La Verizon IndyCar Series ha regalato dei verdetti sorprendenti nelle prime due gare del campionato 2017, con Sebastien Bourdais e James Hinchcliffe che si sono aggiudicati le gare di St.Petersburg e Long Beach, col primo citato che al momento guida la classifica generale.
Ma il fattore più incredibile di questo scorcio di stagione è sicuramente la ritrovata competitività della Honda. I giapponese, tramite il loro quartier generale dell’Honda Performance Development, sono riusciti a realizzare un motore competitivo e finalmente in grado di tenere testa a quello prodotto dalla Chevrolet. Se nelle ultime due stagioni i nipponici avevano palesato un evidente ritardo tecnico, portando a casa solo due vittorie su piste ovali nel 2016, quest’anno il trend è cambiato, con la Honda capace di dominare i primi due round della IndyCar.
Dietro alla ‘rinascita’ della Honda c’è un grande lavoro svolto dall’Honda Performance Center, ma il segreto sembra essere l’arrivo nel reparto motori di un ex tecnico della Ferrari, David Salters. “C’è stato un netto cambio di mentalità della Honda rispetto all’anno scorso – ha affermato Graham Rahal, il miglior pilota del 2015 e 2016 fra i motorizzati Honda – C’era un approccio molto conservativo nella messa a punto e nelle mappature, ma ora si va più al limite. Forse è anche per questo che ci sono stati più problemi d’affidabilità, ma a un certo punto si deve anche rischiare un po’. David Salters, arrivato all’HPD direttamente dalla Ferrari, è uno dei fattori chiave del cambiamento. Tutti nell’HPD hanno il merito per i progressi fatti, ma ritengo che lui abbia dato un contributo importantissimo. Fin dal primo giorno ha alzato l’asticella, ha voluto che si spingesse il motore al limite. Alla Honda l’hanno ascoltato, e hanno realizzato un motore fortissimo e che è efficiente anche nel consumo”.