BELLE ISLE – Scott Dixon è un pilota che difficilmente commette errori, e proprio per questo un suo sbaglio fa molto rumore. E gara 1 di Detroit è stata proprio una delle rare eccezioni, col pilota neozelandese che ha terminato la corsa contro il muro di curva 6, gettando al vento parecchi punti utili in chiave campionato. Il cinque volte campione IndyCar, reduce da una 500 Miglia di Indianapolis infelice, ha cercato a tutti i costi il riscatto nel secondo appuntamento del double header di Belle Isle e ci è riuscito alla grande.
Grazie a una condotta di gara molto accorta e a una strategia diversificata rispetto a Newgarden, Rossi e Hinchcliffe, Dixon è riuscito a cogliere il suo primo successo stagionale e a riparare parzialmente il suo weekend. La gara ha regalato colpi di scena fin dall’inizio a causa di un incidente alla partenza provocato da un contatto fra Power e Rosenqvist, nel quale è finito in testacoda anche O’Ward. Il pilota messicano è stato colpito da Kanaan, costretto al ritiro, e ha fatto le spese dell’incidente anche Pagenaud, che ha perso parecchi giri per far riparare la sua monoposto dai meccanici.
Durante la prima neutralizzazione della corsa quasi tutti i piloti sono passati alle gomme primary, le più dure, mentre Dixon e Pigot hanno preferito proseguire, salvo poi rientrare dopo pochi giri dalla ripartenza a causa dell’alto degrado degli pneumatici a mescola morbida. Il comando della corsa è passato a Ferrucci, partito con gomme dure, mentre Pigot è finito fuori dai giochi dopo un contatto in pit lane con Bourdais.
La vera lotta per la vittoria era però ristretta fra tre uomini: Newgarden, Rossi e Hinchcliffe. Al secondo pit stop il pilota canadese è riuscito a passare davanti ai suoi rivali, grazie a un’ottima sosta ai box e alla decisione di allungare lo stint. Newgarden però ha cercato subito di riprendersi la posizione persa al pit stop, e nel corso del trentatreesimo passaggio ha tentato un attacco su Hinchcliffe in curva 3. La manovra del pilota del team Penske si è rivelata troppo avventata, ed è andato a sbattere contro le protezioni in gomme, portandosi dietro anche Hinchcliffe. L’incidente ha coinvolto anche Rossi, che però ha solamente toccato la parte posteriore della vettura di Hinchcliffe.
La necessaria caution ha spianato la strada a Dixon, che era su una strategia diversa dagli altri. Il pilota del Chip Ganassi Racing ha preso la leadership e l’ha lasciata solo nel momento dell’ultimo pit stop. La cavalcata di Dixon verso il successo è stata parzialmente interrotta solo da altre due bandiere gialle: la prima dovuta a un problema tecnico per Hinchcliffe, col Sindaco rimasto fermo in pista nei pressi di curva 6, mentre la seconda è stata provocata da un botto di Rosenqvist in curva 1.
L’incidente di Rosenqvist non ha però messo in difficoltà Dixon, che ha vinto senza problemi precedendo sul traguardo un ottimo Ericsson. Lo svedese, molto attento e abile a sfruttare una strategia simile a quella del leader della corsa, ha finalmente capitalizzato le doti velocistiche messe in mostra nelle prime gare e ha colto il suo primo podio in IndyCar. Buon terzo posto per Power, autore di una spettacolare rimonta dopo essere finito in fondo al gruppo nei primi giri per un problema al cambio, fortunatamente per lui risolto a tempo di record dagli uomini del team Penske.