Un aforisma, più o meno famoso, recita così: “Non lasciare che il tuo passato sia scaraventato nel tuo presente per distruggere il tuo futuro.”
È un po’ quello che sta succedendo alla McLaren-Honda quest’anno dopo che sono tornati in Formula 1 con la McLaren, riformando così quel pacchetto macchina-motore che dominava in lungo e in largo a cavallo degli anni ’90.
A Woking hanno rivangato la propria storia sin dalla notizia dell’entrata nel circus. Alla presentazione della vettura lanciarono sui vari social network l’hasthag #MakeHistory quasi fosse un rito scaramantico o un’autoconvinzione.
Storia. Appunto. Come se i fatti di quasi trent’anni fa si possano tranquillamente raggiungere oggi facendo semplicemente un copia-incolla.
Il tutto per poi ritrovarsi, senza sorpresa, ai test di Jerez di pre-campionato in una situazione a dir poco grottesca, con le vetture che a stento riuscivano a fare un giro d’installazione che qualche componente elettrico (o la power unit giapponese stessa) alzasse bandiera bianca.
Man mano poi la situazione è andava pian piano a migliorare (perché, fare peggio si poteva?). Dalla disastrosa Australia fino alla penultima gara in Bahrain dove, forse, pareva fossero alla fine del tunnel. Per poi ripiombare nell’anonimato in Spagna tra problemi, rotture e distacchi notevoli.
Desolatamente ultimi in griglia (le Manor corrono un campionato a parte), possono solo sperare che i prossimi sviluppi sulla vettura diano quella spinta necessaria che un binomio storico come la McLaren-Honda merita per tornare alla ribalta come merita e non vagabondare nelle ultime posizioni.
Ora si corre a Monaco e Alonso sembra fiducioso: “Possiamo prendere i primi punti”. Non resta che attendere domenica.