La 24 ore di Le Mans, è certamente una delle tre gare più importanti ed affascinanti del mondo del motorsport, insieme alla 500 miglia di Indianapolis e al Gran Premio di Monaco di Formula 1.
In questa puntata speciale di Fastback analizzeremo la corsa che ha creato una nuova era della 24 ore di Le Mans, ovvero l’edizione 2006. Gara importante perché, per la prima volta dopo 83 anni, a conquistare il trofeo del vincitore non è stata una vettura con motore a benzina bensì una monoposto disposta di propulsore diesel.
Alle 17 di sabato 17 giugno 2006 scatta la 24 ore di Le Mans 2006 e a partire in testa alla corsa c’è l’Audi R10 TDI formata dall’equipaggio di Dindo Capello, Tom Kristensen e Allan McNish, alle loro spalle ci sono la vettura gemella condotta da Frank Biela, Emanuele Pirro e Marco Werner, e la Pescarolo C60 (che montava un motore ibrido) di Collard, Comas e Minassian.
La gara non fa in tempo ad iniziare che dopo una decina di minuti, precisamente durante il 3° giro, scende in pista la Safety Car per rallentare il gruppo a causa dell’incidente occorso a Fabio Babini, il quale ha distrutto la sua Aston Martin DBR9 alle curve Porsche. Nei due giri in cui la vettura di sicurezza percorre il tracciato in testa al gruppo, c’è grande movimento all’interno della corsia dei box con diverse vetture della classe GT1 che rientrano in pit lane per far sistemare le proprie vetture afflitte da diversi problemi meccanici.
In seguito al rientro della Safety Car al 7° giro, la gara prosegue tranquillamente e alle 19, due ore dopo lo start della gara, le prime tre posizioni sono ancora invariate rispetto alla griglia di partenza con l’Audi #7 che precede di mezzo minuto la vettura gemella. Quaranta minuti più tardi, nel corso del 34° giro assistiamo a un doppio ritiro, prima quello della Courage LC70 di Shinji Nakano, il quale parcheggia la vettura del team Courage Competition sull’erba della curva Mulsanne. Pochi attimi dopo è stata costretta al ritiro anche la Panoz Esperante GT-LM #77 del Multimatic Motorsports.
A 2 ore e 45 minuti dalla partenza, le due Audi effettuano il loro primo pit stop con la #7 che ritorna in pista in testa alla gara con un distacco di circa 7 secondi dalla vettura #8. Il giro successivo però si svolge un’inaspettata sosta della R10 #7 nella quale viene effettuato un altro rabbocco di carburante. Questa fermata ai box reagala alla monoposto guidata da Dindo Capello la leadership della gara. In seguito anche la Pescarolo in quarta posizione effettua la prima sosta ai box, mentre la Spyker C8 #85 è la quarta vettura a ritirarsi dalla corsa. Poco più tardi anche l’altra Pescarolo rientra ai box spendendo molto tempo (circa 20 minuti) e perdendo quindi il terzo posto virtuale a favore dell’altra vettura del team, uscirà dai box in 7° posizione.
Un’altra vettura che ha perso molte posizioni è stata l’Audi R10 TDI guidata da Tom Kristensen, la quale è stata costretta a rientrare ai box per sostituire varie parti del motore perdendo così 6 giri nei confronti della monoposto che guidava la corsa. La vettura riconquista quindi il tracciato e dopo 8 ore e mezza dalla partenza riconquista il terzo gradino del podio dopo la sosta ai box della Dome S101 #14.
Notte abbastanza travagliata per il team Pescarolo il quale è impegnato con una sosta di 80 minuti per la macchina di Nicolas Minassian, e per un’uscita di pista di Frank Montagny alla curva Mulsanne. Il francese è stato fortunato dato che i commissari sono riusciti a far riparte la monoposto che è rientrata ai box per sostituire le gomme e rifornirsi di carburante, mentre l’Audi in testa alla corsa guadagnava un altro giro di vantaggio. L’altra Audi, intanto effettua un pit stop che le fa perdere una posizione che però riesce a riconquistare facilmente dopo poco.
