Non conosce sosta la Verizon IndyCar Series. Le corse a stelle e strisce non si fermano, e per il terzo weekend consecutivo i piloti della IndyCar si daranno battaglia in pista, con Scott Dixon chiamato a difendere nuovamente la leadership nella classifica piloti. Domenica si disputerà il penultimo round del campionato 2018, e per l’occasione la serie americana fa ritorno al Portland International Raceway. Il circuito dell’Oregon ha una solida tradizione alle spalle, ma negli ultimi anni era stato disertato dalla IndyCar, che aveva preferito correre altrove e dimenticare una delle piste che hanno scritto pagine importanti della storia della CART.
STORIA – Il Portland International Raceway sorge sui resti della località di Vanport, in Oregon, rasa al suolo nel 1948. I lavori di realizzazione della struttura hanno richiesto qualche anno, e il circuito è stato completato nel 1960. Il salto di qualità per la struttura arriva nel 1984, quando inizia a ospitare la CART. Portland lega in modo indissolubile il suo nome a quello delle corse americane a ruote scoperte, e ospita ininterrottamente la CART, poi divenuta Champ Car, dal 1984 al 2007. La cancellazione della serie lascia Portland di stucco: i gestori dell’impianto avevano infatti approvato e realizzato una serie di lavori di riqualificazione della pista, riasfaltata totalmente proprio in previsione della gara della Champ Car del 2008. La neonata IndyCar non andrà però a correre in Oregon, e Portland resta fuori dalla serie. Il riavvicinamento alla serie arriva nel 2017, e in agosto arriva l’ufficialità del ritorno della IndyCar a Portland per il 2018.
LA PISTA – Il circuito di Portland misura 1,967 miglia (3,17 km) ed è composto da 12 curve. Il primo tratto, eccezion fatta per il rettilineo del traguardo, è caratterizzato da curve lente, da seconda e terza marcia, mentre la seconda parte è più veloce. I punti di sorpasso sono essenzialmente due: la staccata di curva 1, che arriva dopo un rettifilo lungo, e curva 10, preceduta da un’accelerazione di diversi secondi e dalla piega di curva 9 che si percorre in pieno. Curva 1, 2, 6 e 12 si fanno a bassa velocità e richiedono una monoposto molto forte in trazione per poter accelerare senza difficoltà in uscita.
STATISTICHE – Tre successi per Michael Andretti, che con Al Unser jr. è il pilota che ha collezionato più vittorie a Portland. Il figlio d’arte ha però ottenuto tre trionfi consecutivi, aggiudicandosi le gare del 1990, 1991 e 1992. La scuderia che ha ottenuto più vittorie è il Newman Haas Racing, con otto centri, l’ultimo nel 2007, ultimo anno nel quale Portland ospitò una Champ Car ormai prossima ad essere inglobata nella Indy Racing League. A vincere nel 2007 fu Bourdais, così come nel 2004. Il francese è l’unico pilota in attività ad aver assaggiato la gloria a Portland. Nell’albo d’oro c’è spazio anche per due piloti italiani: Alex Zanardi e Max Papis. Il due volte campione CART vinse nel 1996 e nel 1998. Papis ha invece trionfato nel 2001 in una gara segnata dalla pioggia e finita allo scadere del tempo limite di due ore. Molto importante anche il successo di Fernandez nel 2003, l’ultimo per lui nella CART.
TV – La gara di Portland verrà trasmessa in diretta e in esclusiva su Sky Sport Arena HD, canale 204 della tv a pagamento. Il collegamento partirà alle ore 21.00 in prossimità della bandiera verde.