La Verizon IndyCar Series continua la sua marcia inarrestabile e scenderà in pista per il quarto weekend consecutivo, considerando quello dedicato alle qualifiche della 500 Miglia di Indianapolis. Dopo aver corso la gara più importante dell’anno sull’ovale di Indianapolis e l’unico evento double header della stagione a Detroit, la serie a stelle e strisce correrà la seconda gara dell’anno su superspeedway. A ospitare il nono round del campionato sarà il Texas Motor Speedway, ovale che ormai è una tappa fissa nel calendario della IndyCar; basti pensare che la categoria statunitense è arrivata per la prima volta a Fort Worth nel 1996, e vi ha sempre fatto ritorno. A volte l’allora IRL ha addirittura corso due gare nello stesso anno in Texas.
LA PISTA – La costruzione del Texas Motor Speedway è stata avviata nei primi mesi del 1995, ed è costata circa 250 milioni di dollari. L’inaugurazione ufficiale dell’impianto, con la configurazione finale dell’ovale di 2 km e 414 metri, è datata 29 febbraio 1996. Quello di Fort Worth è un ovale molto particolare, poiché caratterizzato da un banking molto accentuato. Le prime due curve hanno una pendenza di 20 gradi, mentre in curva 3 e 4 il banking si fa sentire in misura ancora maggiore, arrivando a 24 gradi. La traiettoria interna è solitamente quella più gommata, ma l’ovale texano offre la possibilità di seguire anche linee alternative, non penalizzando eccessivamente i piloti che escono dalla traiettoria “normale” per provare un sorpasso. Uno dei fattori più importanti è il consumo delle gomme. Il banking della pista e il caldo che contraddistingue da sempre la gara texana tendono a mettere alla frusta le Firestone, perciò chi riesce a gestire meglio le gomme può allungare lo stint e guadagnare anche un pit stop sugli avversari nel caso in cui ci siano poche caution. Proprio il forte degrado degli pneumatici tende a portare gli strateghi a seguire la strategia dell’undercut, che consiste nell’anticipare la sosta rispetto al pilota che sta davanti per provare a superarlo sfruttando il vantaggio della gomma nuova.
COSI’ ANDO’ NEL 2017 – A spiccare su tutti in una gara contrassegnata da incidenti ed episodi controversi è stato Will Power. Il campione IndyCar 2014 ha preso stabilmente il comando della corsa nella seconda metà di gara e ha tenuto la prima posizione con grande mestiere, mentre dietro di lui si scatenava il finimondo. Alle sue spalle si è piazzato Kanaan, che ha causato un incidente che ha costretto al ritiro Hinchcliffe, Aleshin, Vautier, Jones, Munoz e Hunter-Reay e ha inoltre provocato una bandiera rossa. Terza posizione per Pagenaud, uno dei pochi che è riuscito a stare lontano dai guai. Podio sfumato per Dixon a causa di un incidente con Sato, dovuto a una manovra d’attacco eccessivamente aggressiva del pilota giapponese.
STATISTICHE E CURIOSITA’ – In ben otto occasioni l’allora Indy Racing League e la contemporanea IndyCar hanno corso ben due gare nell’arco di una stagione in Texas. L’ultima volta in cui si è verificata questa circostanza risale al 2011, quando venne deciso di far correre nello stesso weekend due gare, che attribuivano ciascuna un punteggio dimezzato rispetto alla norma. La griglia di partenza di gara 2 fu inoltre decisa tramite sorteggio trasmesso in diretta. Ad aggiudicarsi questa corsa dal format molto particolare è stato Will Power. Il pilota del team Penske, oltre aver vinto nel 2011, ha trionfato anche l’anno scorso, comandando la corsa per 180 giri e stabilendo il record di tornate in testa da parte di un vincitore. Power non è però l’unico pilota in attività ad essere salito sul gradino più alto del podio in più di un’occasione. L’impresa è riuscita anche a Scott Dixon, vincitore nel 2008 e 2015. Nell’albo d’oro sono presenti anche tre piloti attualmente in IndyCar: Ed Carpenter (2014) e Graham Rahal (2016) e Kanaan (2004). Il pilota che ha ottenuto più successi al Texas Motor Speedway è Helio Castroneves, che vanta ben quattro affermazioni. Il brasiliano è anche il pilota che ha vinto a più anni di distanza dalla prima volta. Il primo successo arrivò nel 2004: l’ultimo nel 2013.
L’episodio più curioso avvenne nel 1997, con la vittoria che fu assegnata a Billy Boat per un incredibile errore in fase di cronometraggio. Il giorno successivo Boat si vide revocato il successo in favore di Arie Luyendyk, che era effettivamente in prima posizione e aveva completato un giro in più degli avversari. AJ Foyt, team principal di Boat, decise comunque di non restituire il trofeo del vincitore agli ufficiali della IRL, e nel post gara rifilò uno sberlone a Luyendyk che protestava con vigore nei confronti di Boat e dei giudici di gara.
TV – La diretta della DXC Technology 600 verrà trasmessa in diretta e in esclusiva su Sky Sport 2 HD, canale 202 della piattaforma satellitare. La partenza della gara è fissata per le 2.35 ora italiana di domenica 10 giugno.