Scott Dixon non è riuscito a trovare la prima vittoria stagionale nemmeno alla 500 Miglia di Indianapolis. A dire il vero il cinque volte campione IndyCar, nelle due settimane di prove e gara, non ha mai avuto il passo per ambire a bere il latte nel rito riservato al vincitore della corsa più importante dell’anno.
Nonostante il Chip Ganassi Racing sia parso in evidente difficoltà nell’appuntamento cruciale del campionato, Dixon ha comunque provato a inserirsi nella lotta per il successo seguendo una linea strategica completamente diversa da quella dei piloti più veloci. Mentre Pagenaud ha scelto di fare stint da 32 giri spingendo come un forsennato, Dixon ha provato a ritardare in più di un’occasione la sosta ai box, risparmiando etanolo per provare a fare un pit stop in meno. La strada seguita dal cinque volte campione IndyCar gli aveva permesso di guidare la corsa per una quindicina di giri e di effettuare il terzo rifornimento al passaggio numero 111, ben 11 giri dopo Pagenaud. Ma la caution provocata dall’incidente ai box di Ericsson ha rovinato la strategia di Dixon, che doveva ancora fare la quarta sosta mentre i protagonisti avevano già rifornito e cambiato le gomme.
“Avevamo una quindicina di giri di vantaggio su Pagenaud in termini di carburante ed eravamo in testa, consapevoli di dover fare una sosta in meno – ha spiegato Dixon a fine gara – Sarebbe stato interessante vedere cosa sarebbe accaduto senza quella caution: purtroppo non lo sapremo mai. Poi c’è stato anche l’incidente fra Rahal e Bourdais, e io mi sono ritrovato lì in mezzo. Qualcuno mi ha colpito nel retrotreno e mi ha spinto contro Kimball. Nel contatto ho rotto l’ala e la parte anteriore destra del fondo. Nell’urto si è danneggiato anche il cambio, che è rimasto bloccato in sesta marcia”.
Il pilota del team Ganassi, dopo aver elencato quanto successo in pista, ha aggiunto qualche riflessione sul pacchetto messogli a disposizione dalla sua squadra alla 500 Miglia di Indianapolis. “La macchina in gara non era male, e andava molto forte. Forse avremmo potuto mettere un po’ più carico. Nell’ultima parte della gara, con le temperature più alte, ho faticato di più. Ad ogni modo, voglio essere chiaro e sincero: c’è molto lavoro da fare. Se vogliamo puntare a vincere, dobbiamo qualificarci meglio di quanto fatto negli ultimi due anni. Penso inoltre che in questo momento Honda paghi qualcosa rispetto a Chevrolet”.