La F1 riaccende i motori per la stagione 1994. Lo scenario è quello dell’Autodromo Carlos Pace in quel di San Paolo, Brasile. Il campione in carica Alain Prost ha appeso il casco al chiodo, lasciando il suo sedile in Williams ad Ayrton Senna. In casa Ferrari la coppia di piloti è sempre rappresentata da Alesi e Berger, mentre la Benetton affianca a Schumacher il giovane Jos Verstappen.
Si arriva a Interlagos con un regolamento profondamente modificato rispetto a quello dell’anno precedente. La grande novità è quella della reintroduzione dei rifornimenti di benzina nel corso delle gare. Un elemento in più che permette di differenziare le tattiche fra le varie squadre. Dal punto di vista tecnico invece va segnalata l’abolizione di diversi sistemi elettronici, quali ABS, sospensioni attive, traction control e telemetria bidirezionale. Queste modifiche sono state fatte per riportare il pilota al centro della F1, e inoltre per cercare di arginare lo strapotere delle Williams progettate da Adrian Newey.
Nelle qualifiche Ayrton Senna spreme al massimo la sua FW16 e riesce a prendersi la pole position con un tempo di 1.16.386. Alle spalle del brasiliano della Williams si piazza Michael Schumacher. Il giovane tedesco della Benetton, pur accusando tre decimi di distacco, è l’unico che tiene il passo di Senna. Basti pensare che il terzo classificato, il ferrarista Jean Alesi, è a un secondo e quattro decimi da Senna, e il quarto, Damon Hill, ha un secondo e mezzo di ritardo dal compagno di squadra. In terza fila a sorpresa ci sono il rookie Heinz-Harald Frentzen, su Sauber-Mercedes, e l’italiano Gianni Morbidelli con la Footwork. Poi Wendlinger, con la seconda Sauber, Hakkinen, con la McLaren motorizzata Peugeot, e la Benetton di Verstappen. Quattordicesimo Barrichello, su Jordan, davanti alla Minardi di Martini. Solo diciassettesima la Ferrari di Berger, bersagliato da problemi nelle qualifiche. Ventiduesimo Alboreto con la seconda Minardi.
GARA – Al via Senna scatta benissimo, a differenza di Schumacher, che viene infilato da Alesi. Senna comanda la corsa davanti ad Alesi, Schumacher, Hill, Frentzen, Hakkinen, Wendlinger, Verstappen e Berger, autore di uno scatto sensazionale. Schumacher prova subito a passare Alesi alla Junçao, ma finisce leggermente lungo e il francese rimane davanti. Al secondo giro però Schumacher prende di nuovo la scia di Alesi alla Junçao; il tedesco stavolta stacca perfettamente e supera la Ferrari. Dietro Hakkinen salta la Sauber di Frentzen e Berger sopravanza Verstappen.
Davanti Senna e Schumacher fanno il vuoto. Senna, che in due giri aveva accumulato già quattro secondi sul secondo, vede ad ogni giro assottigliarsi sempre di più il suo vantaggio sulla Benetton di Schumacher, che tiene un ritmo forsennato. Il Gp del Brasile mette a dura prova l’affidabilità delle vetture, soprattutto di quelle che hanno percorso pochi km durante l’inverno. Al quinto giro la Ferrari di Berger è già KO per la rottura del motore, e anche Morbidelli si deve ritirare per un problema tecnico, dovuto al cedimento del cambio. Anche Alboreto e Hakkinen si devono ritirare a causa di problemi al motore. Frentzen invece è tradito dalla sua esuberanza: il tedesco della Sauber, splendido quinto al suo debutto in F1, finisce in testacoda alla curva 8 e la sua gara termina lì.
I primi rifornimenti della stagione scorrono lisci, compreso quello della Ferrari di Alesi. Schumacher è vicinissimo a Senna, e al ventunesimo giro i due rientrano ai box per il pit stop. I meccanici della Benetton sono più rapidi dei colleghi della Williams e permettono a Schumacher di prendersi la leadership della gara. La velocità del box Benetton è dovuta anche alla rimozione dal bocchettone del safety filter, cioè la valvola che rallenta il flusso della benzina per motivi di sicurezza.
Dopo il pit stop Senna prova a ricucire il gap su Schumacher, ma il pilota della Benetton controlla agevolmente la gara. Gli unici patemi d’animo arrivano dai doppiaggi, che fanno perdere tempo prima a Schumacher e poi a Senna, e poi dagli incidenti. Il primo è quello della Tyrrell di Blundell, che finisce fuoripista alla Junçao e porta molto sporco in traiettoria. Il secondo crash, sulla Reta Oposta, è spettacolare, e costringe al ritiro ben quattro vetture. Irvine stringe la Benetton di Verstappen all’interno: l’olandese tocca l’erba, perde il controllo della monoposto e va a sbattere contro Irvine e la McLaren di Brundle, colpendo la testa del pilota inglese con una gomma. Nell’incidente è coinvolta anche la Ligier di Bernàrd. Il botto è spettacolare, ma nessun pilota riporta conseguenze fisiche. La pista è invasa dai detriti, ma la direzione corsa rimuove velocemente le monoposto e lo sporco, senza ricorrere alla safety car.
A trenta giri dalla fine Schumacher doppia la Ferrari di Alesi: solamente le Williams di Senna e Hill sono a pieni giri, ma la Benetton del tedesco è prossima a doppiare anche Hill, unico pilota di vertice ad aver scelto una strategia di una sola sosta. Dopo la seconda tornata di pit stop la situazione resta immutata, e dopo qualche passaggio Schumacher doppia Damon Hill. Senna ha ormai un ritardo di oltre 7 secondi da Schumacher, ma spinge per cercare di riavvicinarsi. Il brasiliano però forza troppo e al giro 55 Senna perde il controllo della vettura in uscita dalla Junçao e finisce in testacoda. Il brasiliano non riesce a ripartire: l’idolo di casa è costretto al ritiro.
Schumacher si prende quindi senza problemi la vittoria della gara inaugurale della stagione 1994. Il pilota tedesco è al suo terzo successo in carriera. Secondo è Damon Hill, con un giro di ritardo. Il gradino più basso del podio va a Jean Alesi, che nel finale tiene dietro uno scatenato Rubens Barrichello, autore di una bella rimonta. Quinto Katayama, che nel finale ha la meglio nel duello sulla Sauber di Wendlinger, complice uno scarico rotto sulla vettura del pilota austriaco. Ottavo posto per la Minardi di Martini, giunto sul traguardo a poca distanza dalla Lotus di Herbert.
CLASSIFICA DELLA GARA
Foto: Getty Images e Colombo.