Continental pensa alla IndyCar e vuole spezzare il monopolio Firestone
21 Febbraio 2018 - 20:27
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Il produttore tedesco valuta l'addio alla IMSA per tuffarsi in una nuova avventura

Si aprono scenari interessanti per la competizione in IndyCar. Dopo la decisione di abolire gli aerokit dei motoristi per introdurre un kit aerodinamico uguale per tutti e prodotto dalla Dallara, la serie americana sta compiendo ogni sforzo immaginabile per convincere almeno un nuovo costruttore a entrare nella categoria, sfidando Honda Chevrolet. Ma negli ultimi giorni si è fatta strada un’ulteriore ipotesi interessante, che vedrebbe la IndyCar pronta a interrompere il monopolio di pneumatici della Firestone, ormai presente dal lontano 2000 dopo l’addio della Goodyear.

La Continental è infatti propensa a interrompere a fine stagione il suo impegno nella IMSA, dato che ritiene di non aver più nulla da dire nell’endurance americano. Il costruttore di pneumatici con sede ad Hannover vuole però continuare a essere presente nel motorsport a stelle e strisce, e da qualche mese a questa parte ha cominciato a valutare seriamente la possibilità di entrare in IndyCar, scalzando l’egemonia della Firestone.

 

 

“Stiamo guardando a tutta una serie di possibili opzioni sul tavolo, ma non abbiamo discusso ancora di nulla nello specifico, e di certo non sono state prese delle decisioni importanti per il nostro futuro – ha affermato ai media americani Travis Roffler, direttore del marketing della Continental.

Sebbene sia alquanto affascinante la prospettiva di due costruttori di gomme in IndyCar pronti a sfidarsi per portare i loro team alla conquista del campionato, è più probabile lo scenario di un ingresso nella serie Continental in sostituzione della Firestone, e non in contemporanea. Al momento però la Firestone gode della fiducia delle squadre più importanti della IndyCar, e vanta un contratto pluriennale stipulato nel corso del 2017. La Continental pensa alla IndyCar, ma dovrà aspettare. O dovrà convincere i vertici della serie e la Firestone a rompere l’accordo che li lega fino al termine del 2020.