Il Gran Premio degli Emirati Arabi Uniti è il terzultimo appuntamento della stagione 2012. Nello scenario di Abu Dhabi, precisamente nella bellissima isola di Yas Marina, questa tappa mondiale è risultata decisiva per l’assegnazione del titolo iridato 2012. Sebastian Vettel e Fernando Alonso, entrambi in lotta per la vittoria finale del campionato, si presentarono allo Yas Marina Circuit con un distacco di 13 punti a favore del pilota tedesco. Considerando anche le quattro vittorie consecutive ottenute nei week-end precedenti, l’alfiere della Red Bull arrivò nell’Emirato con tutti i favori del pronostico, fattore che mise sotto pressione l’interna scuderia Ferrari e lo stesso Fernando Alonso. Nonostante questo la McLaren risultò la vettura più competitiva nell’arco dell’intero week-end, soprattutto con Lewis Hamilton che confermò una grandissimo feeling con le curve del nuovissimo tracciato progettato dall’architetto Hermann Tilke. Durante le prove libere la vettura dell’inglese si rivelò quella più efficace e la stessa Red Bull, per la prima volta dopo la pausa estiva, si ritrovò a inseguire una competitività non proprio evidente.
Come al solito la Ferrari dovette affrontare alcuni problemi di competitività sul giro secco, mostrando però durante le FP2 un ottimo passo gara. Nessuna novità quindi rispetto ai week-end precedenti, nonostante un pacchetto aerodinamico completamente nuovo. Come da previsione, i risultati delle prove libere non furono alterati durante la sessione di qualifica e Lewis Hamilton conquistò la pole del GP davanti alle due Red Bull di Webber e di Vettel. Maldonado concluse la propria qualifica in quarta posizione, seguito da Kimi Raikkonen, Jenson Button e Fernando Alonso. Durante la Q3 avvenne però l’impensabile: a causa di un errore di calcolo, gli ingegneri del team Red Bull inserirono nella vettura di Sebastian Vettel un quantitativo di carburante non sufficiente per effettuare il giro veloce e il giro di rientro nel post sessione. Il pilota tedesco, a causa di questa negligenza, dovette parcheggiare la propria auto sotto il ponte del tracciato di Yas Marina, non riportando quindi la propria RB8 ai box come richiesto dal Regolamento Sportivo. Dopo svariate ore di controlli la direzione gara si rese conto che la quantità di carburante rimasta nel serbatoio era inferiore a un litro, quantità minima prevista dal regolamento per consentire ai tecnici di effettuare i controlli nel post sessione. Questo pesante errore costrinse il pilota tedesco a partire dal fondo dello schieramento.
Considerando la difficoltà nell’effettuare sorpassi nel tortuoso tracciato di Yas Marina, il pilota tedesco (di comune accordo con la scuderia) decise di partire dalla pit lane per avere la possibilità di cambiare il proprio set-up aerodinamico e le regolazioni del cambio. Vettel azzardò un set-up completamente nuovo che puntava sulla velocità negli allunghi, fattore fondamentale per effettuare i sorpassi al termine dei lunghi rettilinei presenti nel tracciato dell’Emirato. Oltre a questo, la scelta del tedesco puntava ad evitare il gran traffico presente alla prima curva. Pedro De La Rosa, a causa di un problema durante il giro di ricognizione, si accodò in pit lane all’alfiere della Red Bull. Al via Lewis Hamilton mantenne la testa della corsa, seguito da Kimi Raikkonen, Pastor Maldonado e da Mark Webber. Come al solito il pilota australiano sbagliò lo stacco frizione e in pochi secondi si ritrovò in mezzo al gruppo. Grandissima partenza anche per Fernando Alonso che, dopo aver effettuato un paio di sorpassi nel primo settore, eseguì una grandissima manovra nei confronti di Mark Webber al termine del secondo settore.
Dopo il primo giro si ritrovò quindi in quarta posizione, alla spalle del venezuelano della Williams. Nelle retrovie si evidenziò un contatto tra Bruno Senna e Nico Hulkenberg, mentre subirono una foratura Romain Grosjean e Paul Di Resta. Il primo giro di Vettel risultò abbastanza aggressivo e dopo aver quasi superato tutte le vetture più lente che gli stavano davanti, il pilota tedesco urtò leggermente la propria ala anteriore con il posteriore della Williams di Bruno Senna. Nonostante un lieve danno alla deriva dell’ala, Vettel decise di non rientrare ai box per effettuare il cambio del pezzo danneggiato. Il primo colpo di scena arriva durante l’ottavo giorno: Narain Karthikeyan e Nico Rosberg arrivarono al contatto nella parte iniziale del terzo settore, con la vettura del tedesco che decollò sulla HRT del pilota indiano. Questo incidente costrinse la direzione gara a far entrare in pista la prima safety car della corsa. Sebastian Vettel, già risalito in dodicesima posizione, per evitare un contatto con Daniel Ricciardo colpì un pannello di segnalazione di inizio zona DRS, danneggiando irreparabilmente la propria ala anteriore. A causa di questo contatto il pilota tedesco dovette rientrare in corsia box, retrocedendo nuovamente in ventunesima posizione.
