Continua il tour de force della NTT IndyCar Series. I piloti della serie americana, dopo tre weekend che li hanno visti impegnati a Indianapolis per tutte le sessioni di prove e di gara e a Belle Isle nell’unico evento double header, scenderanno in pista anche venerdì e sabato per disputare il nono round del campionato. Lo scenario della prossima gara della IndyCar è uno dei più belli e probanti: il Texas Motor Speedway. L’ovale di Fort Worth, che di recente ha stipulato un contratto con la IndyCar per organizzare la DXC Technology 600 fino al 2022, è uno dei più apprezzati e temuti dai piloti; commettere errori è facile, e gestire le gomme non è per niente semplice. In Texas i piloti in forma e le auto ben bilanciate emergono sempre, mentre chi non è a livello viene inesorabilmente respinto e non ha speranze di vittoria.
LA PISTA – La costruzione del Texas Motor Speedway è stata avviata nei primi mesi del 1995, ed è costata circa 250 milioni di dollari. L’inaugurazione ufficiale dell’impianto, con la configurazione finale dell’ovale di 2 km e 414 metri, è datata 29 febbraio 1996. Quello di Fort Worth è un ovale molto particolare, poiché caratterizzato da un banking molto accentuato. Le prime due curve hanno una pendenza di 20 gradi, mentre in curva 3 e 4 il banking si fa sentire in misura ancora maggiore, arrivando a 24 gradi. La traiettoria interna è solitamente quella più gommata, ma l’ovale texano offre la possibilità di seguire anche linee alternative, non penalizzando eccessivamente i piloti che escono dalla traiettoria “normale” per provare un sorpasso. Uno dei fattori più importanti è il consumo delle gomme. Il banking della pista e il caldo che contraddistingue da sempre la gara texana tendono a mettere alla frusta le Firestone, perciò chi riesce a gestire meglio le gomme può allungare lo stint e guadagnare anche un pit stop sugli avversari nel caso in cui ci siano poche caution. Proprio il forte degrado degli pneumatici tende a portare gli strateghi a seguire la strategia dell’undercut, che consiste nell’anticipare la sosta rispetto al pilota che sta davanti per provare a superarlo sfruttando il vantaggio della gomma nuova.
LA GARA DELL’ANNO SCORSO – A salire sul gradino più alto del podio al termine della DXC Technology 600 è stato Scott Dixon. Il pilota del Chip Ganassi Racing ha condotto una gara perfetta, e si è preso il comando della corsa in concomitanza col secondo pit stop, rimanendo poi in prima posizione per quasi tutta la durata della gara e portando a termine ben 119 giri in testa. Alle spalle del neozelandese si sono piazzati Simon Pagenaud e Alexander Rossi. Il pilota del team Penske ha dovuto sudare sette camicie per vincere il duello col vincitore della 500 Miglia di Indianapolis 2016, ma ha trovato lo spunto necessario per mantenere la seconda posizione. Appena giù dal podio Hinchcliffe, molto vicino alla lotta per la terza posizione ma superato da Rossi in fase di ripartenza da una caution provocata da un incidente fra Power e Claman DeMelo. Fuori per una toccata a muro Kanaan, così come Carpenter e Wickens, entrati in contatto in curva 3.
