Nei giorni 9 e 10 Gennaio nell’autodromo di Pergusa è iniziata la 3° edizione di Rally Italia Talent nella quale abbiamo avuto l’opportunità di rivolgere qualche domanda all’artefice di tutto ciò, Renzo Magnani. Dopo essere arrivati all’autodromo e aver affrontato le prove di selezione abbiamo incontrato l’ideatore dell’iniziativa iniziato la nostra chiacchierata :
“Chi sei e qual è il tuo percorso sportivo?”
“Io sono Renzo Magnani, la mia passione sono sempre stati i rally e ho iniziato a correre negli anni 70 con una Fulvia hf gruppo 3, poi con una Lancia Beta e successivamente 2 anni con la Lancia Stratos con cui ho avuto dei successi sportivi importanti per me: 13 gare, 5 arrivi 5 vittorie”
“Com’è nato Rally Italia Talent?”
“Rally Italia Talent è nato per caso, era il 7 Agosto del 2013, mi ha chiamato il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani per chiedermi se avevo qualche idea per ridare vigore al settore rally, allora gli ho detto che ci avrei pensato; chiudo la telefonata, ero solo a casa a Milano e comincio a fare zapping alla tv quando ho visto il casting di Xfactor, e allora mi sono detto: perché non fare un talent anche nei rally? E così è nato Rally Italia Talent.”
“Qual è la finalità di Rally Italia Talent?”
“L’idea è nata perchè in Italia non c’è nulla che aiuti i giovani ad avvicinarsi a questo sport, allora abbiamo pensato che con questa iniziativa potevamo dare spazio sia giovani, ma anche ai meno giovani, in primo luogo perché stare al fianco dei nostri esaminatori è un’occasione importante per coloro che partecipano al talent, e poi volevo far passare il messaggio che questa iniziativa è, non solo un modo per trovare dei buoni piloti da far crescere, ma dare la possibilità a tanti di provarci tenendo conto che i nostri esaminatori danno tante informazioni di sicurezza stradale, che sono importanti non solo nei rally ma,forse ancor di più, nella guida di tutti i giorni; a volte basta qualche consiglio dato bene per salvarti la vita.”
“Cosa pensi delle critiche mosse a te e all’organizzazione e cosa del calore trasmesso dai partecipanti?”
“…Beh il calore è eccezionale, la nostra è una grande famiglia. Le critiche, per qualsiasi iniziativa nuova sono normali, però ci sono due tipi di critiche costruttive che sono molto importanti e ci aiutano a migliorare, poi ci sono quelle faziose che lasciano il tempo che trovano, soprattutto da partecipanti che erano convinti di essere “fenomeni” e che poi tali non si sono dimostrati…ognuno si sente bravo in qualcosa ma magari non lo è. Sulle critiche faziose ognuno può pensare giustamente quello che vuole, noi crediamo di fare il nostro meglio.”
“Quali sono le iniziative parallele o di Rally Italia Talent che vorreste sviluppare in futuro?”
“Le iniziative essenzialmente sono due. Una è Rally Italia Championship, ovvero gare a basso costo che abbiamo già provato a lanciare lo scorso anno, ma come tutte le novità incontrano un po’ di difficoltà nell’essere comprese, comunque lo riproporremo e sono sicuro che anche questo potrà avere un buon successo. L’altra idea è quella di creare una scuola rally, perché oggi in Italia a parte la scuola di pilotaggio di Vittorio Caneva non c’è altro, noi vorremmo dare un po’ a tutti la possibilità di avere questa formazione fatta dai nostri esaminatori, che sono tutti dei grandi campioni di questo sport, una di queste vorremmo farla proprio all’Autodromo di Pergusa.”
“Secondo te a cosa è dovuta la difficoltà dei piloti italiani ad arrivare nel mondiale rally?”
“Sicuramente il primo problema è dovuto alla mancanza di una casa costruttrice italiana nel campionato del mondo. Ricordo bene come in passato (anni 70’) oltre al team ufficiale Lancia c’erano dei team satellite come Grifone, Tre colli, Jolly club che riuscivano a portare avanti tanti piloti italiani. Quest’anno noi come Rally Italia Talent siamo riusciti a fare questa partnership con Abarth che per il momento è una collaborazione che si ferma al talent, però essere riusciti ad abbinare di nuovo il marchio Abarth alla parola rally potrebbe avere un apertura nel futuro. L’altro motivo importante sono le difficoltà economiche, perché personalmente quando ho iniziato a correre avevo la mia Lancia Fulvia hf con la quale andavo a scuola, la domenica montavo il para coppa, il roll bar e i fari, andavo a correre finito toglievo tutto e tornava di serie, oggi le auto hanno dei prezzi fuori di testa e credo che ,sia la FIA sia la nostra federazione, dovranno prendere provvedimenti in merito.”