E’ passato un anno dall’incidente tra Ayrton Senna e Alain Prost avvenuto alla Triangle Chicane e il Circus della Formula 1 torna sulla pista di Suzuka per disputare il Gran Premio del Giappone 1990. In seguito al contatto avvenuto tra i due nell’edizione del 1989, ci fu il ritiro di Alain Prost e la vittoria con conseguente squalifica di Ayrton Senna; il risultato della corsa favorì il pilota francese che diventò così tre volte campione del mondo. In questa stagione, invece, il pilota brasiliano è arrivato in terra nipponica con 78 punti mentre il transalpino solo 69, il distacco tra i due quindi è fissato sulle 9 lunghezze. Al pilota sudamericano, per vincere il campionato in questa gara, serve un piazzamento fuori dai punti o un ritiro da parte del pilota della Ferrari. Le qualifiche del giorno precedente hanno visto Senna conquistare la pole position battendo di circa due decimi e mezzo il suo acerrimo rivale della scuderia di Maranello. In seconda fila partono Mansell (Ferrari) e Berger (McLaren) rispettivamente a sette decimi e a 1.1 secondi.
GARA – Ayrton Senna, in seguito alla conquista della pole position, non è soddisfatto della posizione della prima piazzola dello schieramento e vorrebbe che fosse spostata dal lato opposto della griglia. Prost si trova quindi sul lato pulito della pista di Suzuka e sfrutta questa possibilità per conquistare la leadership della gara dopo pochi secondi dalla partenza della gara. Giunti alla prima curva, Senna mantiene la traiettoria interna della pista non curandosi della presenza del suo ex-compagno di squadra. Il pilota brasiliano tampona la Ferrari di Prost conducendola, insieme alla sua McLaren, fuori pista e costringendo entrambi i piloti al ritiro dalla corsa. I commissari della FIA decidono di non sanzionare i due piloti considerando il contatto un normale incidente di gara.
In seguito all’incidente, a conquistare la leadership del Gran Premio è stato l’altro alfiere della McLaren, Gerhard Berger, che precedeva la Ferrari di Mansell. Durante la seconda tornata alla prima curva, teatro dell’incidente tra Senna e Prost, anche Berger vede finire la sua gara, dato che il pilota austriaco, in seguito ad un testa coda, si è insabbiato nella via di fuga, lasciando così la prima posizione a Nigel Mansell.
Dato che la Benetton anche in questa gara avrebbe adottato la strategia di non effettuare pit stop sia con Piquet sia con Moreno, Mansell è costretto a forzare la sua andatura e creare un gap consistente dai due piloti del team inglese. Il pilota britannico, dopo un velocissimo pit stop, per uscire in fretta dai box ed evitare che l’equipaggio Benetton lo sopravanzasse, ha causato un’eccessiva combustione all’interno del motore che ha portato alla rottura dell’albero di trasmissione della sua Ferrari 641. A sfruttare l’occasione sono stati i due piloti del team Benetton, Nelson Piquet e Roberto Moreno, i quali hanno conquistato rispettivamente la prima e la seconda posizione della corsa. Alle loro spalle Riccardo Patrese, che stava seguendo la stessa strategia dei due piloti brasiliani. Poche tornate dopo il pilota italiano della Williams si è reso conto che le sue Goodyear non sarebbero durate fino al termine della gara e quindi è tornato ai box per montare un nuovo set di pneumatici, lasciando quindi la sua terza posizione al pilota di casa Aguri Suzuki.
Le posizioni rimangono così congelate fino al termine del Gran Premio con Nelson Piquet che vince la sua 21° gara della carriera. Alle sue spalle il suo connazionale e compagno di squadra Roberto Moreno che ha concluso a 7.2 secondi dalla prima posizione. Terza posizione del podio per Aguri Suzuki, che diventa il primo pilota giapponese nella storia della Formula 1 a salire sul podio. Riccardo Patrese, Thierry Boutsen e Satoru Nakajima chiudono la zona punti con il pilota giapponese che è l’ultimo pilota in gara ad aver concluso a pieni giri.
Con il ritiro di Alain Prost in seguito all’incidente con Ayrton Senna alla prima curva dopo la partenza, il pilota francese non porta a casa alcun punto mantenendo il suo svantaggio dal brasiliano a 9 lunghezze. Il gap incolmabile tra Senna e Prost fa vincere il campionato ad Ayrton Senna che porta così a casa il suo secondo titolo piloti dopo quello conquistato nel 1988. Anche se la McLaren non ha concluso la corsa né con Senna né con Berger, riesce a conquistare il 6° titolo costruttori della sua storia e il terzo consecutivo.