Dakar, Stage 1: Al-Attiyah e Barreda Bort i primi leader del 2019
08 Gennaio 2019 - 9:27
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Ieri è andata in scena la prima delle dieci tappe che compongono questa speciale mini-Dakar peruviana del 40° anniversario. Lo stage di ieri ha visto i competitors partire dalla capitale Lima per dirigersi verso Pisco, per un totale di 247 chilometri. Di questi solo 84 si sono svolti con il cronometro in mano, andando così a chiudere la prima ora di gara che ha già segnato dei distacchi importanti, se consideriamo la lunghezza di questa edizione.

MOTO – Anno nuovo, ma “Bang bang” vecchio. Parte forte come da tradizione la Dakar di Joan Barreda Bort. Il pilota spagnolo di casa Honda ha subito mostrato che anche quest’anno può giocarsi la vittoria. Il pilota iberico ha conquistato la prima vittoria di tappa in questa stagione completando il percorso in 57m36s, rifilando 94s al primo degli inseguitori, ovvero Pablo Quintanilla con Husqvarna.

Gruppo di mischia dalla terza alla settima posizione con cinque piloti racchiusi in appena 20 secondi. Sul podio giornaliero Ricky Brabec, con la seconda delle Honda, che però accusa 2m52s di gap dal suo compagno di marca, segue Adrien van Beveren con Yamaha a tre secondi, quindi il trio delle KTM con Sam Sunderland, Toby Price e il campione 2018 Matthias Walkner nell’ordine.

Distacchi più importanti in fondo alla classifica della top 10. Ottavo tempo per Kevin Benavides (Honda) a quattro minuti dal battistrada, seguito dal compagno di marca José Cornejo a 5m22s e infine Xavier de Soultrait con la seconda Yamaha a quasi sei minuti.

AUTO – A quattro ruote sembra che per questo 2019 la sfida sarà esclusivamente tra Toyota e Mini e per ora ad aver vinto la prima sfida è la casa giapponese. Ieri, infatti, il trionfo di tappa è andato al qatariota Nasser Al-Attiyah che ha portato il suo Hilux a tagliare il traguardo con il tempo di 1h01m41s. A circa due minuti le due Mini del campione in carica Carlos Sainz e del polacco Przygonski; i due sono staccati dal primo rispettivamente con il gap di 1m59s e di 2 minuti.

Al quarto posto la seconda delle Toyota con il russo Vasilyev, quindi la Mini del saudita Al Rajhi. Solo sesto tempo per Giniel de Villiers che ha accumulato un ritardo di 2m40. Segue Peterhansel, al suo ritorno in Mini, con un gap di quasi 3 minuti. A schiacciare a sandwich il francese tra due Toyota ci pensa l’olandese Bernhard Ten Brinke con l’ottavo tempo.

Solo un nono tempo per la Peugeot privata del team PH Sport che a sorpresa non è quella di Loeb. A portare l’unica eccezione, nella sfida Toyota-Mini, in top 10 è stato Harry Hunt che si ritrova a 3m25s dal battistrada e ad appena sei secondi dal pilota che lo precede. A chiudere le prime dieci posizioni c’è Cyril Despres con la quarta Mini. Come detto Loeb è più arretrato. Il campione WRC infatti accusa già oltre sei minuti di gap dalla vetta, i quali lo hanno relegato in 13a piazza.

CAMION – Anche nei mezzi pesanti il dualismo, ormai storico, continua. Tra Kamaz e Iveco il primo punto va al costruttore russo, anche se quello torinese non si è nascosto mantenendo il fiato sul collo del vincitore Eduard Nikolaev (campione 2018) con tre camion in poco più di 100 secondi. Il russo ha chiuso la tappa in 1h09m05s, ma alle sue spalle Van Genugten ha tagliato il traguardo con appena 18 secondi di ritardo. Sotto il minuto anche Villagra fermatosi a 53 secondi di gap, quindi de Rooy a 104.

Più in difficoltà gli altri componenti del Kamaz che accusano un ritardo compreso tra i tre minuti e mezzo e i quattro. Al quinto posto Sotnikov (+3m33s) seguito da Karginov (+3m49) e Mardeev (+4m02s).

Bisogna arrivare in ottava e nona piazza per trovare il Matra e il Maz guidati rispettivamente da Loprais e da Vishneuski.

Immagine in evidenza: © Dakar Facebook Page - A.S.O. / Charly López