Nelle prime ore del mattino si ritira anche l’altra Spyker C8 a causa della rottura di una valvola che il team non è riuscita a sistemare. Al momento del rientro ai box, la vettura olandese si trovava nella seconda posizione di classe. Ad approfittarne è stata la Porsche #93 che è salita al secondo posto, a 6 giri di distacco dal leader di classe, e la Panoz Esperante #81 che ha agguantato il podio provvisorio. Rimanendo tra le vetture GT, bisogna notare la stupefacente gara della Aston Martin DBR9 #009 che a 16 ore dalla partenza si ritrova nella quarta posizione della classifica generale davanti alla Pescarolo di Minassian, Collard e Comas. A sei ore dal termine la Pescarolo #16 è molto indietro, infatti a ricoprire la 4a, 5a e 7a posizione ci sono 3 vetture della classe GT1 con l’Aston Martin ancora in testa davanti alle due Chevrolet Corvette e la 6a piazza, invece, è occupata dalla MG-Lola EX264 #25, leader della classe LMP2.
A 5 ore dal termine, la Lola #25 è costretta a una sosta ai box molto lunga a causa di un doppio problema all’alternatore e allo starter della vettura. Per fortuna del team inglese, l’equipaggio formato da Wallace (in quel momento alla guida), Newton e Erdos, aveva accumulato ben 15 giri di vantaggio sulla vettura che seguiva nel corso della gara. Con questo problema la Pescarolo #16 riesce a guadagnare una posizione portandosi al 7° posto. Intanto arriva il secondo ritiro per un equipaggio,all’interno del quale è presente un pilota italiano. La Porsche 911 di Luca Riccitelli si è dovuta fermare a poche ore dal termine della corsa a causa di un problema la motore.
A meno di 3 ore dalla bandiera a scacchi la Aston Martin DBR9 #009, in quel momento leader della classe GT1, è forzata a rientrare ai box a causa di un problema meccanico che gli fa perdere 50 minuti e la leadership della classifica di classe che va così alla Chevrolet Corvette #64, ma anche la posizione sul podio. La Pescarolo continua ad approfittarne e si porta così in 6a posizione della classifica generale.
La gara si conclude con la vittoria dell’Audi R8 TDI #8 (vincitori anche della classe LMP1)comandata da Frank Biela, Marco Werner e Emanuele Pirro, alle loro spalle chiudono la Pescarolo #17 guidata da Eric Hélary, Frank Montagny e dall’allora bi-campione del mondo rally Sébastien Loeb, staccati di 4 giri dai vincitori. Terzo posto per l’altra Audi, la #7 composta da Dindo Capello, Tom Kristensen e Allan McNish, i quali finiscono a 13 giri di distanza dai loro team mate.
Quarta posizione generale e prima di classe GT1 per la Chevrolet Corvette C6.R #64 guidata da Olivier Beretta, Olivier Gavin e Jan Magnussen, alle loro spalle la Pescarolo #16 (LMP1), l’Aston Martin DBR9 #099 di Enge, Turner e Piccini e l’altra Chevy, la C5-R #72 di Alphand, Goueslrd e Policand.
La MG-Lola #25 del team Ray Mallock Limited, riesce a conquistare la vittoria nella classe LMP2 grazie all’ottima gara di Mike Newton, Thomas Erson e Andy Wallace. La vettura ha concluso in 8a posizione nella classifica generale precedendo di 5 posti la seconda classificata di classe, ovvero la Lola B05/42 #24 di Binnie, Tereda e Timpany. Chiude il podio della LMP2 la Courage C65 #27 di Lally, Macaluso e James.
La vittoria della classe GT2, invece, va alla Panoz Esperante #81 con Lawrence Tomlinson, Tom Kimber-Smith e Richard Dean, i quali sono riusciti a conquistare la 15 posizione generale, precedendo di una posizione (nella generale) la Porsche 911 #83 di Nielsen, Ehret e Farnbacher e la Ferrari F430Gt #87 di Kirkaldy, Niarchos e Mullen.
L’Audi vince la sua sesta 24 ore nelle ultime sette edizioni e diventa la prima vettura con motore diesel a vincere questa gara. Per le corse endurance non si tratta della prima vittoria in assoluto di un motore differente da quello benzina dato che 3 mesi prima la stessa Audi aveva vinto la 12 ore di Sebring e che nel 1998 la BMW 320d è riuscita a trionfare alla 24 ore del Nurburgring. Un’altra nota importante di questa gara è l’assenza di una Porsche sul gradino più alto del podio di almeno una delle classi partecipanti. Questo non accadeva dal 1991.