La Toyota ha chiuso in bellezza la superstagione 2018/2019 del FIA WEC, andando a conquistare la seconda doppietta consecutiva alla 24 ore di Le Mans. Si tratta di una gara che appariva come un incubo per i giapponesi sino alla passata stagione, mentre ora le TS050 Hybrid hanno dominato senza storia un’altra edizione. Il successo è andato nuovamente alla #8 di Sebastien Buemi, Kazuki Nakajima e Fernando Alonso, che si sono anche laureati campioni del mondo tra i piloti. Per lo svizzero è il secondo titolo, dopo quello ottenuto con Anthony Davidson nel 2014.
La vetture nipponiche non hanno avuto rivali, con la #7 di Jose Maria Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi che è arrivata al secondo posto, ma il risultato lascia tanto amaro in bocca al terzetto che aveva condotto per quasi tutta la gara. Il risultato finale si è deciso ad un’ora dal termine, quando Lopez aveva due minuti di vantaggio su Nakajima. Sul volante dell’argentino è comparsa una spia che ha segnalato una foratura, inducendolo a rallentare l’andatura. Questo ha permesso a Kazuki di riprenderlo e passare in testa, mentre Lopez si fermava per cambiare le gomme.
Una volta tornato in pista, la spia era ancora presente. Questo aumenta i rimpianti perchè l’effettiva foratura non sembra esserci stata, ma il tutto potrebbe essere nato da un guasto ad un sensore. Una vera e propria beffa per la vettura che è stata più veloce praticamente per tutta la stagione, ma che ha anche sofferto una grande dote di sfortuna.
Le vetture private erano state vicine nelle qualifiche, ma tra errori e problemi tecnici il distacco a fine gara è stato eterno, con la SMP Racing #11 che ha chiuso terza a sei giri di ritardo. Vandoorne-Petrov-Aleshin hanno regalato al team russo la soddisfazione del primo podio assoluto alla maratona della Sarthe, vincendo il confronto diretto con la Rebellion Racing. Per il team svizzero la gara è stata un calvario: la #1 di Jani-Lotterer-Senna ha chiuso in quarta posizione, ma con ben tre giri di gap dalla SMP. Questo a causa di una lunga serie di problemi tecnici, mentre ancora peggio è andata alla #3 di Menezes-Berhon-Laurent.
Quest’ultimo ha fatto un sorpasso eccezionale nel pomeriggio di ieri sulla SMP #17 alle Curve Porsche, per poi andare a sbattere poco dopo sul bagnato alla seconda chicane. Successivamente, la vettura è stata ritirata per molte volte nel garage, a causa di noie meccaniche. La vettura ha concluso al quinto posto, mentre la BR1 AER #17 si è ritirata nella notte per un bruttissimo incidente di Orudzhev.
In classe LMP2, l’Alpine #36 ha fatto il pieno, con Lapierre-Thiriet-Negrao che si sono imposti sia nella 24 ore che nel campionato piloti, dominando le ultime fasi di gara. Lo splendido duello con la G-Drive Racing #26 si è interrotto a metà mattinata, quando l’equipaggio di Vergne-Van Uitert-Rusinov ha avuto dei problemi elettrici ed ha concluso al sesto posto finale. Il podio è stato completato dalla Jackie Chan DC Racing #38 di Tung-Richelmi-Aubry, seguiti sul terzo gradino dalla TDS Racing #28 di Duval-Perrodo-Vaxiviere. Gara molto complicata per la Cetilar Racing Villorba Corse, con la Dallara #47 di Sernagiotto-Belicchi-Lacorte che ha chiuso solo in tredicesima posizione.
Strepitosa la vittoria della Ferrari in GTE PRO. L’impresa l’ha compiuta nuovamente l’AF Corse, che non si imponeva qui nel 2014. Si tratta della prima affermazione per la 488 GTE, condotta alla perfezione da Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra. Il trio del Cavallino è stato eccezionale, rimanendo sempre nelle prime posizioni e dominando l’ultima parte di gara. Il duello nella notte con la Porsche #92 è stato splendido, ma alle quattro del mattino la vettura tedesca ha avuto un problema agli scarichi perdendo ogni possibilità di vittoria. Christensen ed Estre sono comunque i nuovi campioni del mondo tra i piloti, mentre la Porsche aveva già vinto a Spa il titolo costruttori.
Tornando al trionfo della Ferrari, va detto che la strada verso la vittoria è stata favorita dall’errore di Jan Magnussen, che è andato a sbattere alle Curve Porsche mentre era all’inseguimento della rossa di testa. Questo ha permesso alla Ferrari di allungare nettamente, con le altre 911 RSR che hanno completato il podio. Seconda la #91 di Bruni-Makowiecki-Lietz, mentre è terza la #93 di Bamber-Tandy-Pilet. Un peccato per l’epilogo dell’altra Ferrari, la #71 di Rigon-Bird-Molina, costretta al ritiro per la rottura del propulsore. Solo nona quella del Risi Competizione, la #89 di Derani-Gounon-Jarvis, mai in lotta per le prime posizioni.
La Ford fa sua la classe GTE AM, grazie alla splendida performance del Keating Motorsports. La GT statunitense #85 vince con Bleekemolen-Keating-Fraga, dopo una gara in cui questo equipaggio ha fatto tutto alla perfezione. Secondo posto per la Porsche #56 del Team Project 1, condotta da Bergmeister-Lindsey-Perfetti, che con questo risultato si laureano campioni di categoria. Chiude il podio la Ferrari #84 del JMW Motorsport, condotta da Baptista-Segal-Lu. Ora il mondiale endurance va in vacanza, la prossima superstagione scatterà il primo settembre con la 4 ore di Silverstone.