La NTT IndyCar Series è pronta a riaccendere i motori per il decimo appuntamento del campionato 2018. A due settimane di distanza dalla combattuta gara del Texas, con Newgarden vincitore a sorpresa della corsa dopo un duello con Rossi, la serie a stelle e strisce approda su uno dei circuiti più rinomati del panorama americano: Road America.
Il tracciato è stato costruito nel lontano 1955 ad Elkhart Lake, fra Milwaukee e Green Bay, e da allora ha ospitato alcune fra le serie più importanti dell’automobilismo mondiale, fra le quali la NASCAR, la CART, la IndyCar e l’ALMS. Road America è una pista di 4,048 miglia (6 chilometri e 515 metri, ndr), composta da 14 curve, e molto differente rispetto ai circuiti tradizionali o cittadini affrontati dalla IndyCar, spesso corti e privi di grandi allunghi. Il tracciato è uno dei più amati dai piloti, e molto atipico rispetto a quelli presenti nel calendario IndyCar. Spesso la serie americana corre su piste molto corte e tortuose, e i piloti completano il giro in un minuto, o un minuto e dieci secondi circa. La pista di Elkhart Lake invece è piuttosto lunga; i piloti girano sopra l’1.40, ed è caratterizzata da diversi rettilinei seguiti da curve a bassa velocità. I punti di sorpasso sono molteplici, e le vetture raggiungono le velocità di punta più alte della stagione e i freni sono molto sollecitati.
Il rettifilo del traguardo è molto lungo, e la frenata di curva 1 è un chiaro punto di sorpasso. Dopo curva 3 c’è un altro tratto da percorrere per parecchi secondi in pieno, fino a Moraine Sweep. Le tre curve successive si fanno in seconda e terza marcia, e portano verso una curva 8 a sinistra, seguita a sua volta da un tornante di ampio raggio. Il circuito offre ancora un tratto dove spremere al massimo il motore, con la brusca frenata della Canada Corner che sarà uno dei punti cruciali per chi vorrà sfoderare un attacco.
LA GARA DELL’ANNO SCORSO – Dopo aver conquistato la pole position, Josef Newgarden è riuscito a spiccare sugli avversari anche la domenica, centrano la terza vittoria stagionale. Il pilota del team Penske non ha però avuto la vita facile, perché Ryan Hunter-Reay lo ha tallonato praticamente per tutti i 55 giri della gara. Il pilota dell’Andretti Autosport non è però mai riuscito a trovare lo spunto necessario per provare un vero e proprio attacco per la prima posizione, ed è rimasto in seconda posizione. Buon podio per Scott Dixon, abile a sopravanzare diversi piloti diversificando la strategia allungando i primi due stint di gara. Bella gara di Takuma Sato, quarto e in grado di rimontare dopo essere stato spedito fuori pista da un Alexander Rossi molto aggressivo e già protagonista di un ruota a ruota rovente con Robert Wickens, quinto sul traguardo. Subito fuori gara Will Power, afflitto da problemi meccanici alla partenza.
STATISTICHE – Mario Andretti è particolarmente legato al circuito di Road America, avendo vinto in cinque differenti occasioni nel Wisconsin. L’iridato Formula 1 1978 ha trionfato due volte all’epoca della serie USAC e tre volte ai tempi della CART, ed è inoltre stato il pilota che ha vinto la prima gara corsa dalla serie americana a Elkhart Lake. Michael Andretti ha portato avanti con onore la tradizione della famiglia, collezionando tre successi, a differenza del figlio Marco che non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Rimanendo sempre in casa Andretti, Michael è il pilota che ha ottenuto più podi a Road America, essendosi piazzato per ben sette volte fra i primi tre.
Road America è stato spesso un affare di sangue, e non solo gli Andretti hanno legato il loro nome al rinomato circuito statunitense. Altre due famiglie hanno dettato legge ad Elkhart Lake: i Fittipaldi e i Villeneuve. Il grande Emerson Fittipaldi ha vinto tre volte a Road America, e suo nipote Christian trionfò nel 1999 e conquistò il suo primo successo nella CART. Road America permise a Jacques Villeneuve senior di entrare per la prima e unica volta nell’albo d’oro dei vincitori della CART. Il nipote lo eguagliò nel 1994 e lo superò l’anno successivo, concedendo il bis nella stagione del trionfo alla 500 Miglia di Indianapolis.
Gli Andretti hanno scritto molte pagine di storia a Road America, ma non hanno monopolizzato il libro dei record in qualifica: il miglior poleman di sempre è infatti Danny Sullivan, che per quattro volte è risultato il migliore in qualifica. Il Newman-Haas Racing è sempre il team più vincente a Road America, con dieci affermazioni, e con più podi (22, ndr) mentre Penske è in testa alla classifica delle pole position con 11 squilli. Roger Penske può inoltre vantare due successi negli ultimi tre anni, grazie a Power nel 2016 e Newgarden nel 2018. Dixon è stato l’unico in grado di spezzare il dominio Penske dal ritorno della IndyCar a Road America, mentre l’Andretti Autosport è a secco di successi dal 2000, dai tempi del team Green. Nonostante abbia segnato la storia della Champ Car conquistando quattro titoli consecutivi fra il 2004 e il 2007, Bourdais è salito sul gradino più alto del podio solo una volta a Road America: nel 2007, nell’ultimo anno della serie americana, inglobata dalla IRL a fine anno.
RECORD – Il giro più veloce della storia a Elkhart Lake lo ha realizzato Dario Franchitti. Il pilota scozzese, all’epoca sotto contratto con l’Andretti Green, percorse i 6,515 km della pista del Wisconsin in 1’39.866. La gara più rapida di sempre fra quelle disputate su una distanza di 55 giri fu quella del 1999, con Christian Fittipaldi che prese la bandiera a scacchi dopo 1 ora e 37 minuti. Fra il 1982 e il 1998 la corsa era composta da 50 passaggi, e quella terminata prima di tutte fu quella del 1991, vinta da Michael Andretti. La gara durò 1 ora, 35 minuti e 5 secondi.
TV – L’appuntamento col Rev Group Grand Prix at Road America è fissato per le ore 18.50. Come di consueto, la gara sarà visibile in diretta e in esclusiva sulla piattaforma streaming e on demand a pagamento DAZN.