Dopo una lunghissima pausa durata quasi sei mesi, tanto è passato dalla gara di Sonoma che ha incoronato Scott Dixon campione, la IndyCar è pronta a riaccendere i motori per dare il via alla stagione 2019. A salutare l’inizio del nuovo campionato sarà come da tradizione il tracciato cittadino di St.Petersburg, che per il nono anno consecutivo ha assunto l’onore di ospitare il primo round stagionale.
LA STORIA – Il circuito di St.Petersburg utilizzato per la gara della IndyCar sfrutta in parte le strade della città e una porzione dell’aeroporto Albert Whitted. Questa pista lega per la prima volta il suo nome a quello delle gare americane a ruote scoperte nel 2003, quando ospita per la prima volta una gara della CART. Sebbene il contratto siglato con l’organizzazione della serie fosse biennale, nel 2004 la corsa venne cancellata a causa di problemi fra i promotori dell’evento. Nel 2005 St.Petersburg, grazie anche al supporto di nuovi soci, sigla un importante accordo con la Indy Racing League, diventando di fatto il primo tracciato non ovale in calendario e la pietra miliare della rivoluzione interna a una serie che ha deciso di disputare anche gare su circuiti tradizionali e cittadini. Da quel momento St.Petersburg è diventata una tappa fissa della IndyCar, e dal 2009 è sede della gara inaugurale del campionato, con la sola eccezione del 2010.
LA PISTA – Il circuito non è molto lungo: misura solamente 2 km e 900 metri. La pista è caratterizzata da due rettilinei nel primo settore, con due staccate in curva 1 e curva 4 che sono i principali punti di sorpasso. Il settore centrale è molto tecnico, con curve lente da seconda marcia, seguite poi da una lunga accelerazione fino alla frenata di curva 10, che porta a una chicane e al tornantino che immette sul traguardo. L’insidia principale di St.Petersburg è determinata in primis dall’asfalto, che non è liscio e presenta dei bump che rendono difficile trovare le traiettorie giuste per realizzare il tempo sul giro. Con i muri che fanno da contorno alla pista, basta prendere male un avvallamento per finire la corsa contro le barriere. Il settore centrale è quello che mette maggiormente alla frusta le monoposto, perché richiede una capacità di trazione considerevole. I piloti che hanno una vettura poco bilanciata rischiano di consumare le gomme posteriori in pochi giri, per poi trovarsi in grave difficoltà in fase di uscita dalle curve lente, fra le quali il tornantino che porta sul rettilineo dei box.
EDIZIONE DEL 2018 – Ad aggiudicarsi il GP di St.Petersburg a sorpresa a Sebastien Bourdais, che vince una gara che sembrava saldamente nelle mani di Robert Wickens. Il pilota canadese, al debutto in IndyCar con lo Schmidt-Peterson, dopo essere partito dalla pole position ha comandato per larghi tratti la corsa, ma in una ripartenza da caution a due giri dalla fine per un incidente di Chilton è stato spedito nel muro di curva 1 da Rossi, che aveva provato un’avventata manovra di sorpasso per prendersi la leadership. Mentre il pilota americano è riuscito ad arrivare alla bandiera a scacchi in terza posizione, dietro anche a Rahal, Wickens non ha potuto completare una gara che lo aveva visto splendido protagonista, mentre alle sue spalle infuriavano battaglie a non finire, tanto che nei 110 giri di corsa ci sono stati ben 366 sorpassi.
STATISTICHE E CURIOSITA’– Helio Castroneves è il pilota che ha ottenuto il maggior numero di affermazioni sulla pista della Florida. Il brasiliano può vantare tre successi, colti nel 2006, 2007 e 2012. Castroneves è in particolar modo affezionato alla sua ultima vittoria a St.Petersburg, perché fu la prima gara corsa dalla IndyCar dopo la morte di Dan Wheldon nell’incidente di Las Vegas. Proprio al vincitore della 500 Miglia di Indianapolis 2011 Castroneves dedicò commosso il suo successo a St.Petersburg. Oltre al pilota del team Penske, altri tre uomini hanno trionfato in più di un’occasione a St.Pete: Power, Montoya e Bourdais, che è salito sul gradino più alto del podio nelle ultime due edizioni della corsa. Da segnalare che Castroneves, Montoya e Bourdais sono riusciti a vincere per due anni consecutivi, a differenza di Power. Il team che ha trionfato più volte a St.Petersburg è Penske, con ben otto acuti in quindici edizioni della corsa. A molta distanza Andretti Autosport, con due centri in compagnia col Dale Coyne Racing. Solo un successo per Ganassi e Newman-Haas.
Ben dieci piloti hanno colto almeno una vittoria sulla pista cittadina della Florida: il primo Paul Tracy, l’ultimo Sebastien Bourdais. Nella lista dei vincitori non c’è Scott Dixon: il pilota neozelandese non è mai andato oltre la seconda posizione, traguardo raggiunto in tre differenti occasioni (2006, 2007, 2012). Dal 2014 non accade che a St.Petersburg a vincere sia il pilota che poi si laurea campione. Will Power è stato l’ultimo a riuscire nell’impresa, eguagliando quanto fatto nel 2011 da Dario Franchitti. Graham Rahal continua a mantenere il primato del pilota più giovane a trionfare a St. Petersburg: nel 2008 il pilota statunitense, allora diciannovenne, riuscì ad aggiudicarsi una gara accorciata a causa del maltempo.
ORARI – Come vi abbiamo anticipato la settimana scorsa, Sky Sport non ha rinegoziato il contratto con la IndyCar in scadenza al termine del 2018, perciò la pay tv non detiene più i diritti della serie a stelle e strisce. Le diciassette gare della stagione 2019 della NTT IndyCar Series verranno trasmesse in diretta e in esclusiva su DAZN. Il debutto della IndyCar sulla piattaforma a pagamento avverrà domenica alle 18,30, orario nel quale verrà irradiato live il GP di St.Petersburg.