Da talento incompreso a top driver, ecco a voi il Grosjean 2.0. Lui: “Avevo bisogno di aiuto”
03 Dicembre 2013 - 14:15
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GP Belgio 2012 – Il vecchio Grosjean

Da possibile impiegato in banca a pilota di primo livello, ecco come possiamo descrivere le ultime due stagioni di Romain Grosjean. Il francese della Lotus, ex Campione del Mondo GP2, ha vissuto tanti momenti difficili negli ultimi due anni e dopo aver rischiato il licenziamento nel corso dello scorso inverno, durante l’ultima stagione ha mostrato a tutti gli appassionati di cosa è realmente capace. Grosjean, dopo aver offerto prestazioni altalenanti durante l’inizio di questo 2013, dal Gran Premio di Germania in poi ha mostrato una sicurezza e una maturità degna di un top driver. Nessuno sa il motivo di questa trasformazione, c’è chi dice che la situazione Raikkonen l’ha molto aiutato nel migliorare i rapporti con il team, chi trova la spiegazione di questo miglioramento nel primo figlio o chi indica la psicologa che attualmente lavora con lui, ma resta il fatto che il Grosjean combina casini della scorsa stagione sembra ormai un lontano ricordo. Dopo essersi guadagnato il ruolo di sorpresa durante l’ultimo campionato, dal 2014 il francese avrà il grandissimo onore di prendere tra le mani le redini del team inglese. Aspettando il definitivo salto verso la consacrazione, il francese ha rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti sull’aiuto offerto dalla psicologa nell’ultimo anno.

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GP India 2013 – Grosjean 2.0

Ecco le dichiarazioni di Romain Grosjean: “Penso di aver iniziato perché sono abbastanza intelligente per capire che avevo bisogno di aiuto. Non si tratta di una prova di debolezza, ma di un punto di forza perché è sempre possibile migliorare se stessi ed è per questo motivo che continuo a lavorare con lei. A volte ho voglia di ballare più veloce della musica, come a Monaco quest’anno, dove ho incasinato il fine settimana perché volevo andare troppo forte per dove eravamo. Si tratta di essere al posto giusto nel momento giusto e facendo le cose giuste, come la gestione della pressione e dello stress, sapendo quando e perché arrivano queste sensazioni. Vedendo come reagiscono le persone intorno a te ti aiuta da solo a capire i ritmi, come ad esempio sapere quando sei pronto per essere il numero uno, oppure un campione del Mondo. Una cosa che alla fine dei conti non è affatto facile. C’è un rapporto che prosegue, perché lei è abituata a lavorare con atleti di livello molto alto. Ciò di cui parliamo dipende dallo stato d’animo in cui ci si trova e su cosa dobbiamo concentrarci. Mi capita di incontrarla una volta alla settimana e così parliamo di tutto. Dalla fiducia in me stesso fino a non preoccuparmi troppo di cosa possono pensare gli altri, ma è difficile dire esattamente su cosa abbiamo lavorato. Penso che per un pò continuerò, poiché credo sia sempre possibile migliorarsi e penso che tutto ciò mi possa servire per essere un uomo migliore oltre che un pilota migliore in pista. Sicuramente rende la mia vita più semplice!”