Il Gran Premio del Belgio è la tredicesima tappa del campionato mondiale di F1 1998. La Ferrari e Schumacher arrivano sulle Ardenne forti del successo dell’Hungaroring, e la volontà del Cavallino è quella di accorciare il distacco in campionato da Mika Hakkinen e dalla McLaren. Ma a Spa la MP4/13 è letteralmente imprendibile sull’asciutto: Hakkinen conquista la pole davanti a Coulthard. Schumacher è terzo, staccato di oltre un secondo. Quarto Hill, su Jordan, davanti a un Eddie Irvine rallentato in un giro buono dal brasiliano della Tyrrell Rosset. Per quanto riguarda gli italiani, Fisichella è settimo con la Benetton, mentre Jarno Trulli porta la sua Prost-Peugeot in tredicesima posizione. Le Minardi di Nakano e Tuero chiudono il gruppo.
GARA – Alla domenica si scatena su Spa-Francorchamps un violento acquazzone. La direzione corsa decide comunque di far partire la gara con uno start normale. Alla partenza Hakkinen mantiene la leadership, davanti a Jacques Villeneuve, scattato benissimo dalla sesta posizione. Schumacher, partito maluccio, è terzo grazie a un leggero contatto tra Irvine e Coulthard. I primi quattro passano senza problemi la Source, ma dietro di loro succede il finimondo. Coulthard va a sbattere contro le protezioni, bloccando la pista, e venendo centrato da Irvine. I loro avversari li vedono troppo tardi a causa della pioggia, non riescono a frenare in tempo e danno il via ad un incredibile tamponamento a catena, che coinvolge più di metà schieramento. Riescono a scamparla Damon Hill, Tuero e Fisichella. I giudici di gara sono costretti a dare la bandiera rossa. Alcuni team minori hanno entrambe le vetture coinvolte nel mega incidente, e un solo muletto a disposizione: per questa ragione Barrichello, Panis, Salo e Rosset sono costretti a dare forfait. Barrichello, che nell’incidente ha preso una forte botta al gomito sinistro, è furibondo con la direzione gara per aver dato la partenza normale in quelle condizioni meteo. Anche Eddie Irvine ha riportato una forte contusione al ginocchio destro nel botto al via, ma decide di correre ugualmente.
Dopo una dozzina di minuti parte il nuovo giro di schieramento. Alla seconda partenza Hill brucia tutti quanti e passa la Source in testa: dietro di lui c’è Eddie Irvine. Hakkinen e Schumacher arrivano alla Source affiancati: il finlandese tocca leggermente Schumacher e si gira in testacoda. Le vetture cercano di sfilarlo, ma Herbert non può fare nulla per evitare la collisione con la McLaren. La gara di entrambi finisce qui e Schumacher, che si vede subito consegnare la seconda posizione da Irvine, ha un’occasione d’oro per guadagnare punti in chiave campionato. La gara prende una piega ancor più negativa per la McLaren: Coulthard, che era quinto, finisce fuori a Rivage, e riparte dopo che sono sfilati tutti. Ma il distacco di Coulthard è subito annullato, perché viene mandata in pista la safety car al fine di rimuovere le vetture di Hakkinen ed Herbert.
Si riparte al terzo giro, e subito Hill e Schumacher allungano su Irvine, Villeneuve, Frentzen, Alesi e sul resto del gruppo. La quarta posizione di Villeneuve dura poco: il canadese della Williams commette un errore, e perde due piazze. L’inglese della Jordan cerca di tenere dietro il rivale di tante battaglie e di due campionati, ma all’ottavo giro il ferrarista prende la scia di Hill e lo supera alla Bus Stop. Al decimo giro Irvine finisce fuori pista, e deve tornare ai box con l’ala anteriore incastrata sotto la vettura. Dopo il pit Irvine è nono. Nello stesso momento Coulthard rientra per il rifornimento e cambio gomme. Schumacher spinge al massimo, girando ad ogni giro minimo due secondi più veloce di Hill, ma dopo qualche giro il tedesco infligge anche quattro secondi a tornata al rivale più diretto per la vittoria. Al termine del sedicesimo giro Schumacher va ai box per il rifornimento e ne approfitta per togliere le gomme intermedie e mettere le rain: stessa scelta fa Jordan con Hill e la Sauber con Alesi e la Williams con Frentzen. Villeneuve rimane fuori con le intermedie e finisce fuori all’Eau Rouge, andando a sbattere e terminando lì la sua gara. Dopo il valzer dei pit stop la situazione vede Schumacher primo con 25 secondi su Hill. Terzo Ralf, poi Alesi, Frentzen, Diniz e Irvine, che però passa subito la Arrows di Diniz e si porta in zona punti.
La pioggia aumenta d’intensità, e Schumacher aumenta il vantaggio nei confronti di Hill. Il ferrarista ha problemi nel doppiaggio di Diniz, poi arriva vicino a Coulthard. Schumacher percorre due giri dietro allo scozzese, al quale vengono esposte le bandiere blu. Al giro 25, dopo Rivage, Coulthard rallenta per lasciare strada a Schumacher. Il pilota della Ferrari però non si aspetta un rallentamento di Coulthard, e lo prende in pieno. Schumacher danneggia irreparabilmente la sua Ferrari, mentre Coulthard perde l’ala posteriore. I due vanno ai box per ritirarsi, ma Schumacher è in preda all’ira per l’incidente e la vittoria sfumata e si dirige al box McLaren con l’intento di vendicarsi fisicamente di Coulthard. Schumi viene tenuto fermo da Domenicali e dai meccanici della Ferrari.
Per la Ferrari la giornata finisce due giri dopo: Irvine tocca un cordolo e si insabbia. Due giri dopo c’è un terribile incidente tra Fisichella e Nakano: la direzione corsa manda in pista la safety car. Hill e Alesi fanno la loro ultima sosta, mentre Ralf era rientrato prima dell’incidente, e mantiene la seconda piazza. Si riparte a 12 giri dalla fine, con Coulthard che è di nuovo in gara dopo le lunghe riparazioni al retrotreno della sua McLaren. Ralf Schumacher vorrebbe la vittoria, ma il muretto box della Jordan impone al tedesco di non attaccare Hill: Ralf accetta controvoglia. Damon Hill controlla così la corsa e va a conquistare la prima vittoria della storia della Jordan. Il team irlandese completa la festa col secondo posto di Ralf Schumacher, mentre a chiudere il podio è Jean Alesi. Chiudono la zona punti Frentzen, Diniz e Jarno Trulli, che ottiene il primo punto in campionato.
Dopo il Gran Premio del Belgio la classifica piloti rimane invariata nei piani alti, con Hakkinen e Schumacher separati da sette lunghezze.