Nell’arco di soli sei anni il Buddh International Circuit è sorto e andato in declino. Il tracciato indiano, costruito per ospitare la Formula 1 nel 2011, è riuscito a rimanere nel Circus solamente per tre anni, e da allora più di una categoria ha preferito disertare l’India, organizzando eventi altrove. La SBK, che doveva disputare una gara in India, si è arresa facilmente, e il Buddh International Circuit da tre anni non ospita gare di motorsport di un certo rilievo.
La pista ha una configurazione interessante e non dispiace ai piloti, ma il manto stradale appare sempre meno curato, tanto che le categorie minori che corrono in India si trovano un asfalto molto sconnesso. La situazione è peggiorata nell’ultimo anno, e a testimoniarlo c’è quanto successo in una gara della MRF Challenge Formula 2000.
Nel corso del secondo round della categoria in India, alcuni piloti hanno rischiato di perdere il controllo della monoposto in pieno rettilineo a causa di un bump killer. Ralf Aron si è trovato con la vettura sollevata per aria, ma fortunatamente è atterrato dritto e non ha riportato forature o danni sulla sua vettura. Un episodio spiacevole, che sottolinea quanto il Buddh International Circuit sia inadatto in questo momento per gare prestigiose.
AL BUDDH INTERNATIONAL CIRCUIT SI VOLA