Il Gran Premio d’Europa rientra nel calendario di Formula 1 nel 1999 dopo un anno di assenza dall’ultima edizione del ’97, che aveva chiuso quella stagione con l’assegnazione del titolo di campione del mondo a Jacques Villeneuve. Questa volta, però, non si corre a Jerez de la Frontera, ma si ritorna dopo tre anni sulla pista tedesca del Nurburgring.
Il Gran Premio d’Europa è la terzultima tappa del mondiale 1999, che fino a quel momento aveva assistito a una serie incredibile di colpi di scena in grado di rendere tiratissima la lotta per la conquista del titolo. Il più clamoroso di tutti è sicuramente l’incidente di Michael Schumacher a Silverstone, che a causa di un serio problema ai freni posteriori è andato a schiantarsi a quasi 300 km/h contro le barriere di protezione poste all’esterno della curva Stowe. Nell’impatto violentissimo, il tedesco si frattura tibia e perone della gamba destra ed è costretto a dire addio all’iride già a metà stagione.
Perso il suo alfiere più importante, le speranze della Ferrari di ritornare sul tetto del mondo dopo 20 anni di assenza sembrano ridursi al lumicino, ma il fato ha in serbo qualcosa di speciale per il Cavallino Rampante. Eddie Irvine, dopo la vittoria a sorpresa di Melbourne, vince in Germania e in Austria, mentre Mika Hakkinen, leader del campionato fino a quel momento con la McLaren Mercedes, comincia a perdere colpi su colpi. All’arrivo al Nurburgring, dunque, il finlandese e il nord-irlandese sono appaiati in testa alla classifica con 60 punti, seguiti da un sorprendente Heinz-Harald Frentzen (vincitore dell’ultima gara a Monza, ndr) con la Jordan Mugen-Honda a 50 e David Coulthard (McLaren Mercedes) a 48.
QUALIFICHE – Già a partire dalle qualifiche del sabato, la pioggia si rende subito protagonista del weekend tedesco. Pochi minuti prima del semaforo verde, infatti, arriva sul circuito un copioso scroscio d’acqua, che condiziona l’intera sessione. La scelta di quasi tutti i team, infatti, è quella di aspettare che la pista si asciughi per sfruttare gli ultimi minuti a disposizione per far segnare il miglior tempo. I migliori a sfruttare la situazione sono quelli della Jordan con Heinz-Harald Frentzen, che conquista la prima pole position stagionale davanti alle McLaren Mercedes di David Coulthard e Mika Hakkinen. Disastro, invece, per le Ferrari di Eddie Irvine e Mika Salo, quest’ultimo chiamato a sostituire l’infortunato Schumacher dopo Silverstone. Al muretto del Cavallino, infatti, sbagliano completamente la scelta degli pneumatici e così Irvine si deve accontentare del nono posto in griglia, mentre va ancora peggio a Salo, relegato in dodicesima posizione.
Nurburgring, 26 settembre 1999 – La partenza del GP Europa viene ripetuta due volte a causa di un problema sulla Minardi di Marc Gené. Al secondo start, Hakkinen passa in seconda posizione bruciando il compagno Coulthard, mentre nelle retrovie succede il finimondo: Hill ha un problema elettrico sulla sua Jordan e rallenta tantissimo poco prima della prima curva, viene centrato da Wurz, che a sua volta si intraversa e fa cappottare Diniz. La Sauber del brasiliano fa parecchi metri capovolta sul terreno, rompendo anche il roll bar, ma fortunatamente il pilota esce illeso dalla sua monoposto.
Dopo sei giri dietro la Safety Car, Frentzen continua a guidare il gruppo tallonato dalle due McLaren, mentre Irvine è già risalito al 6° posto, dietro Fisichella e Ralf Schumacher. Il romano della Benetton e il nord-irlandese della Ferrari ingaggiano un lungo duello che si protrae per più di dieci giri, finché Fisichella non commette un errore che fa passare Irvine. Poche tornate più tardi, Schumacher attacca Coulthard e si prende di forza la terza posizione provvisoria.
