Bortolotti: “FDA più politica della Red Bull. Non conta solo la velocità”
29 Agosto 2014 - 12:12
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Mirko Bortolotti, che vanta in bacheca i titoli di F3 italiana, F2 e Renault Megàne Cup, in passato ha fatto parte prima del programma giovani piloti della Red Bull e poi della Ferrari Driver Academy. E’ quindi la persona perfetta per giudicare le differenze tra Ferrari e Red Bull nel metodo di allenamento e supporto del proprio vivaio.

Intervistato da Franco Bortuzzo, Bortolotti ha rilasciato delle dichiarazioni abbastanza importanti sulla FDA e su cosa conta veramente per rimanere all’interno del programma giovani della Ferrari. Una cosa che non farei più? Mirko-joins-F2-for-2011-601x250Sicuramente quella di rinunciare a un sedile nel Red Bull Junior Team per passare alla FDA Ferrari,” ha ammesso il pilota italiano, attualmente secondo nel campionato FA1 (Formula Acceleration 1, il campionato per nazioni, ndr).  “L’FDA è più, diciamo… politica. Contano, purtroppo, anche altri fattori, non solo la velocità, la bravura. Nel junior team Red Bull puoi essere bianco, nero o giallo ma se vai forte loro in Formula Uno ti portano. Guarda Ricciardo, guarda Kvyat, guarda adesso Verstappen. È chiaro che avere un secondo team come la Toro Rosso aiuta questa crescita. La Ferrari ha portato Jules Bianchi in Marussia, ma quando c’è stata la possibilità di farlo salire in Ferrari, non ha pensato nemmeno due volte ad ingaggiare Raikkonen.”

Bortolotti ha anche aggiunto i suoi pensieri su quella stagione 2010 in cui corse nel campionato GP3 supportato dalla Ferrari, per poi essere scaricato al termine dell’anno per mancanza di risultati. “Si sapeva che la GP3 era una categoria nuova e che la vettura era fragile. Non hanno voluto tenerne conto, peccato. Mentre in Formula 2 fu fantastico: gli ingegneri passavano da una squadra all’altra, si doveva lavorare insieme, quasi ripartire da zero ogni volta, era veramente una categoria propedeutica. Ma la Fia non la pensava così e dopo la mia vittoria il campionato durò un solo altro anno.”