Luca Baldisserri è tornato a parlare della Ferrari. L’ex-ingegnere di pista di Eddie Irvine prima e di Michael Schumacher poi, successivamente divenuto responsabile della Ferrari Driver Academy, si è dimostrato molto critico nei confronti della sua vecchia scuderia, per la quale ha lavorato fino alla fine del 2015.
Baldisserri era stato molto pungente già al termine del Gran Premio del Giappone, criticando con un tweet al veleno la strategia del muretto box della Rossa adottata con Sebastian Vettel, che gli ha fatto perdere il podio regalandolo ai rivali della Red Bull. “Un’altra strategia alla ‘Tafazzi’ per il muretto Ferrari” ha twittato l’ingegnere bolognese, rievocando il famoso personaggio di Mai Dire Gol che amava farsi del male.
Another 'Tafazzi' strategy for Ferrari pitwall #SkyMotori pic.twitter.com/f12jWPGZ3P
— Luca Baldisserri (@IlBaldoLuca) October 9, 2016
In un’intervista al Corriere dello Sport, Baldisserri ha giustificato il suo cinguettio sarcastico, affermando che “in Ferrari si da troppa importanza alla statistica, scegliendo le strategie che sulla carta permettono di fare più punti, ma si dimenticano di tanti altri fattori”.
“In Giappone, per esempio, gli strateghi del Cavallino hanno pensato di poter superare Hamilton montando le gomme Soft, ma si sono dimenticati che l’inglese ha a disposizione un ‘bottone magico’, che in casi di necessità gli consente di avere un surplus di potenza per scappare via. E così è stato anche a Suzuka. Nelle strategie bisogna privilegiare altre cose, come le marcature strette alle strategie di altri team o di altri piloti: sono queste le mosse che pagano in gara. Non sono i dati in sé e per sé che fanno scegliere una mossa strategica piuttosto che un’altra, ma la loro corretta interpretazione”.
Tuttavia, Baldisserri vede le principali responsabilità di questi errori, che si sono ripetuti a catena durante questa stagione, non nelle singole persone, ma nella gestione totale della squadra da parte della coppia Marchionne-Arrivabene.
“Purtroppo tutti sono consapevoli del fatto che nessuno tra Marchionne e Arrivabene si è mai occupato della gestione di un reparto corse. All’interno del vertice della scuderia sta venendo meno la vera cultura delle corse e la diretta conseguenza è il clima di terrore che si è venuto a creare a Maranello. I ragazzi vivono costantemente nella paura di essere mandati a casa da un momento all’altro, non riescono più a ideare, a trovare soluzioni nuove, e non prendono più decisioni per timore di essere allontanati con disonore nel caso in cui qualcosa non vada per il verso giusto. L’aspetto umano è fondamentale all’interno di una squadra e loro, in questo momento, non lo sono più”.
Baldisserri ha concluso parlando anche di Mattia Binotto, che ha da poco sostituito James Allison nel ruolo di direttore tecnico. “Mattia ha fatto miracoli per quanto riguarda il reparto motori, risollevandolo da una brutta situazione che si era creata nel 2014. Purtroppo, però, non ha esperienza come direttore tecnico e lui lo sa benissimo. E’ consapevole del fatto di non poter disegnare una vettura dal punto di vista telaistico, aerodinamico e meccanico poiché le sue conoscenze in quest’ambito non sono ad alti livelli. Lo vedrei molto meglio, invece, come team principal: sa motivare i ragazzi, una cosa fondamentale in questo momento di crisi per la Ferrari”.