Intorno al 20° giro ritorna protagonista la pioggia. Alle prime gocce sull’asfalto, Panis (Prost), Hakkinen e Salo si fiondano in corsia box per montare gomme da bagnato.
Al 21° giro decide di rientrare anche Eddie Irvine per passare alle wet, ma un attimo prima di arrivare ai box il nord-irlandese cambia idea chiedendo via radio le gomme da asciutto, dato che la pioggia non era così intensa come sembrava nei primi minuti. Nella confusione generale, i meccanici della Ferrari perdono la posteriore destra: la F399 #4 rimane per tanti, interminabili secondi ferma ai box su tre ruote, ripartendo molto attardata. La scelta di Irvine di rimanere sulle slick si rivela però giusta, tant’è che tutti quelli che avevano montato le gomme da bagnato, Hakkinen in primis, devono ritornare subito ai box, per poi rientrare in pista in fondo al gruppo.
Un nuovo colpo di scena arriva al 32° giro: il leader della gara Heinz-Harald Frentzen rientra ai box per la sua sosta, ma in uscita ha un problema elettrico sulla sua Jordan, che si pianta clamorosamente subito dopo la prima curva. Un vero peccato per il pilota tedesco, che in caso di vittoria e con Hakkinen e Irvine fuori dalla zona punti avrebbe agganciato i due in testa alla classifica a due gare dal termine.
Al comando passa così la McLaren #2 di David Coulthard, proprio quando viene giù un secondo scroscio di pioggia, un po’ più forte del precedente. Solo Herbert (Stewart) decide di passare alle gomme da bagnato, mentre i primi decidono di continuare con le slick. Al 38° giro lo scozzese commette un errore, finendo prima in testacoda e poi contro le barriere.
Al comando va la Benetton di Giancarlo Fisichella, ma al romano tocca la stessa sorte di Coulthard: anche lui va in testacoda a causa dell’asfalto umido ed è costretto al ritiro al 49° giro. Passa così in testa Ralf Schumacher (Williams), che si era fermato ai box al giro 44 per il suo pit stop, ma il fratello di Michael ha una foratura alla posteriore destra, che lo costringe a fare tutto il giro molto lentamente.
Herbert, che si era fermato poche tornate prima per rimontare gomme da asciutto, passa così in prima posizione; l’inglese precede Trulli (Prost) e il compagno di squadra Barrichello, in lotta per la seconda posizione. Al quarto posto si trova a sorpresa Luca Badoer con la Minardi, seguito da Ralf Schumacher, Villeneuve (BAR), Gené (Minardi), Irvine e Hakkinen.
L’italiano della Minardi, purtroppo, è costretto al ritiro al 54° giro per la rottura del cambio, fermandosi nella corsia di rientro ai box, scoppiando in lacrime dopo essersi accovacciato sulla sua vettura. A cinque giri dal termine deve abbandonare anche Villeneuve, tradito anch’egli dal cambio della sua monoposto. Nello stesso momento Hakkinen, che stava pressando Irvine da diversi passaggi, induce all’errore il pilota della Ferrari, andando a
prendersi il sesto posto, che chiude la zona punti. A due giri dal termine il finlandese sorpassa anche l’altra Minardi di Marc Gené, portandosi in quinta posizione.
Nelle ultime tornate, Johnny Herbert gestisce senza problemi il vantaggio su Jarno Trulli e Rubens Barrichello, andando a conquistare la sua terza e ultima vittoria in carriera, mentre per la Stewart è il primo e unico successo della sua storia, che terminerà proprio alla fine del 1999 con la cessione alla Jaguar. Torna a punti dopo quattro anni anche la Minardi, che non raggiungeva questo traguardo dal Gran Premio d’Australia 1995, quando il portoghese Pedro Lamy giunse anch’egli sesto.
CLASSIFICA FINALE GP EUROPA 1999
EXTRA – Le “gufate” di Gianfranco Mazzoni durante il GP Europa 1999