Dopo quattro stagioni come leader del muretto box Ferrari, Maurizio Arrivabene ha lasciato ufficialmente la sua carica nella scuderia di Maranello. L’ex dipendente della Philip Morris, arrivato in Ferrari al termine del mondiale 2014 in sostituzione di Mattiacci, verrà sostituito da Mattia Binotto, che negli ultimi due anni e mezzo aveva ricoperto la carica di direttore tecnico del Cavallino Rampante.
La possibilità di un’uscita dalla Ferrari di Arrivabene, con annessa promozione di Binotto nel ruolo di team principal, era già stata paventata qualche mese fa, nel periodo in cui la Ferrari e Sebastian Vettel hanno alzato bandiera bianca nella lotta per i titoli piloti e costruttori. La chiusura del mondiale sembrava aver anche posto fine agli intenti di cambiamenti all’interno dell’organigramma della scuderia di Maranello, ma due giorni fa il team più longevo della Formula 1 ha scelto di affidare il ruolo di capo della gestione sportiva a Binotto, così come ventilato qualche mese addietro dai Sky Deutschland, e al contempo Arrivabene si è fatto da parte.
Sebbene il ribaltone interno alla Ferrari abbia stupito più di un appassionato, specialmente all’estero, molti addetti ai lavori non sono rimasti sorpresi per quanto avvenuto nella giornata di lunedì. Fra questi spicca Mark Hughes, che in un articolo pubblicato su Motorsport Magazine ha tracciato un profilo non certo lusinghiero di Arrivabene.
“Il licenziamento di Arrivabene dal ruolo di team principal della Ferrari era logico – afferma Mark Hughes in un articolo pubblicato su Motorsport Magazine – Non era l’uomo giusto per quel tipo d’incarico e per la squadra non aveva lo stesso valore di Mattia Binotto, che la Ferrari avrebbe perso se fosse rimasto Arrivabene come boss. Questo non significa che quanto avvenuto fosse atteso […] Cosa ha sbagliato Arrivabene? Gli mancava l’abilità di essere leader e ispirare il suo gruppo di lavoro.Quello che lui pensava fosse leadership, da molti attorno a lui era percepito come un atteggiamento da bullo. Ha avuto una relazione simile anche con i media, portando avanti una condotta aggressiva che gli ha fatto guadagnare ben pochi amici. Ha coperto le sue mancanze di percezione dei dettagli con risposte aggressive e sembrava non capisse nemmeno che qualcosa gli stava sfuggendo [..]”.
Hughes ha poi aggiunto: “Apprezzava le domande da chi gli stava attorno allo stesso modo di quelle dei media. Era autoritario con chi lavorava alle sue dipendenze, ma non riusciva a compensare con la capacità di essere d’ispirazione per gli altri. Era uno yes man coi superiori. Arrivabene non stava ricoprendo il ruolo giusto, e Sergio Marchionne lo aveva capito dopo averlo portato via dalla Philip Morris. Lui aveva pianificato proprio quello che è successo ora (il passaggio di Binotto a team principal, ndr) e aveva informato il cda di questa cosa. Elkann ha semplicemente eseguito ciò che Marchionne aveva progettato, così come l’assunzione di Leclerc al posto di Raikkonen”.