban Gutierrez al ruolo di secondo pilota in Williams. Forte del sostegno finanziario della Telmex, Gutierrez porterebbe in dote diversi milioni di dollari e permetterebbe alla Williams di completare il budget. Nelle ultime ore si è però fatta sempre più concreta l’ipotesi di una promozione di Kubica al ruolo di pilota titolare, e in Brasile è emerso che la Williams ha presentato un’offerta ufficiale al polacco, che in questa stagione ha lavorato con la squadra come terzo pilota. Kubica, oltre all’opzione di tornare a correre in Formula 1 come titolare a otto anni di distanza dall’ultima volta, ha di fronte a sé anche la possibilità di firmare con la Ferrari per occuparsi del lavoro al simulatore.
“Penso di essere molto vicino a prendere la mia decisione – ha spiegato Kubica ad Autosport – Ci sto arrivando. Nella mia testa ho una deadline precisa, la cui scadenza è a breve. Tra pochi giorni deciderò cosa voglio fare e quale ritengo sia la direzione più giusta per me. Sono in una situazione agevole, e in un modo o nell’altro farò qualcosa che mi piace. Di sicuro molto dipende dalla mia idea su quale direzione prendere per il mio futuro, se voglio correre e dove voglio correre. Devo decidere se posso concentrarmi solo su una cosa, come ho fatto quest’anno”.
Stuzzicato dai giornalisti sulla trattativa in ballo con la Ferrari, oltre a quella con la Williams, Kubica ha detto: “Magari il desiderio di guidare e tornare a correre in Formula 1 è più grande di quello di abbracciare un progetto a lungo termine. E’ un qualcosa che devo ancora capire, anche perché non si tratta di decidere quello che voglio fare nei prossimi tre mesi o un anno”.