STATISTICHE E CURIOSITA’ – In ben otto occasioni l’allora Indy Racing League e la contemporanea IndyCar hanno corso ben due gare nella stessa stagione in Texas. L’ultima volta in cui si è verificata questa circostanza risale al 2011, quando venne deciso di disputare due eventi nel corso dello stesso weekend. La serie americana corse due gare su una distanza di 114 giri invece di una tradizionale di 228. Le due gare attribuivano un punteggio dimezzato rispetto alla norma. La griglia di partenza di gara 2 fu inoltre decisa tramite sorteggio trasmesso in diretta. Ad aggiudicarsi questa corsa dal format molto particolare è stato Will Power. Il pilota del team Penske, oltre aver vinto nel 2011, ha trionfato anche nel 2017, comandando la corsa per 180 giri e stabilendo il record di tornate in testa da parte di un vincitore. Power non è però l’unico pilota in attività ad essere salito sul gradino più alto del podio in più di un’occasione. Il pilota in attività che ha vinto di più a Fort Worth è Scott Dixon, che ha trionfato nel 2008, 2015 e 2018. Nell’albo d’oro sono presenti anche tre piloti attualmente in IndyCar: Ed Carpenter (2014) e Graham Rahal (2016) e Kanaan (2004). Il pilota che ha ottenuto più successi al Texas Motor Speedway è Helio Castroneves, che vanta ben quattro affermazioni. Il brasiliano è anche il pilota che ha vinto a più anni di distanza dalla prima volta. Il primo successo arrivò nel 2004: l’ultimo nel 2013. Nel 2012 a vincere fu il compianto Justin Wilson, che ottenne la sua unica affermazione su un ovale.
Un episodio molto singolare avvenne nel 1997, con la vittoria che fu assegnata a Billy Boat per un incredibile errore in fase di cronometraggio. Il giorno successivo Boat si vide revocato il successo in favore di Arie Luyendyk, che era effettivamente in prima posizione e aveva completato un giro in più degli avversari. AJ Foyt, team principal di Boat, decise comunque di non restituire il trofeo del vincitore agli ufficiali della IRL, e nel post gara rifilò uno sberlone a Luyendyk che protestava con vigore nei confronti di Boat e dei giudici di gara.
L’evento più spiacevole si verificò nel 2001, l’edizione dei tempi record come vedremo fra poco. I piloti e i team della CART si rifiutarono di correre a causa della mancanza delle condizioni di sicurezza. L’importante livello di forza G, unito all’incredibile velocità delle monoposto, mise a rischio le condizioni di salute dei piloti. Quasi tutti riscontrarono difficoltà motorie dopo aver smesso di girare, manifestando per qualche minuto dei problemi di equilibrio e udito. Nella giornata di sabato emersero anche dei casi di perdita momentanea della vista periferica. Questi eventi resero impossibile la disputa della Firestone Firehawk 600, che ancora oggi viene ricordata come l’unica gara cancellata in corso d’opera nella storia della CART.
RECORD – Il tempo più veloce sul giro in qualifica appartiene a Kenny Brack. Lo svedese del team Rahal, nelle prove ufficiali del 2001, è riuscito a percorrere l’ovale di Fort Worth in 22.854 secondi, a una media di 375.697 km/h. Nel corso delle libere libere del sabato si erano però visti tempi ancora migliori rispetto a quello stabilito da Brack in qualifica. Paul Tracy, il più veloce nell’ultima sessione prima delle qualifiche, ha ottenuto il miglior tempo in 22.542, facendo meglio di Tony Kanaan per soli 16 millesimi.
La gara più veloce di sempre è stata la seconda corsa al Texas Motor Speedway nel 2011, con Power che ha preso la bandiera a scacchi dopo 48 minuti e 9 secondi. Come ricordato in precedenza, quella gara fu percorsa su una distanza di 225 miglia per 114 giri complessivi, e non sulle tradizionali 550 miglia e 228 tornate. Dal 2014 l’appuntamento di Fort Worth è diventato una 600 miglia, con la gara composta da 248 passaggi. Tenendo in considerazione questa distanza, la corsa più breve si è vista nel 2015, con Dixon che ha tagliato il traguardo del giro numero 248 dopo 1 ora, 52 minuti e 48 secondi dalla partenza.
TV – I fan italiani della NTT IndyCar Series saranno chiamati a fare le ore piccole nel caso in cui vogliano assistere in diretta allo spettacolo della DXC Technology 600. La gara scatterà infatti nella notte fra sabato e domenica mattina alle 2.45. Come sempre, la IndyCar andrà in onda sulla piattaforma a pagamento DAZN. Ricordiamo a chi non abbia la possibilità di sintonizzarsi in diretta, che DAZN offre l’opportunità di recuperare la visione integrale della corsa per diversi giorni.