PHOENIX – La IndyCar si aspettava una gara noiosa a Phoenix, ma una caution negli ultimi giri ha dato vita a un finale a dir poco emozionante. Sull’ovale dell’ISM Raceway ad avere la meglio su tutti è stato Newgarden. Il campione in carica della IndyCar ha però dovuto sudarsi la vittoria fino alla fine, lottando ad armi pari contro un fenomenale Wickens, ancora una volta vicinissimo al successo dopo aver sfiorato la gloria nella sua prima gara nella categoria a St.Petersburg.
Newgarden ha comandato la gara dopo il terzo pit, tenendosi dietro Jones, Wickens e Hinchcliffe. Jones è però finito a muro a 22 giri dalla fine, pagando a caro prezzo un’uscita dalla traiettoria ideale, e ha provocato il congelamento della corsa. Wickens, Hinchcliffe e Rossi sono rimasti in pista, mentre Newgarden, Kanaan, Sato, Pagenaud e Rahal hanno effettuato un cambio gomme. Alla ripartenza Newgarden si è subito sbarazzato di Hinchcliffe e Rossi con un doppio sorpasso all’esterno, ma ha dovuto aspettare quattro giri per sopravanzare un Wickens che ha venduto cara la pelle fino alla fine e ha difeso la leadership con i denti, nonostante avesse pneumatici molto più usurati rispetto a quelli del pilota del team Penske.
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— IndyCar Series (@IndyCar) 8 aprile 2018
Il “rookie terribile” della IndyCar non è riuscito a tenersi dietro Newgarden, ma ha comunque colto un secondo posto importantissimo nella sua prima gara su ovale. Terza posizione per Rossi, autore di una straordinaria rimonta dopo essere stato penalizzato con un drive thru per aver colpito un suo meccanico durante la prima sosta ai box. Il pilota dell’Andretti Autosport ha dato spettacolo nella seconda metà di gara, e dopo il terzo pit stop ha risalito il gruppo con una bella serie di sorpassi, riuscendo ad arrivare fino alla zona podio, difesa nel finale dagli assalti del compagno di squadra Hunter-Reay e Dixon.
Sesta posizione per Hinchcliffe, che è stato anche in prima posizione dopo la seconda sosta, ma nel finale ha perso via via terreno a causa di gomme ormai finite. Settimo Carpenter, autore di una buona gara ma incapace nel finale di portare un attacco deciso a Hinchcliffe. Ottavo Kanaan, davanti a Rahal e Pagenaud, che ha perso tante posizioni per un primo pit stop lentissimo a causa di un’incomprensione coi suoi meccanici, che non avevano capito di dovergli cambiare una regolazione sull’ala anteriore. Solo tredicesimo Bourdais, che ha vissuto una gara travagliata. Dapprima la sua monoposto si è spenta all’inizio del giro di formazione, ma il pilota francese ha comunque potuto partire dalla prima piazza conquistata in qualifica. Bourdais nei primi giri ha comandato senza problemi la gara dell’ISM Raceway, ma al primo pit stop ha calcolato male il punto di fermata e ha colpito il meccanico della gomma anteriore destra, ricevendo perciò un drive thru. Il pilota del Dale Coyne Racing ha poi provato una strategia azzardata per recuperare posizioni, ma non ha pagato.
Giornata da dimenticare per Power, leader della corsa dopo il primo pit stop per ben 80 giri, ma incredibilmente finito a muro nel corso del passaggio numero 153. Un altro errore dopo quello commesso in partenza a St.Pete. Esordio infelice in IndyCar per Fittipaldi, che dopo un’ottima qualifica ha chiuso la sua gara al quarantesimo giro dopo un urto contro le barriere.