Nonostante alcuni problemi di messa in temperatura delle mescole e un attacco improvviso di Kimi Raikkonen, alla ripartenza Hamilton riuscì a tenere la testa della corsa. Il vero spettacolo avvenne però nelle retrovie: Vettel continuò a tenere un ritmo forsennato e alla ripartenza effettuò un bellissimo sorpasso ai danni di Romain Grosjean (il tedesco effettuò il sorpasso al secondo tentativo visto che nel primo aveva superato la linea di carreggiata e fu costretto a restituire la posizione al francese). Al ventesimo giro Fernando Alonso effettuò il sorpasso nei confronti di Pastor Maldonado, portandosi quindi in terza posizione dietro al duo di testa formato da Hamilton e Raikkonen. Nello stesso giro avviene però il colpo di scena: Lewis Hamilton accusò alcuni problemi alla pompa del carburante ed fu costretto a parcheggiare la propria vettura al termine del secondo settore. Si trattò di un ritiro pesantissimo e dell’ennesimo problema di affidabilità sulla MP4/27. Al comando si pose quindi Kimi Raikkonen, seguito da Fernando Alonso e Pastor Maldonado.
Due giri dopo anche Webber tenta il sorpasso nei confronti di Maldonado ma le due vetture finiscono col toccarsi e Mark conclude la propria manovra con un testacoda. Lo stesso australiano sarà protagonista di un’ulteriore testacoda, questa volta dovuto a un contatto con Felipe Massa (che perderà tre posizioni). Nello stesso giro Vettel effettua il sorpasso ai danni di Ricciardo, portandosi quindi in zona punti. Tra il 28° e il 30° giro tutti i top driver eseguirono il proprio stop, con Vettel che risalirà fino alla seconda posizione. Il tedesco posticipò la propria sosta fino al 37° giro e grazie a un ritmo pazzesco riuscì a rientrare in pista in quarta posizione, dietro a Kimi Raikkonen, Fernando Alonso e Jenson Button. Un giro dopo Di Resta attaccò Grosjean, con Perez che tentò di approfittare del momento per effettuare un doppio sorpasso. Il messicano andò però lungo e nel modo di rientrare in pista tamponò il francese della Lotus che andò diretto verso la vettura di Webber. La vettura dell’australiano risultò completamente distrutta nel posteriore e insieme a Grosjean fu costretto al ritiro. Questo impatto costrinse la direzione gara a far entrare in pista la seconda safety car della corsa, ricompattando il gruppo e favorendo la rimonta di Vettel. Il tedesco ricucì il distacco dal trio di testa e grazie alle gomme soft montate durante l’ultimo pit stop si ritrovò tra le mani la possibilità della vittoria.
Alla ripartenza il finlandese della Lotus mise tra se e Alonso un distacco di sicurezza, un vantaggio che a fine gara risultò decisivo. Nel frattempo Vettel e Button si ritrovarono a lottare per il terzo gradino del podio, con il tedesco che riuscì ad avere la meglio grazie a un grandissimo sorpasso e alla maggiore performance delle proprie gomme soft (l’inglese della McLaren montava gomme dure). Fernando Alonso, dopo aver perso qualche decimo nei due giri successivi alla ripartenza, cominciò a mettere pressione al pilota finlandese con un passo gara davvero importante. Le ultime tornate risultarono infatti decisamente emozionanti con lo spagnolo che rimontò gran parte del distacco che lo separava da Raikkonen. La rimonta non fu però sufficiente: Kimi Raikkonen tagliò per primo il traguardo, riportando la Lotus alla vittoria dopo parecchi anni di digiuno.Quella di Abu Dhabi fu anche la diciannovesima vittoria del pilota finlandese, la prima dopo il rientro in Formula 1 dopo la parentesi WRC. Concluse in seconda posizione Fernando Alonso, seguito da uno straordinario Sebastian Vettel, da Jenson Button e da Pastor Maldonado. Il tedesco della Red Bull, grazie a questa super rimonta, mise in cascina alcuni punti che in Brasile risultarono decisivi per l’assegnazione del titolo mondiale.
F1 2012 ABU DHABI GP RACE EDIT
La rimonta di Sebastian Vettel
CLASSIFICA FINALE GP ABU DHABI 2012