Il GP del Belgio è il dodicesimo appuntamento del mondiale di Formula 1 1992. Il titolo è già nelle mani di Nigel Mansell, che nel GP d’Ungheria è salito sul tetto della F1 per la prima volta in carriera. Il Leone però non è sazio, e vuole impartire una lezione agli avversari anche sulla pista di Spa-Francorchamps. Senna invece vuole dar seguito alla bella vittoria conquistata in Ungheria per continuare la rincorsa al secondo posto nel campionato piloti, dove per il momento è terzo con sei punti di distacco da Patrese.
La vigila della gara di Spa viene agitata dai problemi finanziari di Brabham e Andrea Moda. La storica scuderia britannica, ormai sul lastrico, lascia la Formula 1 prima del GP del Belgio. L’Andrea Moda è invece presente a Spa, sebbene sappia di avere monoposto troppo scarse per potersi qualificare. Ed è presente in loco anche il proprietario Andrea Sassetti, che viene arrestato. Su di lui pendeva un mandato d’arresto internazionale per una storia di fatture false.
L’azione in pista vede brillare ancora una volta la Williams, spinta da un velocissimo Mansell. Il sabato a Spa piove, perciò la griglia viene decisa dai tempi fatti segnare nella sessione di qualifiche del venerdì. Mansell conquista la pole con quasi due secondi e due decimi di vantaggio su Senna. Terzo Patrese, davanti alla Benetton di Schumacher. Quinto Alesi, con la prima Ferrari. Ottima qualifica per Hakkinen, ottavo con la Lotus. Incredibile prestazione di Tarquini, che qualifica la Fondmetal-Ford in undicesima posizione, davanti alla Ferrari di Capelli. Settima fila per De Cesaris (Tyrrell) e Alboreto (Footwork). Diciassettesimo Modena, con la Jordan. Martini, al volante di una Dallara della Scuderia Italia, conquista la diciannovesima posizione, Naspetti (March) la ventunesima, mentre Morbidelli qualifica con difficoltà la Minardi in ventitreesima posizione. Niente da fare per l’altro pilota della scuderia di Faenza, Christian Fittipaldi, al ritorno in azione dopo tre gran premi di stop per infortunio.
Da segnalare un brutto incidente nelle prove del venerdì per Comas. Il pilota francese perse conoscenza nel botto, e Senna, che stava transitando dietro di lui, si fermò per dare una mano ai soccorsi.
GARA – Senna scatta bene su pista leggermente bagnata, tira una staccatona alla Source e si mette Mansell e Patrese alle spalle. Berger rimane piantato in griglia e la sua corsa è già finita, mentre Schumacher precede Alesi dopo aver perso la posizione in partenza ed essersela ripresa sul rettifilo del Kemmel. Senna non ha passo, e al secondo giro viene superato da entrambe le Williams. A Spa inizia a piovere, e i piloti faticano a tenere in pista i loro bolidi. Al terzo giro Mansell e Alesi rientrano per montare le gomme da bagnato. Nella tornata successiva anche Schumacher passa alle gomme wet, seguito nel giro successivo da Brundle e Hakkinen, mentre Patrese e Senna continuano con gomme da asciutto.
Dopo la sosta c’è una bellissima lotta tra Mansell e Schumacher, ma il pilota della Williams tiene dietro il tedesco. Patrese si ferma, e al ritorno in pista è davanti a Mansell, che però lo passa subito prima dell’Eau Rouge. Il Leone è in scia ad Alesi, che gli era balzato davanti col pit stop: al giro 7 Mansell attacca, il pilota francese sbanda e viene toccato alla gomma posteriore sinistra, che si buca subito. La Ferrari si gira alla Source e non riesce a ripartire: gara finita per Alesi. Mansell, per evitare la Ferrari ferma, perde la seconda posizione a vantaggio di Patrese, ma se la riprende alla Bus Stop due giri dopo.
La pista è piuttosto bagnata, e Senna paga a caro prezzo l’azzardo di rimanere in pista con le slick, vedendosi tornare sotto tutti gli avversari. In due giri Senna perde dieci secondi su Mansell, che al decimo giro lo passa alla Bus Stop. Senna blocca per metà pista Patrese, ma a Stavelot l’italiano supera il pilota della McLaren. Il brasiliano incredibilmente non rientra ai box, e viene sverniciato anche da Schumacher, Brundle e Hakkinen. Al tredicesimo giro Senna monta gomme da bagnato e torna in pista lontanissimo dai primi.
Mansell pennella alla perfezione ogni curva: Patrese invece è in difficoltà, e le Benetton gli si fanno sotto. Dietro Capelli, con la Ferrari, è sesto ed è messo sotto pressione da Herbert. Ma al giro 25 Capelli si ritira per la rottura del motore, e lo stesso problema ferma Tarquini. Schumacher è veloce, ma non ha lo spunto necessario per provare l’affondo su Patrese. La pista intanto comincia ad asciugarsi, e Senna è il primo a tentare l’azzardo degli pneumatici da asciutto.
Al giro 28 Schumacher commette un errore a Stavelot, uscendo di pista, e il compagno di squadra Brundle lo sopravanza. Il tedesco decide di giocarsi il tutto per tutto, e va ai box per mettere le gomme slick. Intanto Senna si gira in testacoda alla Source attaccando Lehto: il brasiliano riparte subito. Schumacher va fortissimo con le gomme da asciutto, e la Benetton richiama ai box anche Brundle. Schumacher va cinque-sei secondi al giro più veloce delle Williams, e Patrese decide di passare alle gomme da asciutto. Mansell aspetta ancora, e rimane bloccato dai doppiati. Finalmente il pilota della Williams passa agli pneumatici slick, ma l’inglese torna in pista dietro a Schumacher, staccato di quasi 7 secondi.
Mentre Patrese deve resistere agli assalti di Brundle, e Senna rimonta fino alla zona punti, Mansell guadagna sempre qualche decimo su Schumacher, ma a sette giri dalla fine inizia a perdere sei secondi al giro: sulla sua Williams FW14B si sta rompendo uno scarico! Patrese però non spinge troppo, e Mansell può gestire i sette secondi di vantaggio sul pilota italiano.
Schumacher non ha più avversari, prende la bandiera a scacchi e vince la prima gara in carriera! Secondo Mansell, davanti a Patrese. Quarto Brundle, con la seconda Benetton. Quinto Senna, che a due giri dalla fine si prende la posizione su Hakkinen con uno spettacolare sorpasso all’esterno sul rettilineo del Kemmel. Settimo Lehto, con la Dallara della Scuderia Italia. Ottavo posto per De Cesaris, dodicesimo Naspetti, quindicesimo Modena e sedicesimo Morbidelli.