Coulthard: “Il team radio di Alonso? Parecchie volte ho fatto molto di peggio”.
13 Settembre 2013 - 8:36
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Fernando Alonso, durante le qualifiche dello scorso Gran Premio d’Italia, ha alzato un bel polverone grazie a quel team radio molto emblematico rivolto al proprio muretto. Geni o scemi non cambia molto la sostanza delle cose: Alonso si avvicina sempre di più a un punto di non tolleranza nei confronti dei propri tecnici che nelle ultime tre stagioni hanno commesso più di qualche errore (errori che avvolte sono costati abbastanza cari). Sull’argomento si è voluto esprimere David Coulthard, attuale consulente Red Bull ed ex pilota Mclaren. L’episodio di Alonso non ha particolarmente impressionato Coulthard, sottolineando il fatto che questo tipo di dichiarazioni sono sempre esistite nel mondo della Formula Uno e non si stanno di certo scoprendo oggi. Secondo lui il clamore suscitato dal quel team radio è abbastanza eccessivo.

Ecco le dichiarazioni di Coulthard: “Per Alonso in particolare, non è una cosa facile accettare il successo di Vettel. È stato il principale avversario di Vettel, lo ha quasi battuto nel 2010 e nel 2012 e anche quest’anno è il più pericoloso. Si può vedere come in Alonso stia montando la frustrazione, cosa comprensibile, e la prova più evidente è stato il team radio durante le qualifiche. Non ci ho visto niente di particolarmente terribile. Nella mia carriera parecchie volte ho fatto molto di peggio. Mi è capitato di chiedere al team di togliermi dai piedi il mio compagno di squadra e ho imprecato contro di loro quando non lo hanno fatto. E ho anche descritto quelli della McLaren come i Keystone Cops (un gruppo di poliziotti incompetenti protagonisti di una serie di film nel cinema muto di inizio ’900, .ndr) dopo una gara bagnata a Silverstone e il giorno dopo sono stato convocato nell’ufficio di Ron Dennis per una lavata di capo. In effetti a quel tempo i team radio non venivano trasmessi ma Alonso non è il primo pilota a fare qualcosa di simile e non sarà l’ultimo”.

A conforto della sua posizione, lo scozzese porta il precedente di Vettel in Malesia: “Se vi ricordate, in Malesia Vettel ha urlato al team di “togliergli dai piedi Mark” perché era troppo lento. Tutti i piloti ci sono passati. Tutti parliamo nei momenti più concitati, e in termini di pressione e stress la qualifica è il momento più caldo del fine settimana, devi fare del tuo meglio in ogni giro. A confronto, la corsa è una passeggiata in un parcol giudice di X-Factor Simon Cowell non è sulla lista nera in tutto il mondo perché dice alla gente che non è capace. È ammirato, rispettato e pagato un sacco di soldi per dire quello che pensa, e le qualità e un curriculum giusto per farlo. In quel momento Alonso non era in una posizione diversa da quella di Cowell. La Ferrari stava cercando di fare qualcosa di molto difficile e non ha funzionato troppo bene. Ricordo che mi innervosivo quando il team non mi diceva dove c’era traffico. In quel momento, guardando attraverso la visiera non hai una visione complessiva della situazione. Non penso che squadre e piloti dovrebbero esporsi pubblicamente perché finiscono col mostrare un’incrinatura nella loro armonia. Ma una delle cose che rende così affascinante la Formula 1 è che, essendoci così tanta pressione, la debolezza delle persone finisce sotto gli occhi di tutti”.

David ha concluso il proprio intervento dando ragione ad Alonso sul fatto che i tifosi e la stampa esagerino nell’enfatizzare le dichiarazioni dello spagnolo, creando una polemica che all’interno del team non esiste: “Quel che sta succedendo con Alonso è una conseguenza del fatto che c’è sempre stata una luce puntata sulla Ferrari e quindi una certa pressione. Sono al vertice dello sport e questo per una follia tutta italiana significa che ogni giorno sulla Gazzetta dello Sport ci deve essere scritto qualcosa sulla Ferrari. Questo non succede in Gran Bretagna, nonostante una F1 di successo sia un business per l’economia del paese, o anche se un pilota britannico sta dominando . Più a lungo non si riesce a vincere, più la frustrazione cresce. È la natura umana. Ma la Ferrari ha bisogno di Alonso e sono sicuro che lui starà lì”.